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Cosa deve garantire un genitore?

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(@angelo-greco)
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In cosa consiste l’obbligo di mantenimento dei genitori nei confronti del figlio: tutte le spese a cui devono provvedere il padre e la madre. 

Nel momento in cui nasce un figlio, entrambi i genitori assumono nei suoi confronti dei doveri che prescindono anche dal riconoscimento del figlio stesso. Cosa deve garantire un genitore? Non di certo solo il vitto e l’alloggio, ma anche i bisogni “non primari” necessari tuttavia alla crescita psicofisica del figlio, alla sua vita di relazione, allo svago e allo sport, all’istruzione anche dopo la scuola dell’obbligo. 

È stata la Cassazione a ribadire, più volte, che i genitori devono garantire ai figli lo stesso tenore di vita di cui essi stessi godono. Pertanto l’obbligo del mantenimento deve essere proporzionato alle capacità economiche del padre e della madre. Un genitore benestante dovrà garantire al figlio una vita più agiata rispetto a chi non può permettersi molte spese, senza potersi trincerare dietro la scusa che un eccessivo benessere potrebbe nuocere alla sua educazione. 

Detto ciò vediamo, alla luce delle ultime sentenze, cosa deve garantire un genitore al figlio, fin dove cioè si spingono i suoi obblighi di mantenimento. 

A chi spetta mantenere i figli?

L’obbligo di mantenere i figli grava su tutti i genitori: sposati, separati, divorziati, conviventi, adottivi. Si tratta di un dovere che ricade sia sul padre che sulla madre, ciascuno in proporzione alle proprie capacità economiche. Laddove uno dei due genitori non guadagni, questi dovrà prendersi cura dei figli in altro modo, ad esempio nella gestione quotidiana, accompagnandoli a scuola e in palestra laddove troppo piccoli, aiutandoli nei compiti scolastici e così via.

I genitori devono mantenere i figli, anche se nati fuori del matrimonio e sin dal momento della nascita. Un genitore che non riconosca il proprio figlio è ugualmente tenuto a mantenerlo non appena viene al mondo; se non lo fa, oltre ad essere responsabile per i danni causati al figlio stesso e all’altro genitore (ragion per cui potrà essere condannato al risarcimento), dovrà versare gli “arretrati” dal giorno della nascita.

Il dovere di mantenimento riguarda: 

  • i figli minorenni;
  • i figli maggiorenni non autonomi da un punto di vista economico solo se non hanno ancora terminato il proprio percorso di studi o se, non per loro colpa, non sono ancora in grado di guadagnare in modo stabile; in ogni caso, dopo i 30 anni, il diritto al mantenimento si perde comunque;
  • I figli maggiorenni affetti da handicap grave.

Cosa comprende il mantenimento?

Vediamo ora ciò che il genitore deve garantire al figlio. Nel mantenimento non sono compresi solo i bisogni fondamentali del minore (vitto, alloggio, ecc.) ma anche ogni ulteriore spesa necessaria per la vita di relazione in conformità al tenore di vita e alla collocazione sociale della famiglia.

In altre parole, i genitori non devono solo provvedere ai bisogni primari del figlio, come il cibo e un tetto sotto cui vivere. Mantenere un figlio significa anche fornirgli tutto l’occorrente per il suo benessere psico-fisico e materiale. A seconda delle circostanze, tale obbligo include:

  • mettere a disposizione la casa;
  • fornire e acquistare l’abbigliamento e gli accessori;
  • garantire la frequenza alla scuola, l’acquisto dei libri, del materiale didattico secondo le inclinazioni del figlio, ossia le sue attitudini, senza che i genitori possano imporgli una scelta che questi non asseconda;
  • garantire la possibilità di partecipare alle iniziative (gite, stage, viaggi di studio, visite, attività ricreative, corsi);
  • garantire cure mediche, specialistiche e odontoiatriche;
  • sostenere le spese di trasporto o fornire un eventuale mezzo di locomozione come una bicicletta, un monopattini, un motorino e, laddove maggiorenne, anche un’auto (sempre in proporzione alle capacità economiche dei genitori);
  • assicurare la frequenza a una palestra o ad attività sportive.

In sintesi, come chiarito dalla Cassazione [1], i genitori devono quindi predisporre, fino a quando l’età dei figli lo richiede, una stabile organizzazione domestica, idonea a rispondere a tutte le necessità di cura e di educazione.

Da ciò si evince che il genitore non può:

  • mandare via di casa il figlio se questi non è ancora in grado di mantenersi da solo e di pagare un affitto;
  • obbligare il figlio a comprare da solo ciò che gli serve per mangiare o a pagarsi la palestra;
  • imporre al figlio di mantenersi da solo agli studi universitari o addirittura vietargli la frequenza di un corso universitario o di avviamento al lavoro;
  • costringere il figlio a lavorare rinunciando alla sua formazione post-scolastica se questi intende svolgerla con profitto. Resta tuttavia fermo l’obbligo per il figlio che lavora e convive con i genitori di contribuire ai bisogni della famiglia in proporzione alle proprie capacità economiche;
  • negare al figlio i soldi per partecipare a gite scolastiche;
  • imporre al figlio un regime di vita rigoroso e parsimonioso, se le sue capacità economiche sono elevate e gli consentono un tenore più elevato.

Il figlio può pretendere di essere mantenuto dai genitori agli studi universitari

Come abbiamo anticipato, il dovere di garantire al figlio un’istruzione non si limita solo alla scuola dell’obbligo ma anche ai successivi gradi di studio, sempre che il giovane abbia un rendimento proficuo.

In quali casi il figlio perde il diritto ad essere mantenuto dai genitori?

Il figlio perde il diritto al mantenimento se, una volta divenuto maggiorenne:

  • non vuol proseguire gli studi e, nello stesso tempo, non cerca un lavoro che possa renderlo autonomo;
  • in ogni caso, al raggiungimento di 30 anni (ma anche prima se non studia).

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Pubblicato : 18 Ottobre 2022 12:30