Cosa succede dopo la lettera di diffida?
Hai inviato o ricevuto una lettera di diffida, ma ora ti chiedi: cosa succede dopo? Quali sono le possibili conseguenze? In questo articolo, analizziamo i passi successivi e le diverse opzioni a tua disposizione.
La lettera di diffida rappresenta un atto formale con cui si intima al destinatario di adempiere a un’obbligazione o di cessare un comportamento illegittimo. Di norma, il mittente concede un termine entro cui il destinatario deve adeguarsi all’intimazione, decorso il quale minaccia l’avvio dell’azione legale. Ma, più nel concreto, cosa succede dopo la lettera di diffida? Quali sono le conseguenze se scadono i termini, quali i successivi passi e le possibili evoluzioni della situazione? In questo articolo vedremo cosa aspettarsi dopo la ricezione di una lettera di diffida, usando un linguaggio semplice e chiaro per facilitare la comprensione.
Cosa è una lettera di diffida?
La lettera di diffida è un «atto di parte». Mi rendo conto che questo termine potrebbe non dirti nulla e apparirti un po’ ostico da comprendere, ma è proprio da questo concetto che dobbiamo partire per comprendere cos’è una diffida e che valore ha.
Devi sapere che esistono atti che può compiere solo l’avvocato (di norma sono i cosiddetti “atti processuali”, quelli cioè che danno inizio a un processo o che comunque lo attuano) e atti invece che può fare qualsiasi privato cittadino. Tra questi vi è appunto la diffida. Ecco perché si definisce “atto di parte”: a redigerla può essere direttamente l’interessato e non un professionista.
Il più delle volte, però, si fa scrivere la diffida a un legale per incutere più timore al destinatario e dimostrargli la serietà delle intenzioni a procedere per le vie legali nei suoi confronti.
A cosa serve la lettera di diffida? A formalizzare una richiesta con cui una parte (il mittente) richiede formalmente a un’altra parte (il destinatario) di adempiere a un determinato obbligo o di interrompere un’azione considerata dannosa o illegittima. È spesso il primo passo in una vertenza legale, servendo come tentativo di risolvere la questione amichevolmente prima di procedere con azioni legali più serie.
Dunque, scopo della diffida è contrastare un comportamento ritenuto illegittimo e chiederne la cessazione.
Ecco alcuni esempi di diffida.
Mario diffida Antonio per chiedergli il pagamento di una fattura rimasta insoluta.
Giovanni riceve una diffida da parte del condominio che gli impone di non parcheggiare più davanti al portone.
Rocco diffida la propria sorella Lucrezia, coerede dell’immobile del padre, a consentirgli l’accesso alla casa.
Saverio riceve una diffida da Edoardo che teme che l’albero sul giardino del primo possa cadere sulla sua proprietà.
Riccardo diffida Claudio, titolare di una concessionaria auto, affinché gli consegni il veicolo ordinato quattro mesi prima e non ancora consegnato.
Insomma, come visto, in tutti questi casi c’è un soggetto (il diffidante) che ritiene di vantare un diritto e perciò, prima di rivolgersi a un giudice, chiede alla controparte (il diffidato) di rispettare tale diritto.
È chiaro però che, in questa fase, siamo ancora nell’ambito delle mere affermazioni: affinché il diritto del diffidante sia esercitabile coattivamente è necessario che prima vi sia l’accertamento di un giudice, il che avverrà solo attraverso una causa in tribunale.
Quali sono i contenuti tipici di una lettera di diffida?
Una lettera di diffida tipicamente include una descrizione chiara dell’obbligo non adempiuto o dell’azione lesiva, una richiesta specifica per risolvere la situazione, un termine entro cui tale adempimento deve avvenire e le possibili conseguenze legali in caso di mancato rispetto della richiesta.
Quali sono le conseguenze della diffida?
Ci sono tre possibili conseguenze che possono derivare dall’invio di una diffida.
Il destinatario adempie spontaneamente
Nella migliore delle ipotesi, il destinatario della diffida potrebbe adempiere spontaneamente alle tue richieste. In questo caso, la controversia si risolverebbe senza la necessità di ulteriori azioni. Tuttavia, sarebbe sempre bene formalizzare per iscritto la cessazione della vertenza legale in modo che il diffidante non abbia più altra pretesa, come ad esempio un risarcimento per il danno passato.
Il destinatario non risponde
Se il destinatario ignora la diffida, il mittente può decidere di intraprendere un’azione legale. Le opzioni a disposizione dipendono dalla natura della controversia:
- azione civile: se la diffida riguarda una controversia di natura civile, si può avviare un’azione giudiziale per ottenere il risarcimento del danno o l’adempimento coattivo dell’obbligazione;
- azione penale: se la diffida riguarda un reato, il diffidante può presentare una denuncia o una querela alle autorità competenti;
Il destinatario contesta la diffida
In alcuni casi, il destinatario potrebbe contestare la diffida, negando le pretese del diffidante o contestando la validità della stessa. In questa situazione, potrebbe essere necessario un confronto diretto per trovare un accordo (eventualmente con l’ausilio dei rispettivi avvocati) o, in alternativa, l’intervento di un giudice.
Approfondimenti: Quali sono le conseguenze di una diffida?
Che succede se scadono i termini della diffida?
Abbiamo detto che un elemento essenziale (ma non indispensabile) della diffida è un termine al destinatario entro cui adempiere.
Se il destinatario non rispetta la richiesta contenuta nella lettera di diffida entro il suddetto termine, il mittente può decidere di intraprendere azioni legali, come il ricorso a un tribunale per ottenere un’ingiunzione, il risarcimento dei danni o altre misure legali per far valere i propri diritti.
Tuttavia, proprio perché la diffida non è un atto processuale, il termine non è perentorio. Questo significa che non è affatto scontato (anzi è molto improbabile) che il mittente eserciti l’azione legale già dopo lo scadere della mezzanotte dell’ultimo giorno. Il più delle volte si attende diverso tempo, un po’ per venire incontro alle esigenze dell’avvocato che dovrà difenderlo, un po’ per sperare che, con un ulteriore sollecito, la controparte adempia.
Né ci saranno pene o sanzioni conseguenti alla scadenza del termine se non il calcolo degli interessi legalise si tratta dell’obbligo di pagare una somma di denaro.
Mediazione e conciliazione
Prima di intraprendere un’azione legale, il mittente può valutare la possibilità di ricorrere a strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, come la mediazione o la conciliazione. Questi strumenti possono aiutare a trovare un accordo con il destinatario della diffida in modo rapido e consensuale.
Per alcune liti, la mediazione è obbligatoria.
È l’intervento l’avvocato per inviare o rispondere a una diffida?
Come detto, la diffida è un atto di parte. Pertanto non è strettamente necessario, ma è fortemente consigliabile avvalersi della consulenza di un avvocato per redigere o rispondere a una lettera di diffida, in modo da assicurarsi che la comunicazione sia formulata correttamente e per valutare adeguatamente le opzioni legali disponibili.
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