Contratto fiduciario: cos’è e come funziona?
In cosa consiste e a cosa serve il negozio fiduciario? Cosa si intende per contratto tipico? Cosa fare se una delle parti viene meno al patto?
La legge lascia le persone libere di stipulare gli accordi che ritengono più convenienti. Si tratta della cosiddetta “autonomia contrattuale”, secondo cui le parti possono determinare il contenuto del contratto, nei limiti imposti dall’ordinamento giuridico. In altre parole, questa libertà non può spingersi sino a concludere accordi illeciti: si pensi alla compravendita di droga oppure al contratto di prostituzione. Con questo articolo ci soffermeremo su una particolare questione: vedremo cioè cos’è e come funziona il contratto fiduciario.
Sin da subito possiamo dire che il patto fiduciario dà vita a una situazione giuridica che corre su due binari: da un lato c’è il contratto tipico (come può esserlo la vendita, la locazione, ecc.), dall’altro un patto con cui si “snatura” il contratto tipico, modificandone gli effetti. È il caso di chi vende un bene mentre l’acquirente, con accordo parallelo, si impegna a restituirlo dopo un po’ di tempo. Ma non anticipiamo troppo. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme cos’è e come funziona il contratto fiduciario.
Cos’è il negozio fiduciario?
Il “negozio fiduciario” è il contratto con cui un soggetto (cosiddetto fiduciante) cede un proprio diritto a un’altra persona (cosiddetto fiduciario) che si impegna a propria volta a restituirlo oppure a trasferirlo a un altro soggetto.
Si pensi all’acquirente che si impegna a cedere l’auto che ha comprato a chi gliel’ha venduta: in un’ipotesi del genere, la compravendita rappresenta il contratto tipico (quello “normale”, per intenderci) mentre il negozio fiduciario è il patto con cui gli effetti del primo vengono ridotti.
In pratica, il negozio fiduciario serve a modificare gli effetti tipici di un altro contratto, rimodulandoli in maniera da soddisfare le esigenze delle parti.
Come funziona il negozio fiduciario?
Come già ricordato, il negozio (o contratto) fiduciario ha la funzione di limitare gli effetti del contratto principale a cui si affianca. In effetti, è come se il patto fiduciario ponesse un “timer” sugli effetti del contratto tipico. Si prenda nuovamente l’ipotesi della compravendita fatta nel precedente paragrafo.
Tizio vende la propria auto a Caio, dando luogo a una normale compravendita. I due si mettono altresì d’accordo affinché Caio, dopo un anno, restituisca la stessa auto a Tizio.
Ecco un altro esempio.
Paolo dà mandato a Marco affinché acquisti un immobile con i soldi che gli conferirà. Con il patto fiduciario, si mettono d’accordo perché Marco trasferisca l’immobile a Paolo dopo un po’ di tempo.
In entrambi i casi appena esemplificati si assiste a una limitazione (o comunque a una modifica) degli effetti tipici del contratto:
- nel caso della compravendita, il patto di fiducia riduce la portata dell’acquisto, in quanto il compratore si impegna a ritrasferire il bene che ha pagato;
- nell’ipotesi di mandato, il mandatario si impegna a trasferire il bene che ha comprato.
Di conseguenza, il contratto fiduciario aggiunge un effetto obbligatorio, in genere consistente nel restituire il bene o il diritto inizialmente acquisito.
Il patto fiduciario potrebbe prevedere anche l’obbligo di trasferimento a favore di un terzo soggetto, diverso dal fiduciante. Facciamo un altro esempio.
Matteo (fiduciante) vende il proprio garage a Gennaro (fiduciario). Con un accordo fiduciario Gennaro si impegna, dopo cinque anni, a trasferire il garage non a Matteo ma a un’altra persona individuata da quest’ultimo.
In un’ipotesi come quella appena vista il fiduciario non dovrà restituire al fiduciante il bene che ha acquistato, bensì dovrà trasferirlo a un terzo estraneo all’accordo.
A cosa serve il negozio fiduciario?
Il negozio fiduciario serve a perseguire scopi ulteriori rispetto a quelli del contratto tipico stipulato tra le parti.
Per “contratto tipico” si intende lo schema contrattuale previsto dalla legge, la cui disciplina è già completamente stabilita dall’ordinamento giuridico. Si pensi alla compravendita, alla locazione, al comodato, ecc.
Il negozio fiduciario, invece, è un contratto “atipico”, in quanto sono le parti a stabilirne liberamente il contenuto, facendo in modo che i suoi effetti si ripercuotano sul contratto tipico, in genere limitandone la portata.
Ma perché si ricorre al negozio fiduciario? Il più delle volte per dar vita a un accordo che soddisfi le esigenze concrete delle parti, cosa che non potrebbe fare un contratto tipico.
Tizio, dovendosi assentare per lungo tempo, vorrebbe che qualcuno amministrasse i suoi beni immobili; per fare ciò li trasferisce in proprietà all’amico Caio, con l’accordo che, al proprio ritorno, gli verranno restituiti.
Ma non solo: con il negozio fiduciario si realizzano anche accordi volti ad aggirare i divieti della legge, come ad esempio quello del patto commissorio.
Il patto commissorio è quel contratto con cui il debitore cede al creditore un proprio bene a garanzia del credito, con l’impegno che, in caso di mancato adempimento, il creditore potrà acquistare la proprietà definitiva del bene stesso.
Con il negozio fiduciario si può ottenere sostanzialmente lo stesso risultato, non incorrendo però nel divieto di legge.
Angelo è debitore di Massimiliano. Anziché costituire un pegno o un’ipoteca, Angelo cede la propria auto a Massimiliano, con l’accordo che gli verrà restituita una volta saldato il debito.
In questo caso il contratto fiduciario serve a evitare di incorrere in un accordo nullo, dando vita a ciò che viene definita come una “vendita di garanzia”.
Inadempimento contratto fiduciario: cosa fare?
Se una delle parti viene meno al contratto fiduciario, ad esempio rifiutandosi di ritrasferire il bene al fiduciante, allora quest’ultima potrà agire in giudizio per chiedere il risarcimento dei danni e, se l’accordo lo prevede, perfino una sentenza che sancisca la riconsegna del bene.
In pratica, se il fiduciario non vuole rispettare l’impegno di traferire nuovamente il bene che il fiduciante gli aveva consegnato, il giudice potrà imporre tale conseguenza con la propria sentenza.
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