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Cosa spetta se non si ha diritto alla pensione di reversibilità?

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(@paolo-florio)
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Informazioni utili sull’indennità una tantum in assenza del diritto alla pensione di reversibilità. Criteri, importi e come presentare domanda.

Chi è che non si è mai chiesto cosa accadrebbe ai propri cari in caso di propria mancanza? C’è un sistema di supporto in Italia che tutela le famiglie quando manca un reddito? Cosa spetta se non si ha diritto alla pensione di reversibilità? In questo articolo, ci concentriamo sull’indennità prevista proprio per supplire alla pensione ai superstiti per chi non ha i requisiti per tale prestazione.

Cosa si intende per indennità in assenza di pensione di reversibilità?

Se un lavoratore viene a mancare e i suoi familiari non hanno i presupposti per ottenere una pensione di reversibilità, lo Stato riconosce a questi ultimi un’indennità. L’importo varia a seconda che il lavoratore fosse assicurato all’INPS prima o a partire dal 1° gennaio 1996. Qui di seguito analizzeremo i due casi.

Cosa è l’indennità per morte?

L’indennità per morte è prevista per coloro che hanno perso un congiunto che era assicurato all’INPS prima del 1996 e che non aveva ancora maturato il diritto alla pensione (si tratta dei lavoratori rientranti nel sistema retributivo o misto di liquidazione del trattamento pensionistico).

Per ottenere l’indennità, è necessario che l’assicurato abbia versato almeno 52 contributi settimanali (un anno) nei 5 anni precedenti il decesso.

L’indennità viene erogata solo al coniuge o, in mancanza di questo, ai figli con i requisiti necessari.

La domanda per ottenere l’indennità per morte deve essere presentata entro un anno dalla data del decesso. Ricordiamo che se non si presenta la domanda in tempo, si perderà il diritto all’indennità.

Cosa è l’indennità una tantum?

Per coloro che hanno perso un lavoratore assicurato all’INPS dal 1° gennaio 1996, è prevista un’altra indennità: la cosiddetta indennità una tantum. Questa indennità viene erogata a condizione che i superstiti non abbiano diritto alla pensione indiretta, a rendite per infortunio sul lavoro o malattia professionale e rispettino certe condizioni di reddito.

È necessario inoltre che i richiedenti fossero, alla data della morte dell’assicurato, nelle condizioni reddituali richieste per l’ottenimento dell’assegno sociale (€ 5.983,64, pensionato solo e € 11.967,28 pensionato coniugato, nel 2021).

Come viene calcolata l’indennità una tantum?

L’importo dell’indennità una tantum corrisponde all’ammontare mensile dell’assegno sociale moltiplicato per il numero degli anni di contribuzione accreditata.

Come ottenere l’indennità una tantum?

La domanda per ottenere l’indennità una tantum deve essere presentata dai superstiti. A differenza dell’indennità per morte, per questa indennità il termine di prescrizione è di 10 anni.

Come viene ripartita l’indennità una tantum?

L’indennità una tantum viene ripartita tra i superstiti in base ai criteri operanti per la pensione ai superstiti. Pertanto ne hanno diritto:

  • il coniuge o parte di un’unione civile;
  • i figli di età non superiore a 18 anni o di qualunque età se inabili al lavoro e a carico del genitore deceduto;
  • in mancanza di coniuge e figli, i genitori;
  • in mancanza anche dei genitori, fratelli celibi e le sorelle nubili.

Come funziona

L’indennità una tantum viene erogata per un importo:

  • pari all’ammontare mensile dell’Assegno sociale, in vigore alla data di decesso dell’assicurato, moltiplicato per il numero degli anni coperti da contribuzione;
  • calcolato in proporzione alle settimane coperte da contribuzione, per i periodi inferiori all’anno;
  • ripartito fra i beneficiari in base ai criteri seguiti per la pensione ai superstiti.
 
Pubblicato : 19 Giugno 2023 09:45