Copyright software: come funziona?
Qual è la differenza tra copyright e diritto d’autore? Cos’è il codice sorgente? Quando è possibile brevettare un programma?
Il diritto d’autore è l’insieme delle norme che tutelano le idee creative nel campo culturale e scientifico. Chi scrive un romanzo, compone una canzone oppure mette in scena una rappresentazione teatrale è protetto da quanti cercano di appropriarsi illegittimamente della sua opera, plagiandola e spacciandola per propria. Queste regole valgono anche nel campo della programmazione informatica? Come funziona il copyright per software?
Come vedremo nel prosieguo, la legge sul diritto d’autore protegge anche questo tipo di opera dell’ingegno, limitatamente però a una sua parte. Il software, infatti, è qualcosa di molto complesso che per essere tutelato appieno può necessitare anche del brevetto. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura.
Cos’è il copyright?
Il copyright è il termine inglese che usiamo in Italia come sinonimo di diritto d’autore.
In realtà, come spiegato nell’articolo dal titolo Copyright e diritto d’autore: differenze, se volessimo essere davvero precisi dovremmo dire che il copyright è soltanto un aspetto del diritto d’autore, trattandosi del diritto di riprodurre in maniera esclusiva una certa opera.
il copyright, quindi, non comprende l’aspetto “morale” del diritto d’autore, quello cioè che riguarda la possibilità di rivendicare in ogni tempo la paternità della propria opera.
Che cos’è il diritto d’autore?
Come anticipato in premessa, il diritto d’autore è l’insieme delle norme che tutelano le opere dell’ingegno, cioè tutte le idee creative che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione [1].
Il diritto d’autore consente di:
- rivendicare in ogni momento la paternità di un’opera contro chi abusivamente se ne appropria (cosiddetto “diritto morale d’autore”);
- avere il monopolio sullo sfruttamento economico dell’opera (cosiddetto “diritto patrimoniale d’autore”);
Mentre il diritto morale d’autore è imprescrittibile e non può mai essere ceduto, il diritto patrimoniale “scade” 70 anni dopo la morte dell’autore e può essere alienato ad altri soggetti, come ad esempio agli editori e alle case discografiche.
Il copyright si pone all’interno del diritto patrimoniale d’autore, rappresentando il diritto dell’autore di poter riprodurre la propria opera in modo esclusivo (fermo restando la possibilità di cedere questo diritto dietro pagamento di un compenso).
Come già detto, però, sempre più spesso copyright e diritto d’autore sono intesi come sinonimi; così faremo anche noi nel prosieguo di questo articolo.
Software: cos’è?
Il software è l’elemento immateriale che permette di utilizzare e di far funzionare dispositivi come computer, smartphone e tablet.
In pratica, i software sono i programmi che ci sono all’interno dei suddetti apparecchi. Ad esempio, l’applicazione che consente di navigare in internet (Google Chrome, Safari, Firefox, ecc.) è un software che prende il nome di browser.
Allo stesso modo, sono software i programmi di scrittura (come Word) e gli elaboratori di fogli elettronici (come Excel).
Il software è tutelato dal copyright?
Il copyright tutela solo una parte del software. Per la precisione, il diritto d’autore protegge il software per come è scritto: si tratta del cosiddetto linguaggio di programmazione (o linguaggio macchina).
Detto in altri termini, il copyright tutela solamente il cosiddetto “codice sorgente” del software, cioè il modo in cui il software è stato scritto e digitato nella macchina in un primo momento.
Proprio perché il software, a livello di codice sorgente, è in formato testuale, la legge lo equipara a un’opera dell’ingegno di carattere creativo, meritevole perciò di tutela.
Copyright: come protegge il software?
Il diritto d’autore protegge il programma come se fosse un’opera letteraria, ossia per il modo in cui è scritto; ciò significa che, ogni volta che viene scritto un programma che esegue la stessa funzione ma utilizzando una scrittura differente, non si ha violazione dei diritti d’autore.
È per questa ragione che esistono decine di software che svolgono le stesse funzioni: si pensi all’esempio fatto sopra dei browser per la navigazione in internet.
Software: si può brevettare?
Il creatore di un software può ottenere una maggior tutela brevettando la propria opera presso l’Ufficio brevetti e marchi.
A differenza del diritto d’autore, il quale sorge automaticamente nel momento in cui l’opera viene alla luce, il brevetto deve infatti essere ottenuto mediante registrazione.
Il brevetto tutela le invenzioni industriali, cioè le idee creative nel campo della tecnica. Ecco perché un software, per essere brevettabile, deve apportare una soluzione tecnica ad un problema tecnico e soddisfare i normali requisiti di brevettabilità delle invenzioni, in particolare la novità e l’attività inventiva.
Deve esistere, quindi, un “effetto tecnico” ulteriore rispetto alla normale interazione del software con i dispositivi hardware.
Ad esempio, è brevettabile il software relativo alla compressione dei dati, un programma che controlla e gestisce un forno in un impianto industriale, oppure un software che ottimizza la memoria interna di un computer.
Non è invece brevettabile un programma di contabilità, in quanto soluzione a un problema economico, né un programma che esegue dei calcoli o un gestionale, se si limita a gestire ed elaborare delle informazioni senza produrre alcun effetto tecnico.
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