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Cosa si rischia a colpire una persona con un oggetto?

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(@angelo-greco)
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Come si configura l’aggravante per uso di oggetti comuni in lesioni personali? Impatto legale dell’uso di oggetti quotidiani come armi improprie secondo la Cassazione.

Quante volte abbiamo sentito storie di litigi sfociati in aggressioni con oggetti di uso quotidiano come piatti, bicchieri, scope o il classico mattarello da cucina? La percezione comune potrebbe suggerire che solo le “armi” in senso stretto possono configurare un’aggravante in caso di lesioni personali, ma la realtà legale è ben diversa. L’articolo che segue vuole chiarire i contorni dell’aggravante per l’uso di oggetti comuni in atti di violenza, fornendo una panoramica basata su un caso concreto analizzato dalla Cassazione. Qui di seguito spiegheremo dunque cosa si rischia a colpire una persona con un oggetto e vedremo quali sono gli oggetti che possono considerarsi “armi improprie”. Ma procediamo con ordine.

Differenza tra armi proprie e improprie

Nel diritto penale italiano, la distinzione tra “armi proprie” e “armi improprie” riveste un’importanza significativa, soprattutto quando si parla di reati che coinvolgono violenza e lesioni personali. Questa differenziazione non è solo teorica, ma ha concrete implicazioni legali e può influire sulla determinazione della pena in caso di condanna. Vediamo allora più nel concreto cosa si intende con l’uno e l’altro termine.

Cosa sono le armi proprie

Le armi proprie sono quegli strumenti che sono stati specificamente progettati e realizzati per offendere, ossia per causare danno o lesioni a persone o cose. Questa categoria include armi da fuoco (pistole, fucili, ecc.), armi bianche (coltelli, spade, pugnali, ecc.) e oggetti che per legge sono considerati armi a tutti gli effetti (come determinati tipi di bastoni, manganelli, tirapugni e spray al peperoncino se superano una certa soglia di potenza).

Per poterli detenere in casa è necessaria la comunicazione alla Questura. Per portarli in giro invece è necessario il porto d’armi. Chi viene trovato con un’arma propria fuori dal domicilio rischia una condanna penale a prescindere dall’uso che faccia dell’oggetto.

Cosa sono le armi improprie

Le armi improprie invece sono oggetti di uso quotidiano o comunque non destinati primariamente ad offendere, ma che, se usati con l’intento di arrecare danno, possono diventare strumenti offensivi. Qualsiasi oggetto, quindi, può essere considerato un’arma impropria se utilizzato per colpire, ferire o intimidire qualcuno. Ciò include oggetti come una spazzola per capelli, un piatto, un bicchiere, una penna, una catena, un martello, un coltello da cucina, un mattarello, un trapano, un palo di scopa.

Chiunque può detenere tali strumenti senza autorizzazioni ma per portarli fuori di casa ci vogliono valide ragioni. Ad esempio risponderebbe penalmente chi viene trovato con un bastone mentre entra in un bar.

La qualificazione di un oggetto come arma impropria dipende quindi dal contesto specifico del suo utilizzo. Se un individuo usa un oggetto comune in maniera tale da provocare lesioni ad un’altra persona, questo oggetto può essere considerato un’arma impropria ai fini penali. Non potrebbe invece essere ritenuto responsabile chi viene trovato con un coltellino svizzero nel bel mezzo di un campeggio.

Conseguenze legali in caso di uso di armi improprie

Le conseguenze legali dell’uso di armi improprie in un contesto di violenza non sono da sottovalutare. La legge, infatti, prevede un inasprimento della pena quando il reato di lesioni personali è commesso utilizzando un oggetto improprio in modo da causare danno. Questo aspetto è stato chiarito dalla giurisprudenza, che ha spesso ribadito come non sia tanto la natura intrinseca dell’oggetto a contare, quanto il modo in cui viene usato.

Approfondiremo meglio questo aspetto nei successivi paragrafi.

Cosa dice la legge sugli oggetti utilizzati per offendere?

La normativa italiana prevede che l’uso di qualsiasi oggetto in grado di arrecare danno può configurare un’aggravante nel reato di lesioni personali. Non è la natura dell’oggetto in sé a determinare l’aggravante, ma il suo utilizzo improprio.

A quanto ammonta tale pena? Cerchiamo di chiarirlo meglio qui di seguito.

Se una persona ferisce un’altra si configura il reato di lesioni personali. La pena è la reclusione da sei mesi a tre anni (la pena aumenta nel caso di lesioni gravi o gravissime, ma qui ci occuperemo dell’ipotesi base).

L’articolo 585 comma 2 n. 2 del codice penale prevede aumenta la pena da un terzo alla metà se il fatto è commesso con strumenti atti ad offendere, anche se di uso comune (le cosiddette “armi improprie”).

Qual è il recente chiarimento della Cassazione?

La sentenza n. 44886/23 della Cassazione ha sancito che anche oggetti non pensati per offendere, se utilizzati per causare lesioni, possono configurare l’aggravante di cui sopra. Questo significa che un oggetto banale, impiegato in un contesto di violenza, perde la sua innocuità agli occhi della legge. Il lancio di una spazzola per capelli ne è l’esempio più tangibile e concreto. Ma lo sono ancora di più i piatti di ceramica, i bicchieri di vetro, le posate, ecc. Insomma, tutto ciò che può far male è un’arma impropria che fa scattare l’aggravante, non anche gli oggetti innocui come una pantofola, un cuscino, un oggetto di plastica leggera.

Come è stato applicato questo principio dal tribunale di Isernia?

Il tribunale di Isernia aveva originariamente escluso l’aggravante dell’uso di armi in un caso di aggressione con una spazzola per capelli che aveva provocato una ferita lacero-contusa. Il Procuratore generale presso la Corte d’appello di Campobasso ha contestato tale interpretazione, richiamando l’attenzione sul fatto che l’oggetto era stato utilizzato per commettere lesioni personali aggravate.

Il tribunale di merito ha dovuto rivedere la propria decisione alla luce di questo principio.

Del resto è proprio la realizzazione della ferita che è prova evidente del fatto che l’oggetto possa offendere e, come tale, sia da inquadrare come un’arma impropria da cui far discendere l’applicazione dell’aggravante per l’uso dell’arma in caso di lesione.

 
Pubblicato : 8 Novembre 2023 10:45