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Controllo caldaia: tutte le regole

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(@paolo-remer)
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Quali sono le verifiche obbligatorie all’impianto di riscaldamento e produzione di acqua calda, con che periodicità vanno fatte, che succede in caso di omissione.

Quasi tutti gli italiani hanno una caldaia in casa, per il riscaldamento autonomo e per la produzione di acqua calda. Così è necessario sapere quando bisogna revisionare l’impianto, con che periodicità, entro quali scadenze, chi chiamare per compiere queste verifiche. In questo articolo ti spieghiamo tutte le regole sul controllo della caldaia, che sono stabilite sia a fini di sicurezza, per evitare rischi di esplosioni o incendi, sia per mantenere gli impianti in efficienza sotto il profilo delle emissioni e dunque per il contenimento dell’inquinamento ambientale.

Caldaia: quali controlli fare?

Esistono due tipi di controlli sulla caldaia e sono ben diversi tra loro: per prima cosa c’è la revisione dell’impianto, che riguarda la manutenzione ordinaria dei suoi componenti e la pulizia periodica; poi c’è anche il bollino blu  che riguarda l’efficienza energetica e prende in esame i fumi di scarico. In pratica è la stessa differenza che passa tra il controllo meccanico di un’autovettura e quello sulle emissioni dalla marmitta.

Caldaia: i controlli sono obbligatori?

Si: entrambi i tipi di controllo sono obbligatori per legge, ma essendo ben diversi tra loro hanno anche una differente periodicità e frequenza; l’importante è non confondere le due cose, come vedremo tra poco.

Caldaia: chi fa i controlli? 

La caldaia deve essere installata e manutenuta sempre da un tecnico abilitato. Le operazioni che svolge dovranno essere annotate a sua cura su un rapporto che andrà riportato nelle apposite schede del libretto caldaia che dovrai conservare con cura. È la carta d’identità dell’impianto installato e registra tutte le modifiche e i controlli svolti nel tempo; è anche il documento che prova di averli effettuati con regolarità. Per sapere di più su cosa contiene, leggi libretto caldaia: istruzioni per l’uso.

Revisione caldaia: paga il proprietario o l’inquilino?

Sia la manutenzione della caldaia sia il bollino blu spettano al proprietario dell’appartamento; ma se l’immobile è stato dato in affitto, deve occuparsene l’inquilino e sostenere anche la relativa spesa. Il contratto di locazione potrebbe prevedere, però, di ripartire gli oneri diversamente.

La riparazione della caldaia rotta, invece, non rientra nelle spese di ordinaria manutenzione che sono a carico dell’inquilino, e dunque compete al proprietario. Per approfondire leggi affitto e caldaia.

Caldaia: cos’è la revisione?

Per evitare equivoci chiariamo che quella che chiamiamo revisione è la manutenzione ordinaria e periodica della caldaia da un punto di vista dell’efficienza tecnica e della sicurezza. Il cosiddetto bollino blu riguarda un aspetto diverso, quello dell’efficienza energetica ed esamina soltanto il controllo dei fumi.

Sono quindi due cose molto diverse: se le emissioni della caldaia sono “sporche” potrebbe esserci un difetto del bruciatore o della combustione, ma potrebbero essere anche nella norma e nonostante ciò la caldaia potrebbe avere dei seri problemi. La caldaia deve quindi essere sottoposta da parte di un tecnico specializzato ad un esame periodico in tutte le sue componenti, non solo nella parte relativa ai gas di scarico. Per questo la legge richiede l’obbligatorietà di entrambi ed anzi, come vedremo ora, la maggior frequenza della revisione tecnica rispetto a quella energetica.

Caldaia: la revisione è periodica?

Si ma occorre distinguere – come ti abbiamo anticipato – tra i controlli di manutenzione e i controlli dei fumi. Per i primi, cioè la revisione vera e propria, la periodicità dipende dal tipo di impianto ed è indicata nel manuale di installazione; se non c’è, bisogna fare riferimento alle istruzioni del produttore. Di solito e per la maggior parte delle caldaie in uso negli appartamenti domestici va fatta una volta all’anno, ma potrebbe anche essere biennale per gli impianti più moderni ed automatizzati.

Il bollino blu sulle emissioni invece va controllato generalmente ogni due anni per le normali caldaie, ma la scadenza dipende anche dalla potenza della caldaia, espressa in Kw, e dal tipo di combustibile utilizzato.

Così anche in questo caso le scadenze stabilite cambiano in base al tipo di impianto: quelli a gas, metano o gpl, vanno controllati ogni quattro anni dalla prima installazione, e poi ogni due anni, ma alcuni modelli potrebbero richiedere scadenze più brevi, talvolta anche annuali (ad esempio per gli impianti con potenza superiore a 100 kW e che usano combustibile liquido o solido anziché i gas). Anche qui bisogna fare riferimento alle indicazioni dell’installatore o del produttore. Per approfondire questi aspetti leggi quando fare il controllo caldaia.

Caldaia: va controllata sempre ogni anno?

No; per  molti modelli è così ma non esiste un obbligo generalizzato che stabilisca tale frequenza. Per come ti abbiamo anticipato sopra, la manutenzione della caldaia non va fatta obbligatoriamente una volta all’anno, ma deve rispettare la periodicità specifica prevista per quel modello, che è indicata nel libretto di istruzioni fornito dall’installatore. In caso tu non lo abbia dovrai rivolgerti alla casa produttrice oppure chiedere ragguagli al tuo manutentore di fiducia.

Stessa cosa per i controlli di efficienza energetica, che come abbiamo visto hanno una periodicità compresa tra i 2 e i 4 anni, anche qui non imposta in via generale e predeterminata per tutti.

Alcune ditte però “confondono” i due aspetti e fanno credere che bisogna fare la revisione della caldaia sempre ogni anno, talvolta inserendo nelle operazioni anche il controllo di efficienza energetica. Non è affatto così poiché non la legge non prevede – salvo che per alcuni tipi di impianto – l’obbligatorietà di fare il controllo fumi e rinnovare annualmente il bollino blu e soprattutto la stessa caldaia, a seconda del tipo di funzionamento e di alimentazione e dell’epoca di costruzione e di installazione, potrebbe richiedere una manutenzione tecnica periodica più diradata rispetto a quella annuale.

Può essere consigliabile invece, per determinati modelli oppure per gli impianti più vecchi, eseguire una manutenzione anche più frequente rispetto alle scadenze obbligatorie.

Caldaia: cosa controlla la revisione?

Non si tratta – è bene ribadirlo – dell’efficienza energetica ma del controllo sul regolare funzionamento dell’apparecchio in tutte le sue parti, che potrebbero richiedere interventi: come la pulizia del bruciatore, la sostituzione di tubi, valvole o guarnizioni, la riprogrammazione della centralina, ecc. È la stessa differenza che passa tra il portare l’auto dal meccanico per tenerla efficienza e sicura, sottoponendola ai tagliandi ed alle altre manutenzioni programmate e consigliate dalla casa produttrice, ed il sottoporla periodicamente alla revisione obbligatoria, senza la quale per legge non può circolare anche se fosse in perfetto ordine.

Caldaia: le scadenze sono uguali in tutta Italia?

Non sempre: la normativa nazionale può essere derogata o integrata dalle Regioni e Province Autonome, ed anche dai Comuni con numero di abitanti superiore ai 40 mila, che hanno facoltà di stabilire propri regolamenti in materia. Così alcuni Enti territoriali stabiliscono proprie regole, che vanno rispettate per tutti gli impianti che si trovano nel loro ambito.

Per sapere nello specifico quali sono queste eventuali norme specifiche, occorre rivolgersi allo Sportello Energia che fornirà le informazioni necessarie; se non conosci il recapito o il numero di telefono, puoi informarti presso l’Urp (Ufficio relazioni con il pubblico) che ti fornirà le indicazioni necessarie ed eventualmente ti metterà in contatto con l’incaricato responsabile del settore.

Caldaia: quali rischi senza revisione?

A parte gli ovvi rischi in termini di sicurezza e di economicità (una caldaia non revisionata, e dunque non manutenuta regolarmente, consuma di più) ci sono delle multe per l’omessa revisione periodica: si tratta di  sanzioni amministrative pecuniarie che variano da un minimo di 500 euro fino a un massimo di 3mila euro.

Ci sono anche altre sanzioni in caso di mancanza del libretto della caldaia o per impianti non conformi; leggi in proposito caldaia: quali sanzioni quando non è a norma. Se hai perso il libretto e vuoi ottenerne uno nuovo, leggi “Libretto caldaia smarrito: cosa fare?“.

 
Pubblicato : 28 Agosto 2023 09:45