Controlli difensivi del datore: quando sono legali?
In quali casi il datore può installare telecamere e altri impianti audiovisivi sul posto di lavoro? È legittimo il ricorso all’investigatore privato?
Lavoratore e datore sono legati da un contratto che prevede, in capo ad entrambi, una serie di diritti e di doveri, i principali dei quali sono ovviamente quello di svolgere le mansioni assegnate, da un lato, e di pagare la retribuzione mensile, dall’altro. La legge e la contrattazione collettiva impongono però tutta una serie di comportamenti a cui bisogna attenersi, nell’interesse reciproco delle parti. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: quando sono legali i controlli difensivi del datore di lavoro?
Per rispondere a questa domanda occorre ovviamente intendersi sul significato di “controlli difensivi”, sebbene la denominazione già faccia comprendere di cosa si tratta. Ma procediamo con ordine.
Cosa sono i controlli difensivi del datore di lavoro?
Per “controlli difensivi” si intendono le misure, adottate dal datore, finalizzate alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o a evitare comportamenti illeciti del dipendente.
Classico esempio di controllo difensivo è quello che consiste nell’incaricare un’agenzia investigativa privata affinché verifichi che il dipendente in malattia non approfitti del periodo di riposo per svolgere un’altra attività lavorativa oppure per andare in vacanza.
Insomma: sono “difensivi” tutti i controlli posti in essere dal datore per tutelare i propri interessi, adottati in seguito a fatti che, solitamente, costituiscono un illecito.
Il datore può decidere di far pedinare il proprio dipendente sospettato di aver rubato alcuni beni aziendali durante il turno di lavoro.
Il datore può incaricare un’agenzia investigativa per verificare se è vero, come sospetta, che il proprio dipendente si allontana dai locali dell’azienda durante l’orario di lavoro.
Cosa sono i controlli con impianti audiovisivi?
La legge [1] prevede espressamente la possibilità che il datore possa installare all’interno della propria azienda impianti di videosorveglianza e altri dispositivi che permettano il controllo a distanza dei dipendenti.
Tali impianti possono essere impiegati esclusivamente per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale, e possono essere installati:
- previo accordo collettivo stipulato con il sindacato dei lavoratori;
- in mancanza di accordo sindacale, previa autorizzazione delle sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
Il datore può installare telecamere per controllare che i dipendenti non rubino la sofisticata strumentazione elettronica che utilizzano nell’espletamento delle proprie mansioni.
Controlli difensivi e controlli con impianti audiovisivi: differenza
A differenza dei controlli “ordinari” con impianti audiovisivi, i controlli difensivi non sono espressamente previsti dalla legge: per attuarli, quindi, non occorre alcun accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato.
Ciò perché i controlli difensivi avvengono solitamente al di fuori dell’azienda, mentre le telecamere vengono installate sul posto di lavoro.
Le differenze non sono finite qui: mentre i controlli “ordinari” sono finalizzati a prevenire la commissione di un illecito, i controlli difensivi si attuano a seguito di una condotta illegale che è avvenuta in azienda oppure di un’azione che ha destato sospetti nel datore.
Uno dei dipendenti è stato visto andare via con un vistoso scatolo di cartone nella propria auto. La sera stessa il datore ha scoperto che in azienda erano scomparsi alcuni beni.
Insomma: mentre i controlli con impianti audiovisivi sono preventivi e fungono da deterrente, i controlli difensivi servono ad accertare un fatto che è già accaduto (o che stava per accadere) oppure su cui v’è un fondato sospetto di illiceità. Si tratta quindi di un controllo successivo.
Controlli difensivi del datore di lavoro: quando sono legali?
Poiché i controlli difensivi non sono previsti dalla legge, occorre comprendere in quali casi il datore può farvi ricorso senza commettere un illecito a propria volta.
Secondo la giurisprudenza [2], il datore di lavoro, laddove sospetti la commissione di illeciti da parte del dipendente, ha diritto di sottoporre il medesimo a controlli, anche mediante il ricorso ad agenzie di investigazione.
In effetti, se è vero che il datore non può ricorrere a controlli eseguiti tramite investigatori privati per verificare l’adempimento o meno della prestazione lavorativa da parte del dipendente o per controllare le relative modalità di esecuzione, è altrettanto vero che il datore ben può eseguire controlli difensivi volti a verificare la realizzazione di comportamenti illeciti da parte del lavoratore.
Per procedere a detti controlli è sufficiente anche il solo sospetto o la mera ipotesi che illeciti siano in corso di esecuzione.
È quindi legittimo il licenziamento del dipendente che, a seguito di controlli difensivi, è stato scoperto allontanarsi dal luogo di lavoro per scopi privati.
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