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Cosa comporta il diritto di abitazione?

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(@angelo-greco)
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Diritti e poteri del titolare del diritto di abitazione: il caso del coniuge superstite e dell’ex coniuge dopo la morte del proprietario. 

Due sono le più frequenti situazioni in cui la legge attribuisce, a una persona, il diritto di abitazione su una casa di proprietà altrui: il coniuge superstite (alla morte del titolare dell’immobile) e il coniuge collocatario dei figli (dopo la separazione o il divorzio). Ma quali sono i poteri del titolare di tale diritto? Cosa può fare dell’immobile in questione? Cosa comporta il diritto di abitazione? Scopriamolo insieme in questo articolo dal taglio pratico.

Scopriremo cosa può fare nell’abitazione il titolare del diritto di abitazione, se può ospitarvi altre persone, dopo quanto tempo cessa il diritto di abitazione e chi debba pagare le tasse sulla casa come l’Imu. Ma procediamo con ordine. 

In cosa consiste il diritto di abitazione?

Il diritto di abitazione rappresenta il diritto di utilizzare un’abitazione altrui solo per i bisogni personali e familiari del titolare del diritto, senza un limite quantitativo ma con un divieto di utilizzo della casa in modo diverso dall’uso abitativo. Quindi, ad esempio, il titolare del diritto di abitazione non può cambiare la destinazione urbanistica del bene trasformandolo da civile abitazione a uso commerciale o come sede di una società.

Non è permesso al titolare del diritto concedere l’abitazione ai propri familiari mentre egli abita in un altro luogo. 

Il diritto di abitazione si differenzia dalla locazione (volgarmente chiamata “affitto”) per il fatto di essere gratuito: il beneficiario pertanto non dovrà corrispondere alcun compenso al titolare dell’immobile. 

Si può dividere una casa?

Il diritto di abitazione può anche essere costituito anche su una parte soltanto di una casa quando essa è comodamente divisibile e consente una conveniente sistemazione di due o più famiglie. In questo caso il titolare è tenuto alle spese e al pagamento dei tributi in proporzione di ciò che gode.

Quindi, ad esempio, il giudice della separazione potrebbe riconoscere alla moglie il diritto di abitazione su un solo piano di una villetta bifamiliare perfettamente divisibile, a patto che i due ex coniugi non abbiano poi possibilità di vedersi o entrare in contatto in qualsiasi modo. E ciò al fine di garantire l’indipendenza degli stessi.

A chi spetta l’uso dell’arredo, dei mobili e del garage?

Con il diritto di abitazione viene trasferito anche l’uso degli accessori e delle pertinenze (balconi, cantine, giardini, autorimesse, ecc.), comprese le accessioni per nuove costruzioni. E non solo: nel diritto di abitazione è compreso anche l’uso della mobilia e di tutti gli arredi che compongono l’immobile in questione.

Chi paga l’Imu e le altre tasse sulla casa?

L’Imu e l’imposta sulla spazzatura (Tari) gravano sul titolare del diritto di abitazione, ragion per cui il proprietario non deve versare nulla al Comune né è responsabile per l’inadempimento altrui. 

Tuttavia, se il titolare del diritto di abitazione sposta la residenza nell’immobile in questione, egli è esonerato dal versamento dell’Imu, sussistendo i presupposti per l’esenzione fiscale. In tal caso, nessuno dovrà versare l’imposta sulla casa, neanche il proprietario.

Chi paga le utenze?

Anche le utenze della casa – luce, acqua, telefono e gas – sono a carico del titolare del diritto di abitazione, salvo diversa disposizione del giudice nel caso di separazione o divorzio.

Come deve comportarsi il titolare del diritto di abitazione?

Il titolare del diritto di abitazione deve sempre osservare la diligenza del buon padre di famiglia e quindi conservare il bene, servirsene secondo la destinazione datale dal proprietario e non abusarne. 

Chi paga le spese dell’immobile e il condominio?

Il titolare del diritto di abitazione deve sopportare le spese ordinarie di riparazione. Invece la manutenzione straordinaria spetta al proprietario dell’immobile. 

Questa ripartizione segue anche le spese condominiali, sicché gli oneri ordinari per i consumi e per la gestione delle cose comuni sono a carico del titolare del diritto mentre le restanti sono a carico del proprietario. 

Si possono ospitare altre persone?

Il titolare del diritto di abitazione può ospitare altre persone all’interno dell’immobile, anche in modo stabile. Non può però cedere o locare il proprio diritto a un terzo. 

Quando scade il diritto di abitazione?

Nel caso di diritto di abitazione al coniuge superstite, la scadenza si verifica quando questi muore. È difatti un diritto vita natural durante. Ma la scadenza si può anche verificare per mancato uso dell’immobile per oltre 20 anni. 

Nel caso di diritto di abitazione all’ex coniuge dopo la separazione o il divorzio, la scadenza si verifica quando cessa la funzione del diritto di abitazione che è quella di garantire ai figli – minorenni o maggiorenni non ancora autosufficienti – di continuare a vivere nello stesso habitat domestico. Pertanto il diritto di abitazione, in tale ipotesi, cessa quando i figli vanno a vivere da soli, quando diventano autonomi per aver conseguito un reddito di lavoro o quando, per eccessiva inattività, perdono il diritto al mantenimento. 

 
Pubblicato : 12 Marzo 2023 15:30