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Cosa si rischia a prestare la propria auto?

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(@mariano-acquaviva)
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Quali sono le conseguenze negative derivanti dalla circolazione con un veicolo altrui? Quando scatta l’obbligo di comunicazione alla motorizzazione?

Nessuna legge vieta di mettersi al volante del veicolo di un’altra persona; d’altronde, è ciò che succede quasi sempre quando si guida la vettura di un proprio familiare. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: cosa si rischia a prestare la propria auto?

Come vedremo, questa condotta può comportare conseguenze sia da un punto di vista civilistico che sotto il profilo amministrativo. La legge, infatti, estende la responsabilità per i sinistri anche al proprietario del veicolo, a prescindere da chi abbia commesso il sinistro. Inoltre, il Codice della strada prevede sanzioni per chi, in maniera prolungata e abituale, si pone alla guida della vettura di un’altra persona. Approfondiamo questi aspetti.

Cosa si rischia a prestare l’auto in caso di incidente?

Come anticipato in apertura, il proprietario di un’auto risponde dei danni prodotti dalla circolazione di quest’ultima anche se, al momento del sinistro, non si trovava alla sua guida.

Tanto è precisato dal Codice civile, secondo cui il proprietario del veicolo è responsabile in solido col conducente, se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà [1].

In pratica, chi presta la propria auto a qualcun altro può essere citato in giudizio da colui che ha subito un danno in conseguenza del sinistro causato dal conducente.

In soldoni ciò significa che chi presta l’auto al figlio diciottenne risponde per i danni causati dalla circolazione del veicolo da quest’ultimo guidato.

Stessa cosa dicasi se tra proprietario e conducente non c’è alcun rapporto di parentela.

Marco presta la sua auto all’amico Carlo. Questi, non rispettando lo stop all’incrocio, si schianta contro il veicolo guidato da Paolo. Marco potrà essere citato in giudizio insieme a Carlo e costretto al pagamento di tutti i danni.

L’unico modo perché il proprietario possa andare esente da responsabilità è quello di dimostrare che il veicolo è stato utilizzato senza il suo consenso.

Classica ipotesi è quella del ladro che, dopo aver rubato l’auto parcheggiata in strada, finisce per causare un incidente mentre si dà alla fuga.

Non è invece esente da responsabilità chi ha lasciato la propria auto aperta con le chiavi all’interno: in un’ipotesi del genere non è possibile dimostrare che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la volontà del proprietario.

Auto prestata: il proprietario può rivalersi nei confronti del conducente?

La responsabilità solidale di proprietario e conducente illustrata nel precedente paragrafo vale solo per i rapporti esterni, cioè nei confronti dei terzi danneggiati.

Nei rapporti interni tra conducente e proprietario, invece, quest’ultimo può sempre dimostrare di essere estraneo a ogni colpa, con la conseguente possibilità di poter pretendere dal conducente il rimborso dell’eventuale somma pagata al terzo danneggiato.

Matteo fa un incidente mentre guida la macchina di Tommaso. Entrambi vengono citati in giudizio da Alfonso, terzo danneggiato. All’esito della causa, Alfonso decide di chiedere il pagamento dell’intero risarcimento a Tommaso, in quanto sa che Matteo è nullatenente. Tommaso, non avendo colpe, può chiedere a Matteo il rimborso integrale di quanto ha dovuto pagare al danneggiato.

Insomma: la responsabilità solidale è solo un meccanismo che consente di tutelare i terzi danneggiati, i quali possono sempre agire contro il proprietario anche se questi non era alla guida.

Infatti, non sempre l’identità del conducente è nota, mentre è facile risalire al proprietario mediante la targa.

Nei rapporti interni, invece, l’obbligazione risarcitoria grava esclusivamente sul conducente, attribuendosi al proprietario un diritto di regresso integrale nei suoi confronti per la somma pagata al danneggiato [2].

Auto prestata: chi paga le multe?

Anche per le trasgressioni al Codice della strada vale la responsabilità solidale per l’ammontare della multa: se il conducente non la pagasse, l’onere cadrebbe sul proprietario. Il proprietario potrà poi rivalersi sul conducente (effettivamente responsabile) in un secondo momento.

I punti della patente, invece, vengono tolti soltanto al conducente ma, se l’ammenda fosse comminata in differita (qualora il conducente non fosse colto sul fatto), il proprietario dell’automobile ha 60 giorni di tempo per rendere noti i dati anagrafici della persona che guidava la vettura al momento dell’infrazione al Codice.

Auto in prestito: si deve comunicare alla motorizzazione?

Se si presta l’automobile a una persona non convivente per un periodo superiore ai 30 giorni occorre effettuare una formale comunicazione alla motorizzazione affinché sul libretto di circolazione vengano riportati i dati del conducente [3].

Si tratta di fatto di una condizione che raramente le forze di polizia possono attestare con certezza ma, qualora ciò avvenisse, scatterebbe una sanzione amministrativa pecuniaria da 727 a 3.629 euro, oltre al sequestro della carta di circolazione.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Si può prestare la propria auto?

 
Pubblicato : 8 Novembre 2023 16:15