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Cosa succede se la PEC è piena?

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(@angelo-greco)
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Casella pec piena: la comunicazione con l’avviso di convocazione dell’assemblea condominiale è valida.

Tutte le volte in cui la legge consente di effettuare una notifica attraverso la Pec non rileva se il destinatario apra o meno il proprio account di posta elettronica. Non rileva neanche se abbia dimenticato la password o se ne abbia affidato la gestione al proprio commercialista: la comunicazione si considera ugualmente effettuata con l’invidio della mail e la generazione, da parte del sistema, della ricevuta di presa in carico e di spedizione del messaggio. Che succede invece se la Pec è piena?

La questione si pone, per i contribuenti tenuti ad avere un indirizzo PEC (professionisti, imprenditori e titolari di partita Iva) per le notifiche di atti giudiziari, multe, cartelle esattoriali e avvisi di accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate. 

L’avviso di convocazione condominiale con Pec

Ma non è tutto. Con la legge di riforma del condominio (la legge n. 220/2012), il codice civile consente che, su richiesta del condomino, l’amministratore possa notificare l’avviso di convocazione per l’assemblea condominiale anche attraverso la Pec (oltre che per raccomandata a.r., fax o consegna diretta a mani). Chiaramente la comunicazione tramite Pec richiede che tanto il mittente quanto il destinatario dispongano di un indirizzo di posta elettronica certificata. 

In particolare l’articolo 66 delle disposizioni per l’attuazione del Codice civile stabilisce, al terzo comma, che l’avviso di convocazione, contenente specifica indicazione dell’ordine del giorno, deve essere comunicato ai soggetti legittimati almeno cinque giorni prima della data fissata per l’adunanza in prima convocazione a mezzo di posta raccomandata, posta elettronica certificata (pec), fax o tramite consegna a mano.

Anche, al fine di evitare i costi dell’invio delle raccomandate, negli ultimi anni sono aumentati gli invii a mezzo pec degli avvisi di convocazione delle assemblee condominiali. A dire il vero, le spese postali non possono mai gravare solo sui condomini che non dispongono della Pec o che comunque chiedono la spedizione con raccomandata. La legge infatti stabilisce che gli oneri condominiali siano ripartiti secondo millesimi. Solo una delibera assembleare approvata all’unanimità – e quindi anche con il consenso degli stessi interessati – potrebbe stabilire diversamente, caricando i costi delle raccomandate sui condomini destinatari delle lettere.

Atteso peraltro che il possesso della Pec non è un obbligo per i condomini, l’amministratore è tenuto a sfruttare tale strumento solo nei confronti dei condomini che ne facciano esplicita richiesta. In questi casi l’invio dell’avviso di convocazione si considera validamente eseguito con la ricezione da parte dell’amministratore della ricevuta di accettazione e della ricevuta di consegna, anche se la casella di posta non viene aperta dal destinatario. È onere di quest’ultimo controllare periodicamente la posta, avendo la pec lo stesso valore legale di una raccomandata.  

L’avviso di mancata consegna

Vediamo ora che succede se l’avviso di convocazione per l’assemblea condominiale viene spedito tramite Pec ma la casella del destinatario è piena. In tal caso, il sistema, dopo aver generato la ricevuta di accettazione, genera un secondo avviso di «mancata consegna per casella piena» del destinatario. 

Ebbene, in tali ipotesi, secondo una recente pronuncia del tribunale di Roma [1], la convocazione è ugualmente valida. È del resto lo stesso principio che si applica a qualsiasi altra notifica tramite Pec (sanzioni amministrative, atti giudiziari o fiscali, ecc.).

Relativamente alla convocazione, il giudice capitolino ha osservato che la notifica di un atto eseguita nei confronti di un soggetto dotato di un indirizzo di posta elettronica certificata si considera perfezionata con la ricevuta rilasciata dall’operatore che attesta di aver rinvenuto la casella Pec del destinatario “piena”. Tale attestazione è equiparata alla ricevuta di avvenuta consegna in quanto il mancato inserimento nella casella di posta per saturazione della capienza, rappresenta un evento imputabile al destinatario per l’inadeguata gestione dello spazio per l’archiviazione e la ricezione di nuovi messaggi.

Cosa deve fare chi ha una casella Pec

Dunque, chi ha una casella Pec deve sempre provvedere alla sua manutenzione: deve aprirla periodicamente per leggere gli eventuali messaggi ricevuti e avere cura di svuotarla in modo da lasciare spazio libero alle future comunicazioni. 

Il fatto di non leggere la Pec, validamente inviata, o di non poterla ricevere perché lo spazio è stato esaurito non è una valida giustificazione per ritenere la notifica nulla. 

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Pubblicato : 7 Dicembre 2022 12:00