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Cosa prevede la legge per verificare la potabilità dell’acqua?

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Nuove regole per garantire l’acqua potabile nei condomini: cosa cambia con il recente decreto legislativo?

L’acqua è un bene prezioso e la sua qualità incide direttamente sulla nostra salute. Recentemente, il decreto legislativo del 23 febbraio 2023, n. 18, ha introdotto importanti novità riguardanti il controllo sulla potabilità dell’acqua e le conseguenti responsabilità, soprattutto in ambito condominiale. Come vedremo a breve, è stata modificata la precedente disciplina che imponeva gli accertamenti sulla salubrità in capo al soggetto erogatore.

Ma procediamo con ordine e vediamo cosa prevede la legge per verificare la potabilità dell’acqua. Vedremo, qui di seguito, come la figura su cui gravano oggi gli obblighi sia, a partire dal 21 marzo 2023, l’amministratore di condominio. Ma procediamo con ordine.

Chi è responsabile della qualità dell’acqua nei condomini?

Prima dell’introduzione del decreto legislativo n. 18 del 2023, la responsabilità della qualità dell’acqua nei condomini era in capo al gestore (cioè chi somministra l’acqua): questi doveva verificarne la salubrità sino al punto di consegna (ossia il contatore).

Questo significava che non vi erano obblighi specifici per l’amministratore del condominio per quanto riguardava i controlli sulla potabilità dell’acqua all’interno dell’edificio.

Tuttavia, con il Dlgs 18/2023 all’articolo 5, si è stabilito che, dal punto di consegna, la responsabilità della qualità dell’acqua fa capo al “gestore della distribuzione interna” ossia al proprietario dell’appartamento, dell’esercizio commerciale e all’amministratore condominiale. Su costoro gravano gli obblighi generali relativi alla qualità e salubrità dell’acqua e alle eventuali perdite dell’impianto.

Questo significa che l’amministratore deve assicurarsi che l’acqua sia non solo potabile, ma anche salubre, e deve gestire eventuali perdite dell’impianto idrico.

In pratica, l’amministratore deve fare in modo che l’acqua rimanga potabile e non venga contaminata dall’impianto idrico del condominio. Se c’è il sospetto che l’acqua possa essere contaminata nel tragitto dal contatore al rubinetto, l’amministratore deve fare i controlli necessari e prendere provvedimenti per assicurare che l’acqua sia potabile.

Ci sono nuovi parametri di salubrità da monitorare?

Sì, l’articolo 4 del decreto ha ampliato i parametri di salubrità dell’acqua. Oltre ai classici controlli, ora è necessario verificare la presenza di piombo, uranio e legionella. La legionella, in particolare, è un batterio che può proliferare negli impianti idrici a temperature tra i 25 e i 45 gradi e può essere pericoloso se inalato attraverso goccioline d’acqua.

Come viene garantita la potabilità dell’acqua in condominio?

Sebbene l’acqua erogata dai Comuni sia già controllata fino al contatore, dal contatore in poi è responsabilità dell’amministratore garantire la sua potabilità. Questo include una particolare attenzione per filtri, sistemi di addolcimento e vasche di riserva idrica presenti all’interno degli edifici, che dovranno essere puliti e sanificati regolarmente.

Quali sono le procedure consigliate per i controlli?

Gli organismi di certificazione consigliano, in un condominio, almeno due prelievi annui per ogni colonna montante, uno a piano terra e uno all’ultimo piano, per verificare l’intera rete condominiale.

Questi interventi, che sono obbligatori per l’amministratore, comportano nuovi oneri, anche economici, per i condòmini.

Cosa succede se l’amministratore è inadempiente?

Se l’amministratore non rispetta gli obblighi sui controlli dell’acqua potabile può essere revocato dall’assemblea per giusta causa, a maggioranza dei presenti che rappresentino almeno metà dei millesimi. Non gli è dovuto alcun risarcimento per la disdetta del mandato.

Non solo. L’amministratore può subire anche delle sanzioni amministrative:

  • da 5mila a 30mila euro per il mancato rispetto dei parametri di qualità;
  • da 500 e 5mila in caso di violazione degli adempimenti di trasmissione dei risultati dei controlli interni.

L’intervento dell’AUSL

Se hai dei dubbi sulla qualità dell’acqua che bevi, puoi contattare l’ASL per fare dei test. Ci sono due tipi di controlli: quelli che deve fare chi gestisce l’acqua e quelli fatti dall’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) della tua zona.

L’AUSL, dopo aver fatto i test, decide se l’acqua è buona per essere bevuta. Ogni anno, le autorità sanitarie locali organizzano un piano per controllare regolarmente la qualità dell’acqua.

I test sull’acqua assicurano che essa rispetti le norme stabilite dal decreto 31/2001. Questi controlli vengono fatti in vari punti:

  • dove si prende l’acqua da fiumi o falde acquifere, tenendo conto anche dei dati ambientali e di altre informazioni sulle risorse idriche secondo il decreto legislativo 152/2006;
  • nelle strutture che portano l’acqua alle case, nei serbatoi e nei luoghi dove si rende potabile l’acqua;
  • nelle reti che distribuiscono l’acqua;
  • dove si imbottiglia l’acqua o si mette in contenitori;
  • sull’acqua imbottigliata;
  • sull’acqua usata nelle aziende che producono cibo;
  • sull’acqua trasportata in cisterne, sia fisse che mobili, e in questo caso si controlla anche che i mezzi di trasporto siano adeguati.

È importante anche controllare i prodotti che si formano quando si disinfetta l’acqua.

Le Regioni stabiliscono i programmi di controllo, che includono ispezioni degli impianti (anche quelli casalinghi), dove prelevare i campioni d’acqua per gli esami e ogni quanto farli, seguendo le regole minime della legge.

 
Pubblicato : 5 Dicembre 2023 10:45