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Cosa comporta parcheggiare in un parcheggio riservato ai condomini?

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(@angelo-greco)
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Cosa si può fare contro chi parcheggia l’auto in un cortile condominiale privato che non è il suo: tra denuncia e carro attrezzi.

Ti è mai capitato di vedere un’auto sconosciuta parcheggiata nel cortile del tuo condominio? O magari ti sei chiesto se i tuoi ospiti possono lasciare la propria macchina lì e se gli altri condomini avrebbero diritto a ribellarsi? La legge è chiara al riguardo e, di recente, anche la Cassazione si è espressa su un caso del genere. Scopriamo dunque insieme cosa comporta parcheggiare in un parcheggio riservato ai condomini, quali sono i diritti e i doveri quando si tratta di spazi condominiali, quali sono gli strumenti a cui può fare ricorso l’amministratore per tutelare l’area comune dagli estranei. Ma procediamo con ordine.

Si può chiamare il carro attrezzi contro chi parcheggia in un condominio privato?

Nelle aree private, la polizia municipale non può accedere per elevare contravvenzioni. Non rischia quindi una multa chi entra in un cortile privato, neanche se dovesse essere presente un cartello con scritto “divieto di sosta”.

Allo stesso modo il carro attrezzi non può intervenire su segnalazione di uno dei residenti, potendo questo essere chiamato solo dalla polizia municipale. In questi casi la Cassazione con la sentenza 820 del 16 gennaio 2014, ha detto che «… non si può ricorrere a forme di autotutela…»

Tuttavia l’amministratore, a spese del condominio, potrebbe chiamare un servizio privato di traino dell’auto e farla depositare, a spese del condominio, presso un garage o altro luogo, per poi rivalersi economicamente sul responsabile. Tale potere è rimesso anche al singolo condomino.

Si può denunciare chi parcheggia in un condominio privato?

Una sentenza della Cassazione penale del 20 luglio 2023, la numero 31700/2023, ha chiarito che parcheggiare in maniera abusiva nel cortile condominiale altrui senza autorizzazione è reato. In particolare, costituisce violazione di domicilio. E ciò perché anche gli spazi comuni del condominio rientrano nella nozione di “privata dimora”, benché intestati a più soggetti. Ciò significa che è un luogo non aperto al pubblico e protetto dall’articolo 614 del Codice penale.

Non solo. Secondo la Suprema Corte, la condotta di chi lascia l’auto in un parcheggio privato integra anche un altro reato: quello di invasione di terreni ed edifici. Si tratta, in questo caso, di una interpretazione piuttosto innovativa e forse un po’ forzata visto che, sino ad oggi, la giurisprudenza ha sempre subordinato tale illecito penale al fatto che l’occupazione si protragga per un notevole lasso di tempo.

Alla luce di tali affermazioni, la Cassazione ha pertanto confermato la condanna di un individuo che aveva più volte parcheggiato la propria macchina nel cortile di un condominio che non era il suo, pur non essendo mai stato autorizzato e, anzi, avendo ricevuto più volte l’invito a desistere da tale comportamento.

Quando si verifica la violazione di domicilio?

Commette reato di violazione di domicilio chi si introduca in luogo altrui, contro la volontà del proprietario o comunque di chi ha diritto di escluderlo. Ciò vale per tutti i luoghi di privata dimora, comprese le relative pertinenze, come i giardini, i garages, le soffitte, l’androne dell’edificio o la corte.

La violazione di domicilio si verifica, in particolare, quando una persona si introduce in un luogo privato – non solo un’abitazione ma anche un cortile condominiale – contro la volontà del proprietario, soprattutto se l’area è delimitata da barriere come cancelli o recinzioni.

Ciò che tuttavia conta ai fini del reato in questione non è tanto il fatto che la disponibilità dell’area sia in capo a un’unica persona (potendo ben spettare a un gruppo di soggetti come i condomini dello stesso edificio), ma che si tratti di luogo non aperto al pubblico o comunque non accessibile a terzi senza il consenso del titolare, ivi compresi quelli destinati ad attività lavorativa o professionale (Cassazione 31345/17).

Se un cortile condominiale è chiaramente delimitato e un individuo decide di parcheggiarci senza autorizzazione, ciò costituisce dunque violazione di domicilio.

Infatti, i cortili sono delle pertinenze alle unità immobiliari e rientrano nel concetto di “appartenenza” (previsto dall’articolo 614 comma 1 Codice penale). Non importa che essi siano di uso comune a più abitazioni visto che il diritto di esclusione da quei luoghi spetta a ciascuno dei titolari delle singole abitazioni (Cassazione penale sent. n. 7279/78).

E se l’accesso al cortile è libero?

Se un cortile non ha barriere e sembra liberamente accessibile, la situazione cambia. È compito dell’amministratore rendere chiaro che si tratta di un’area privata, magari attraverso cartelli e avvisi ben visibili. In questo caso si può escludere la buona fede dell’invasore e quindi si può ugualmente procedere alla sua condanna per violazione di domicilio. E questo perché il reato in questione presuppone la consapevolezza dell’altruità della cosa, il che deve essere manifesto o comunque facilmente desumibile dalle circostanze concrete.

È permesso il parcheggio condominiale per ospiti o familiari dei condomini?

In generale, la sosta temporanea di ospiti dei condomini è consentita, a meno che non lo vieti il regolamento condominiale o un’apposita delibera dell’assemblea presa a maggioranza dei presenti che rappresentino almeno 500 millesimi.

Resta comunque il divieto per il singolo condomino di occupare tanto spazio da pregiudicare agli altri di fare ugualmente uso della cosa comune. Il che significa che una famiglia non può lasciare più di una macchina se non c’è posto per le altre degli stessi condomini.

Cosa fare in caso di parcheggio da parte di estranei?

Se un veicolo di un estraneo viene parcheggiato nel cortile condominiale, non è possibile rivolgersi direttamente alla forza pubblica per la sua rimozione. L’approccio consigliato è contattare il proprietario per chiedere la rimozione o avviare un’azione civile.

 
Pubblicato : 14 Settembre 2023 15:45