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Cori negativi allo stadio: quando tifare diventa reato?

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(@raffaella-mari)
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Guida completa ai limiti legali e sportivi della libertà di espressione in ambito calcistico. Esprimere il proprio tifo è un diritto, ma ha dei limiti. Scopri le possibili conseguenze legali e sportive.

Quando si va allo stadio, fino a che punto può spingersi il tifo appassionato? Quali sono i limiti legali e sportivi per chi vuole “dire la sua” su una partita o un evento sportivo attraverso striscioni, incitazioni o anche sulla propria bacheca Facebook? In presenza di cori negativi allo stadio, quando tifare diventa reato? In questo articolo, analizzeremo il concetto di “diritto di tifare” e le sue possibili implicazioni legali.

Che cos’è il “diritto di tifare”?

Il diritto di tifare riguarda la libertà di esprimere commenti, giudizi e critiche verso una competizione sportiva. Questa libertà è garantita dall’articolo 21 della Costituzione che consente a tutti di manifestare il proprio pensiero. Ma come ogni diritto, anche questo ha dei limiti.

Quali sono i limiti al diritto di tifare?

Il diritto di esprimersi allo stadio o fuori da esso non deve mai tradursi in un’offesa che danneggia la dignità e il decoro di qualcuno. In particolare, non è consentito offendere l’altrui onore e reputazione.

Un comportamento che supera i limiti può essere considerato reato di diffamazione (art. 585 c.p.) quando commesso in assenza della vittima e in presenza di almeno due persone. Se tale offesa avviene attraverso la stampa o il web, si applica un’aggravante alla pena base.

Se invece l’offesa avviene direttamente alla presenza della persona offesa siamo in presenza non più del reato di diffamazione ma dell’ingiuria, illecito dal 2015 depenalizzato, che può dar luogo solo a richieste di risarcimento dei danni in sede civile.

Come viene valutato il comportamento del tifoso?

La valutazione tiene conto del contesto generale. Anche se le parole utilizzate sono forti, devono comunque essere pertinenti alla discussione. Non solo allo stadio, ma anche su piattaforme come Facebook, certi comportamenti possono costituire reato, con l’aggravante della pubblicità del mezzo.

La Cassazione dice che non bisogna mai superare il limite della cosiddetta continenza: non è possibile cioè andare oltre i normali canoni della moderazione. Le espressioni non possono risolversi in un gratuito attacco all’altrui dignità e moralità personale o professionale.

È vero: allo stadio è normale attendersi toni più forti e aggressivi, sicché non si può certo perseguire penalmente qualsiasi sfogo. Ma anche questi, se travalicano il fine dell’incitamento alla propria squadra del cuore, possono integrare un comportamento illecito.

In tutti questi casi tuttavia siamo in presenza di reati procedibili solo a querela di parte. Ed allo stadio è spesso difficile sentirsi o riconoscersi. Questo implica la difficoltà di punire molte di tali azioni. La polizia non potrebbe cioè arrestare o espellere chi commette il reato di diffamazione allo stadio.

Cori razzisti allo stadio: quando sono puniti

La legge prevede la condanna fino a 1 anno e 6 mesi e la multa fino a 6.000 euro per “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

Cosa prevede l’ordinamento sportivo?

I tesserati e gli affiliati sono proibiti dal fare dichiarazioni che danneggiano la reputazione di altri. Questo divieto è delineato nell’articolo 7 del Codice di Comportamento Sportivo del CONI.

In Italia, le società sportive possono essere ritenute responsabili per comportamenti inappropriati dei loro tifosi, a meno che non dimostrino di aver fatto tutto il possibile per prevenire tali comportamenti. Si tratta quindi di una responsabilità oggettiva.

La possibilità di ottenere il riconoscimento della propria estraneità ai fatti commessi dalla tifoseria, dimostrando di aver posto in essere tutte le azioni possibili per prevenire, e per collaborare con le Forze dell’ordine per individuare i responsabili di azioni censurabili, appare conforme a civiltà e a diritto, dovendosi cercare di limitare nella misura massima possibile le ipotesi di responsabilità oggettiva.

Cos’è il Daspo?

A tutto ciò si può aggiungere il DASPO. È una sanzione amministrativa che impedisce a chi viene ritenuto “immeritevole” di partecipare alle manifestazioni sportive. Viene emessa dal Questore e può durare diversi anni. Coloro che intonano cori razzisti allo stadio potrebbero ricevere il Daspo, con conseguenti sanzioni anche per la loro squadra.

 
Pubblicato : 22 Ottobre 2023 06:45