forum

Cosa succede se non...
 
Notifiche
Cancella tutti

Cosa succede se non pago le tasse?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
59 Visualizzazioni
(@paolo-remer)
Post: 1000
Famed Member Registered
Topic starter
 

Rimanere sommerso e continuare a percepire guadagni in nero, oppure dichiarare tutto o solo una parte? Quali sono i rischi di chi non vuole mettersi in regola con il Fisco?

Molti italiani coi pochi soldi che guadagnano non riescono ad arrivare a fine mese. E al di là dei consumi voluttuari ci sono spese che non possono essere tagliate: sono incomprimibili, come quelle per i generi alimentari, la casa, le bollette e, per chi è costretto a spostarsi con l’auto privata, anche i carburanti e i costi di manutenzione della vettura. Anche le tasse dovrebbero essere una spesa inevitabile, ma di fatto non lo sono: si possono evadere, e in certi casi anche abbastanza facilmente.

Così ti chiedi: cosa succede se non pago le tasse? Le conseguenze possono essere diverse a seconda di cosa intendi con «non pagare le tasse». Se stai pensando di non presentare la dichiarazione dei redditi e lasciare tutta la tua posizione “in nero” è un conto: puoi essere difatti sanzionato sia per omessa dichiarazione dei redditi, che per omesso versamento delle imposte. Potresti però non essere scoperto e farla franca, se riesci ad aggirare le maglie dei controlli. Se invece stai pensando di non versare le tasse che ti sono già state richieste o che hai autodenunciato (ad esempio con la dichiarazione di proprietà dell’auto, il modello 730 o l’Iva sulle fatture), puoi essere sanzionato solo per il mancato versamento delle imposte, ma saresti scoperto di sicuro, in quanto le somme da pagare sono già conosciute dall’Agenzia delle entrate.

In questo articolo analizzeremo entrambe le ipotesi e cercheremo di spiegarti cosa si rischia se non si pagano le tasse o se ci si sottrae agli obblighi di denuncia, cominciando proprio dall’ipotesi di mancata presentazione della dichiarazione.

Non presentare la dichiarazione dei redditi: quali rischi?

Se non hai mai presentato la dichiarazione dei redditi in vita tua e tutti i soldi che hai percepito da lavori saltuari li hai presi in nero, in teoria commetti un illecito più grave di quello di chi, dopo aver fatto la denuncia, si limita a non versare gli importi dovuti. Tuttavia, nella pratica, potresti non essere scoperto. Difatti, sei un contribuente che, per l’Agenzia delle Entrate, non esiste, o meglio è “nullatenente”.

La possibilità che vengano eseguiti controlli sulla tua posizione è piuttosto bassa (salvi i controlli dell’Ispettorato del Lavoro, dai quali potrebbero emergere i dipendenti non dichiarati e dunque le situazioni di evasione fiscale e contributiva compiute dal datore di lavoro), a meno che tu non eserciti un’attività imprenditoriale, commerciale, professionale o artigianale, quindi se sei un soggetto Iva (anche se non hai aperto la relativa partita): in tal caso sei più esposto ai controlli della Guardia di Finanza, che ti considererà un evasore totale e ricostruirà i tuoi redditi in maniera induttiva.

Controlli sui pagamenti ricevuti: cosa succede?

Potresti rischiare di più se hai ricevuto dei soldi con un pagamento tracciabile, ad esempio con bonifico o con carte di credito, ma anche con una ricarica sulla tua PostePay. Devi sapere infatti che tramite l’Anagrafe dei conti correnti il fisco riesce a sapere tutte le movimentazioni dei correntisti, sia in entrata che in uscita: saldo, giacenza e operazioni compiute. Quindi ogni entrata costituisce una presunzione di ricavo, e dovrai essere in grado di dimostrare che non è così, perché si tratta di introiti non imponibili, come i risarcimenti danni, o già tassati alla fonte, come le vincite al gioco.

Si può evadere fatturando?

Lo stesso discorso vale se hai aperto una partita Iva ed emetti fatture: se un tuo cliente dovesse registrare il documento fiscale che gli hai consegnato, l’Agenzia delle Entrate potrebbe risalire a te tramite un controllo incrociato e, accorgendosi che non hai mai dichiarato redditi, sottoporti ad un accertamento fiscale.

Se, poi, hai aderito al regime fiscale ordinario o semplificato, o anche se sei un forfettario con ricavi e compensi superiori a 25mila euro annui, sei obbligato ad emettere fattura elettronica, da inviare al cliente tramite il sistema d’interscambio Sdi dell’Agenzia delle Entrate: in questo caso non puoi sfuggire, perché il Fisco conosce automaticamente l’operazione..

Redditi non dichiarati: come si ricostruiscono?

Dicevamo che, in astratto, la posizione di chi non denuncia i propri redditi è più grave. Difatti l’Agenzia delle Entrate ricostruirà l’ammontare dei redditi non dichiarati in modo presuntivo, basandosi su quanto normalmente avviene per la media degli operatori del settore di attività e della zona, applicando alcuni semplici indicatori dai quali stimare e dedurre i ricavi conseguiti.

La cifra così ottenuta potrebbe risultare molto più alta di quella percepita realmente e questo, per te, potrebbe significare un vero e proprio “salasso”: saresti costretto a pagare molto di più di quello che avresti versato allo Stato se avessi regolarmente dichiarato i tuoi redditi. A te spetterà dimostrare il contrario, e cioè che non hai realmente guadagnato quelle cifre: con un’opposizione dovrai dar prova di aver incassato di meno, ma la cosa è molto difficile, anche perché in questi casi non puoi utilizzare a tuo favore le risultanze delle scritture contabili.

Omessa presentazione dichiarazione redditi: quali conseguenze?

I termini di prescrizione per l’omessa presentazione della dichiarazione sono più ampi rispetto a quelli dell’irregolare dichiarazione: in pratica l’Agenzia delle Entrate ti può chiedere gli arretrati degli ultimi sette anni. In particolare, con una recente riforma, è stata estesa la prescrizione per l’illecito tributario dell’omessa dichiarazione dei redditi: 7 anni che iniziano a decorrere dal 1° gennaio successivo a quello in cui la dichiarazione sarebbe dovuta essere presentata (e quindi scadono il 31 dicembre del settimo anno successivo). Ti spieghiamo tutto nell’articolo “Quanti anni di tempo ha l’Agenzia delle Entrate per fare accertamenti?“.

In questi casi la brutta notizia è che, oltre alle tasse che non hai pagato, dovrai versare anche le sanzioni. La buona notizia è che non c’è alcun reato se l’imposta evasa non supera 50mila euro. Diversamente scatta la reclusione da 1 a 3 anni. Per l’omesso versamento di Iva e di ritenute certificate, la soglia di punibilità è stabilita in 250.000 mila euro.

Evasione tasse: conviene uscire allo scoperto?

A questo punto ti chiederai: che faccio? Comincio a presentare la dichiarazione dei redditi o resto sommerso? Se inizio a dichiarare i redditi mi autodenuncio? Non necessariamente: nel momento in cui ti riveli ufficialmente, l’Agenzia delle Entrate inizierà a “conoscerti” come contribuente ma non è detto che inizierà a indagare sul tuo passato. E anzi, la regolarizzazione è sempre ben vista, come dimostra la “tregua fiscale 2023“, che consente la definizione agevolata delle cartelle relative agli anni pregressi con la nuova rottamazione.

In ogni caso, se guadagni poco è anche vero che dovrai pagare poche tasse: dal 2022 gli scaglioni Irpef sono stati abbassati per i redditi non superiori a 28mila euro annui, esiste la no tax area per i redditi al di sotto di 8.164 euro annui (che scendono a 5.500 per i lavoratori autonomi) e inoltre i nuovi forfettari pagano la flat tax al 5% (anziché al 15%) per i primi cinque anni di attività.

Che rischio se non dichiaro tutto?

Come il caso dell’omessa dichiarazione dei redditi, anche l’irregolare dichiarazione può essere scoperta nei casi in cui hai accettato un pagamento con bonifico, assegno o carta di credito, oppure hai emesso una fattura senza registrarla. Tuttavia l’illecito è meno grave del precedente perché verrà accertato il reddito solo per quei ricavi che vengono ricostruiti a posteriori tramite, appunto, le prove tracciabili che hai lasciato.

Inoltre, in questo caso, l’Agenzia delle Entrate ha solo 5 anni di tempo (che partono sempre dal 1° gennaio dell’anno successivo) per inviarti un accertamento fiscale. Per conoscere il calendario delle annualità, leggi “Che anno sta controllando l’Agenzia delle Entrate?“.

Cosa rischio se non pago le tasse?

Infine vediamo il caso di chi, pur avendo fatto le dichiarazioni e le denunce fiscali prescritte dalla legge, non ha versato il dovuto allo Stato (si pensi all’Irpef indicata nella dichiarazione dei redditi), al Comune (ad esempio, la Tari e l’Imu) o alla Regione (come il bollo auto). Cosa si rischia?

In tali ipotesi, dopo un avviso di accertamento, che rileva il mancato versamento delle imposte e tasse, il debito non pagato viene iscritto a ruolo, e perciò riceverai una cartella di pagamento, che se non viene saldata – o rateizzata – entro il termine previsto consente la riscossione coattiva, con pignoramenti dello stipendio, della pensione, degli immobili o di altri beni, mentre se si tratta di un tributo dell’Agenzia delle Entrate l’avviso di accertamento è già dotato in partenza di valore esecutivo, al pari della cartella esattoriale.

Quando scatta il pignoramento dei beni?

Per subire il pignoramento è sufficiente che tu abbia fatto decorrere i 60 giorni dalla data di notifica della cartella e che l’Agente della riscossione non faccia a sua volta trascorrere più di un anno da quel momento. Se tale termine scade, è necessario che l’esattore notifichi un’intimazione di pagamento che ha efficacia per 180 giorni.

Il pignoramento di stipendi e pensioni viene eseguito “alla radice”, cioè direttamente dal debitore del debitore (datore di lavoro, Inps, ecc.) sulle somme periodicamente erogate, sicché è praticamente impossibile sfuggire.

Il pignoramento della casa non può avvenire se l’immobile ha tutte le seguenti caratteristiche:

• è l’unico immobile di proprietà del debitore;
• è adibito a uso abitativo e costituisce l’abitazione principale del debitore che vi risiede anagraficamente;
• non è di lusso (A/1) e non è comunque una villa (A/8), un castello o un palazzo di eminente pregio artistico o storico (A/9).

Negli altri casi si può procedere al pignoramento e alla conseguente vendita all’asta dell’immobile solo se:

• l’importo complessivo del debito è superiore a 120 mila euro;
• il valore degli immobili del debitore è superiore a 120 mila euro;
• il debitore non ha pagato o rateizzato il debito, o in mancanza di provvedimenti di sgravio o di sospensione: leggi “Come salvare la casa dal pignoramento“.

The post Cosa succede se non pago le tasse? first appeared on La Legge per tutti.

 
Pubblicato : 4 Febbraio 2023 13:15