In caso di morte di uno dei coniugi separati, l’altro coniuge superstite ha diritto all’eredità in qualità di legittimario, a prescindere dal regime patrimoniale adottato in precedenza.  

La successione del coniuge separato è un argomento delicato che merita di essere approfondito. Qui di seguito ci occuperemo di spiegare cosa spetta al coniuge separato in caso di morte dell’ex? Quali sono le differenze tra una coppia separata e una divorziata ai fini dei diritti sull’eredità e, soprattutto, quali le possibili implicazioni sull’addebito. Ma procediamo con ordine.

Dopo la separazione, l’ex coniuge ha diritti sull’eredità dell’altro?

In caso di morte di uno dei coniugi avvenuta dopo la separazione ma prima del divorzio, l’altro coniuge superstite è considerato erede legittimo, a prescindere dal regime patrimoniale adottato in precedenza. Le quote spettanti all’ex coniuge separato cambiano a seconda che il defunto abbia lasciato o meno testamento.

Eredità senza testamento

In particolare, il coniuge superstite, in assenza di testamento, partecipa alla divisione secondo le normali regole del codice civile. Egli è quindi erede universale se non ci sono né figli, né ascendenti, né fratelli o sorelle. In presenza di un figlio invece ha diritto alla metà dell’eredità mentre, se i figli sono due o più di due, ha diritto solo a un terzo.

In assenza di figli ma in presenza di ascendenti e/o fratelli/sorelle, il coniuge ha diritto a due terzi dell’eredità.

Oltre a tutto ciò, il coniuge ha sempre diritto al diritto di abitazione nella casa coniugale fino alla propria morte e a usare la mobilia che la compone.

Eredità con testamento

Se invece il defunto ha lasciato testamento, l’ex coniuge è considerato erede legittimario e ha sempre diritto a una quota minima dell’eredità detta “legittima”.

La legittima è pari a:

• un mezzo del patrimonio se non ci sono figli;
• un terzo del patrimonio se c’è un figlio;
• un quarto del patrimonio se ci sono due o più figli;
• un mezzo del patrimonio se non ci sono figli ma ci sono i genitori del defunto.

La pensione di reversibilità

Il coniuge superstite ha diritto anche alla pensione di reversibilità, se il defunto era un lavoratore dipendente o un pensionato. La pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale che spetta al coniuge superstite per compensarlo della perdita del reddito del coniuge defunto.

La reversibilità spetta anche se il coniuge superstite rinuncia all’eredità.

TFR e crediti di lavoro

Se il defunto era ancora impiegato presso un’azienda, il datore di lavoro dovrà versare al coniuge il TFR e le mensilità maturate e non ancora corrisposte. Anche questi diritti prescindono dall’accettazione dell’eredità.

Se tuttavia il coniuge defunto si era risposato, il TFR andrà diviso tra il secondo coniuge e quello precedente. La rispettiva quota deve essere calcolata tenendo conto della durata del matrimonio e della durata della convivenza, se esistente.

Coniuge separato con addebito

Il coniuge separato con addebito non ha diritto all’assegno di mantenimento e perde altresì qualsiasi diritto all’eredità. Tuttavia se risulta che questi versa in gravi condizioni economiche e le sue capacità fisiche non gli consentono di mantenersi da solo, gli eredi dovranno versargli un assegno alimentare (la misura è molto più bassa del mantenimento).

Ricordiamo che l’addebito è l’imputazione di responsabilità per la fine del matrimonio che fa il giudice, nel processo di separazione, in caso di richiesta di una delle parti. L’addebito scatta ad esempio in caso di tradimento o di abbandono della casa coniugale.

Cosa spetta al coniuge divorziato

Tutti i diritti che abbiamo appena visto cessano nel momento in cui la coppia divorzia. Con il divorzio infatti cessano tutti gli effetti civili del matrimonio e i coniugi non sono più l’uno erede dell’altro.