forum

Cosa significa lavo...
 
Notifiche
Cancella tutti

Cosa significa lavoro in diritto

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
75 Visualizzazioni
(@valentina-azzini)
Post: 139
Reputable Member Registered
Topic starter
 

Il lavoro è fonte di sostentamento e affermazione dell’individuo, diritto e dovere irrinunciabile di ognuno di noi

Tutto noi andiamo a lavorare, o ci siamo messi alla ricerca di un lavoro, o ancora abbiamo intrapreso un percorso di studi finalizzato a fare un certo lavoro. Fin da piccoli ci viene chiesto: “Che lavoro vuoi fare da grande?” e ciò proprio perché il lavoro è parte integrante dell’individuo e della società, un diritto dovere di tutti. Il lavoro è annoverato tra principi fondamentali della nostra Costituzione, al lavoro viene dedicata una specifica parte del diritto italiano, proprio in quanto motore della vita di ognuno di noi e del nostro Paese. Vediamo allora nel dettaglio cosa significa lavoro in diritto, perché il lavoro è sia un diritto che è un dovere e come la legge tutela il lavoro.

Lavoro: definizione

Il lavoro può innanzitutto definirsi come la principale fonte di sostentamento dell’individuo, come l’affermazione della sua indipendenza economica e delle sue capacità intellettive e pratiche, come uno dei primari progetti di vita di ognuno di noi. Il lavoro è, inoltre, uno strumento di progresso della collettività e del Paese.

Dal punto di vista pratico il lavoro è un’attività produttiva attraverso la quale l’individuo mette in atto le proprie conoscenze la propria manualità per produrre beni o servizi in cambio di un compenso. Il lavoro, infatti, per considerarsi tale, deve necessariamente essere retribuito. Non esiste dunque nel nostro ordinamento il lavoro gratuito, se non nelle forme del volontariato (che non è considerato “lavoro”).

Il lavoro come diritto e come dovere

La nostra costituzione sancisce, sin dei primi articoli che la compongono, che il lavoro è uno dei fondamenti del nostro paese e che, in quanto tale, esso è sia un diritto che un dovere di ogni individuo.
Il lavoro è un diritto, in quanto ognuno di noi deve poter scegliere liberamente il proprio mestiere, in base alle proprie capacità ed inclinazioni e così di realizzarsi appieno.
Nel contempo, tuttavia, il lavoro è altresì un dovere: ognuno di noi deve lavorare per mantenersi economicamente e per contribuire, attraverso la propria attività lavorativa, al benessere e al progresso sociale. Tant’è che, chi per negligenza si rifiuta di svolgere attività lavorativa, quando ben avrebbe le capacità fisiche e intellettive per operare nella società, perde l’eventuale assegno di mantenimento previsto a proprio favore a carico dell’ex coniuge, nonché i benefici previsti quali misure a sostegno del reddito in caso di disoccupazione (ad es. la NASpI).

Le norme a tutela del lavoro

Il lavoro è tutelato innanzitutto dalle norme costituzionali, le quali, oltre a definirlo come diritto e dovere dell’individuo su cui si fonda il nostro Paese, prevedono altresì una serie di principi a tutela della generalità dei lavoratori.
In particolare, la nostra Costituzione promuove l’istruzione e quindi la possibilità per ciascuno di noi di accedere alla cultura, che sarà poi necessaria per poter esercitare un attività lavorativa; tutela la salute generalmente intesa, compreso nei luoghi di lavoro; garantisce le relazioni sindacali e la necessità che vi siano livelli minimi retributivi, che consentano all’individuo di ricevere un compenso proporzionato alla qualità e quantità del lavoro svolto e comunque sufficiente a garantirgli un’esistenza libera e dignitosa.

Accanto alle norme costituzionali abbiamo poi le disposizioni del Codice civile, nel quale troviamo disposizioni generali relative a diversi aspetti del rapporto di lavoro: per citarne alcune, ci si riferisce alle disposizioni in materia di licenziamento, tutela della salute nei luoghi di lavoro, diritti ed obblighi dei lavoratori e dei datori di lavoro, le norme in materia di rinunce, transazioni e trasferimento del rapporto di lavoro.

A precisare le predette norme generali vi sono dunque una serie di leggi speciali che disciplinano dettagliatamente i diversi aspetti del rapporto di lavoro e delle relazioni sindacali: si pensi alle leggi in materia di orario di lavoro, sicurezza e salute sul lavoro, tutela della maternità e della paternità anche nei luoghi di lavoro, allo Statuto dei lavoratori (L. 300/1970), la legge speciale forse più importante in materia.

Infine, a disciplina del rapporto di lavoro ci sono i contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), i quali regolamentano a livello nazionale e nel dettaglio tutti gli aspetti dei rapporti di lavoro afferenti ad ogni singolo settore merceologico. Essi possono, talvolta, essere integrati con previsioni più favorevoli per i lavoratori dai contratti collettivi territoriali, oppure dagli accordi individuali stipulati direttamente tra azienda e singolo lavoratore.

Tutto il predetto insieme di norme forma il diritto del lavoro, previsto nel nostro ordinamento a tutela dei lavoratori, sia con riguardo alla regolamentazione del rapporto di lavoro in senso stretto, che delle relazioni sindacali, grazie alle quali possono essere negoziate condizioni lavorative e livelli retributivi sempre migliori.

 
Pubblicato : 13 Ottobre 2023 15:00