Cos’è l’ergastolo ostativo?
Cos’è l’ergastolo, in particolare quello ostativo, e cosa comporta la sua applicazione.
Hai letto che un ergastolano è libero e questa cosa ti è sembrata davvero strana, perché hai sempre saputo che l’ergastolo prevede il carcere a vita? Devi innanzitutto sapere che esistono due tipi di ergastolo, quello (per così dire) semplice e quello ostativo. Cosa significa? In Italia l’ergastolo è la pena detentiva che, per eccellenza, si caratterizza dall’essere perpetua ed è inflitta a chi commette alcuni delitti particolarmente gravi (tra i quali, ad esempio, l’omicidio). Non tutti sanno, però, che anche l’ergastolano ha diritto ad alcuni benefici (come la semilibertà) e ad usufruire dei permessi premi e che (nonostante questo tipo di pena sia perpetua) dopo 26 anni di carcere al detenuto può essere concessa la libertà condizionale. Ciò significa che il condannato all’ergastolo che, durante la detenzione, ha tenuto una buona condotta ed un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento, dopo aver espiato 26 anni di carcere, riacquisterà (in un certo senso) la libertà, attraverso l’istituto della libertà condizionata.
L’ergastolo ostativo è l’eccezione alla regola in quanto non prevede e non permette di concedere al condannato alcun tipo di beneficio o di premio; l’ergastolo ostativo viene inflitto a soggetti altamente pericolosi che hanno commesso determinati delitti (per esempio sequestro di persona a scopo di estorsione oppure associazione di tipo mafioso) ed è quello che viene definito il ‘fine pena mai’. Con delle eccezioni, però. Vediamo insieme quando e a chi viene irrogato l’ergastolo ostativo e cosa comporta.
Cos’è l’ergastolo?
L’ergastolo è la massima pena riconosciuta nel nostro Paese ed equivale alla reclusione a vita [1]; nello specifico si tratta di una pena perpetua che deve essere scontata in uno degli stabilimenti a ciò destinati con l’obbligo del lavoro e con l’imposizione dell’isolamento notturno. Nonostante con l’ergastolo il condannato sia privato della sua libertà a vita, ha diritto ad ottenere alcuni benefici, quali permessi premio, semilibertà e liberazione condizionale (contrariamente a quanto accade per il condannato all’ergastolo ostativo).Vediamo in cosa consistono questi benefici.
Cosa sono i permessi premio?
Ai condannati, che tengono una regolare condotta in carcere e non risultano socialmente pericolosi, il giudice (nello specifico un Magistrato di Sorveglianza) può concedere permessi premio [3] (di durata non superiore a 15 giorni consecutivi), per consentire di coltivare interessi affettivi, culturali e di lavoro. La durata complessiva dei permessi non può superare 45 giorni in ciascun anno di espiazione. Anche i condannati all’ergastolo possono ottenere i permessi premio dopo aver espiato almeno 10 anni di pena. In concreto con i permessi premio il condannato è autorizzato ad uscire dall’istituto penitenziario per recarsi per esempio dalla propria famiglia nelle festività o in occasioni particolari.
Cos’è la semilibertà?
Un ulteriore beneficio previsto dalla legge è il regime di semilibertà [4] che consiste nella concessione al condannato (o all’internato) di trascorrere parte del giorno fuori dell’istituto penitenziario per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale. Anche il condannato all’ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà dopo avere espiato almeno venti anni di pena [5].
La liberazione condizionale
Infine, la liberazione condizionale [6] (il massimo dei benefici che un condannato possa ottenere) consente di trascorrere il residuo pena in libertà vigilata (quindi fuori dal carcere) al fine di realizzare la risocializzazione e il riavvicinamento alla società. La liberazione condizionale si pone come momento successivo all’ammissione al regime di semilibertà e viene concessa quando il detenuto ha dato prova del suo ravvedimento ed ha scontato almeno trenta mesi e comunque almeno metà della pena che gli è stata inflitta, qualora il rimanente non superi i cinque anni. Il condannato all’ergastolo può, invece, essere ammesso alla liberazione condizionale quando abbia scontato almeno 26 anni di pena. La concessione della liberazione condizionale è subordinata al risarcimento del danno, salvo che il condannato dimostri di trovarsi nell’impossibilità di adempierle. Vediamo ora se in caso di ergastolo ostativo vengono concessi questi benefici.
Cos’è l’ergastolo ostativo?
L’ergastolo ostativo è (in quanto ergastolo) la pena massima che può essere irrogata nel nostro paese e, essendo ostativo, esclude che il condannato possa avere dei benefici. Ma quando viene inflitto l’ergastolo ostativo?
Quest’ultimo si applica ai condannati per reati gravi [2] (come ad esempio terrorismo, associazione mafiosa, sequestro a scopo di estorsione o associazione per traffico di stupefacenti).
In buona sostanza, l’ergastolo ostativo è una pena senza fine che nega ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario a chi è stato condannato (il più delle volte) per reati associativi.
Ma, attenzione, anche per questi condannati c’è una speranza: non possono usufruire di nessun beneficio previsto dalla legge, tranne nel caso in cui collaborino con la giustizia o qualora la loro collaborazione sia giudicata impossibile o del tutto inutile per la giustizia (irrilevante, insomma).
Concludiamo allora che ostativo vuol dire che non puoi accedere ai benefici penitenziari previsti dalla legge (permessi premio, semilibertà, liberazione condizionale), a meno che non collabori con la giustizia per l’arresto di altre persone oppure la tua collaborazione risulti impossibile (ad esempio perché tutte le circostanze del reato sono già state accertate).
L’ergastolo ostativo dopo i provvedimenti del Governo Meloni
Poiché la Corte Costituzionale ha più volte ricordato che l’ergastolo ostativo è illegittimo e che l’unico modo di ottenere i benefici carcerari non può essere quello di collaborare, il Governo Meloni, con uno dei suoi primissimi provvedimenti, ha stabilito che il condannato all”ergastolo ostativo può ugualmente ottenere i benefici visti sopra purché:
- abbia scontato almeno 30 anni di pena;
- dimostri di non aver più alcun collegamento con la criminalità organizzata e
- provi di aver risarcito integralmente i danni provocati alle vittime (salvo, in quest’ultimo caso, dimostrare che si è assolutamente impossibilitati a pagare qualsiasi risarcimento per via delle proprie condizioni economiche).
Se invece la condanna all’ergastolo non riguardava un reato di tipo “mafioso”, il detenuto dovrà dimostrare al giudice di aver tagliato i collegamenti con il contesto dentro cui il reato era stato commesso.
Prima di decidere, il giudice dovrà comunque verificare la regolare condotta carceraria, la partecipazione al percorso rieducativo, e la dichiarazione di dissociazione dall’organizzazione criminale di appartenenza, oltre a verificare iniziative del condannato a favore delle vittime (risarcimento, ecc.).
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