A che cosa si riferisce questa voce inserita nel modello F24 per il pagamento dei tributi agli enti locali?

Il modello F24 è il modulo che deve essere utilizzato da tutti i contribuenti, titolari e non titolari di partita Iva, per il versamento di tributi, contributi e premi. Viene definito «unificato» perché consente di effettuare con un’unica operazione il pagamento delle somme dovute, compensando il versamento con eventuali crediti. Alcune delle voci da riportare sono piuttosto chiare: finché vengono chiesti i dati anagrafici, il codice fiscale, l’indirizzo di residenza o il motivo del pagamento non ci sono particolari problemi. La difficoltà può sorgere quando bisogna riportare dei dati più specifici e perlopiù sconosciuti. Ad esempio: che cos’è il codice ente che appare sull’F24?

Il «codice ente» è quello che riguarda l’Amministrazione a favore della quale si fa il versamento del tributo. Viene richiesto, in particolare, per il pagamento di Imu, Imi, Imis, Ilia, Tari, Tasi e Tosap o Cosap, cioè per le imposte comunali.

Ogni amministrazione locale ha, infatti, il proprio codice ente. Come si fa a sapere qual è il codice da indicare nell’F24? Se il Comune stesso non l’ha fatto avere al contribuente o quest’ultimo proprio non lo trova, oltre a chiederlo agli uffici interessati è possibile cercarlo nella tabella disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, alla pagina agenziaentrate.gov.it/servizi/codici/ricerca/VisualizzaTabella.php?iniz=A&ArcName=COM-ICI. Qui c’è l’elenco di tutti i Comuni d’Italia, da Abano Terme, nel Padovano, a Zungri, in provincia di Reggio Calabria. Accanto, il relativo codice ente. Nel sito ci sono tante pagine quante sono le lettere dell’alfabeto ed un campo di ricerca dove inserire il nome del Comune che interessa per accelerare la procedura.

Il contribuente, pertanto, deve riportare questo numero nel campo «codice ente» del modello F24 quando va a fare un pagamento. Facciamo alcuni esempi.

Poniamo il caso che il contribuente debba pagare delle somme dovute in caso di avvisi di accertamento o di irrogazione di:

• Irap;
• addizionali regionali o comunali dell’Irpef.

Per tali pagamenti deve essere utilizzata la sezione «Erario» del modello F24. Vanno indicati:

• nello spazio «codice ufficio», il codice dell’ufficio che ha emesso l’atto oggetto della definizione;
• nello spazio «codice atto», il codice dell’atto oggetto di definizione;
• nella colonna «anno di riferimento», l’anno cui si riferisce la violazione;
• per l’Irap e le addizionali regionali e le addizionali comunali, nella colonna «rateazione/regione/prov/mese rif./codice ente/codice comune”, il codice dell’ente territoriale destinatario della somma.

Il tributo e gli interessi devono essere pagati cumulativamente, utilizzando il codice del tributo, mentre le sanzioni devono essere pagate a parte, utilizzando l’apposito codice.

Altro esempio riguarda il versamento il versamento dell’Imu. In questo caso, deve essere utilizzata la sezione «Imu e altri tributi locali». In particolare, in ogni riga devono essere indicati i seguenti dati:

• nello spazio «codice ente/codice Comune» il codice catastale del Comune nel cui territorio sono situati gli immobili, costituito da quattro caratteri. Roma è H151, Milano è F205, Palermo è G273, Torino è L219, ecc.;
• nello spazio «Ravv.» barrare la casella se il pagamento si riferisce al ravvedimento;
• nello spazio «Immob. Variati» barrare qualora siano intervenute delle variazioni per uno o più immobili che richiedano la presentazione della dichiarazione di variazione;
• nello spazio «Acc.» barrare se il pagamento si riferisce all’acconto;
• nello spazio «Saldo» barrare se il pagamento si riferisce al saldo. Se il pagamento è effettuato in unica soluzione per acconto e saldo, barrare entrambe le caselle;
• nello spazio «Numero immobili» indicare il numero degli immobili (massimo 3 cifre).

Le stesse indicazioni valgono per il versamento della Tares o degli altri tributi tramite modello F24.