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Cosa rappresentano i confini?

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(@paolo-remer)
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Tutto ciò che ti occorre sapere per comprendere queste denominazioni e sapere cosa significano e che va ben al di là degli Stati.

Confine: questa parola esprime un limite, ciò che separa. Superare il confine, oltrepassare i confini, sono espressioni note nel linguaggio comune. Ma quando si tratta di geografia le cose si complicano: confine può essere una catena montuosa, un fiume o anche una delimitazione artificiale creata dagli Stati. In sostanza: cosa rappresentano i confini?

Il confine serve a delimitare i contorni di appartenenza.

Ci sono i confini:

  • dei territori comunali (nei Comuni più grandi c’è anche una ripartizione interna tra circoscrizioni, municipi, frazioni, contrade);
  • delle Province e delle Regioni italiane;
  • nazionali e sovranazionali;
  • delle acque territoriali che fronteggiano le nazioni costiere;7
  • dello spazio aereo.

Limiti e frontiere

Il confine è un sottoinsieme del limite poiché, come abbiamo visto, la sua definizione si basa proprio sul concetto di separazione.

Il limite presuppone un «oltre» indefinito e può anche essere infinito, ma comunque non ha grossa importanza; nella prospettiva di chi osserva, conta quel che sta al di qua, e ciò che è al di là potrebbe essere un tutto indistinto.

Il confine, invece, è una linea di divisione ben stabilita e convenzionale tra due, o più di due, cose che già ci sono e sono ben note a chi stabilisce il confine e lo demarca. Pensiamo ai terreni e immaginiamo quelli coltivati: il limite può pensarsi se c’è un burrone o una strada pubblica, ma se c’è una proprietà adiacente quella linea si chiamerà confine perché riconosce che quell’oltre appartiene a qualcuno, un altro soggetto diverso. Quasi sempre c’è un accordo, un contratto o un’autorità superiore che lo stabilisce.

Frontiera, invece, è un termine rafforzato, che sta a indicare la linea di confine che esiste fra due Stati. É un termine giuridico, utilizzato dal diritto internazionale, ed è anche dinamico, perché nasce nell’epoca delle conquiste coloniali quando le aree di appartenenza si spostavano in avanti, in maniera progressiva con l’occupazione dei territori. Ha, quindi, una propensione ad essere spostato e modificato in base ai rapporti di forza. In tempo di pace, le frontiere coincidono con i confini stabiliti (ma non immutabili per sempre: vedremo tra poco anche questo aspetto).

Il confine naturale e il confine politico

Il confine naturale si basa su elementi geografici già presenti nella realtà e non certo stabiliti dall’uomo, se non per alcuni dettagli: ad esempio, per convenzione, nelle catene montuose il confine naturale si stabilisce sulle linee spartiacque, cioè sulle creste; che però possono variare nel tempo, come nel caso dello spostamento dei ghiacciai.

Al contrario, il confine politico è artificiale perché è stabilito dall’uomo. Molte volte questa elaborazione si basa proprio sui confini naturali, che hanno dato vita alle principali nazioni; o almeno si ispira tendenzialmente ad essi, tenendone conto, anche se non le rispetta del tutto, perché tenta di superarli e spesso ci riesce, come nel caso delle guerre e dei successivi trattati di pace che disegnano nuovi confini politici e non certo naturali.

Così una cartina geografica naturale è valida per secoli e anche per millenni, mentre una cartina politica dopo appena un ventennio è quasi sempre da buttare e (è avvenuto così in tutte le epoche) deve essere sostituita con una nuova e più aggiornata, come i recenti casi della Russia (ex Urss), dell’ex Jugoslavia o del Medio Oriente – solo per limitarci ai più noti – purtroppo insegnano.

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Pubblicato : 24 Febbraio 2023 19:30