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Contratti collettivi: cosa sono e come funzionano

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(@paolo-florio)
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CCNL: la funzione e il funzionamento del contratto collettivo nazionale di lavoro, la loro efficacia per gli iscritti al sindacato e per quelli invece che non vi aderiscono. 

Che cos’è un contratto collettivo? Come funziona? Perché è così importante nel mondo del lavoro? Queste domande emergono frequentemente quando ci si avvicina al complicato universo del diritto del lavoro. In questo articolo, risponderemo a queste domande, analizzeremo il contratto collettivo in dettaglio e spiegheremo il suo funzionamento in modo chiaro e semplice, rendendo l’argomento accessibile anche ai non esperti.

Che cos’è un contratto collettivo?

Il contratto collettivo nazionale di lavoro (anche noto con l’acronimo CCNL) è un accordo che nasce dalla negoziazione tra le associazioni dei lavoratori e i datori di lavoro. Questo accordo si occupa di regolamentare i rapporti di lavoro in un determinato settore d’attività, garantendo omogeneità e standardizzazione nel trattamento tra tutti i lavoratori di quel medesimo settore. In questo modo il contratto collettivo finisce per integrare le norme di legge e del codice civile sulla regolamentazione del lavoro.

Come funziona la contrattazione collettiva?

La contrattazione collettiva avviene a vari livelli, definiti dalle parti contraenti, che spesso corrispondono alla struttura dell’organizzazione sindacale. Per esempio, i livelli possono essere le confederazioni, le federazioni o le organizzazioni territoriali.

Cosa sono gli accordi interconfederali?

Gli accordi interconfederali rappresentano l’esito finale della contrattazione collettiva. Si tratta di accordi che stabiliscono norme comuni per vari settori economici, come commercio e industria. Il loro obiettivo è regolamentare le decisioni economiche e stabilire standard minimi di trattamento per i lavoratori.

Quali sono i contenuti del contratto collettivo?

Un contratto collettivo è suddiviso in due parti principali: la parte normativa, che stabilisce le clausole applicabili ai singoli rapporti di lavoro, e la parte obbligatoria, che definisce comportamenti vincolanti per le associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro.

Che cosa regola la parte normativa del contratto collettivo?

La parte normativa del contratto collettivo prevede clausole che determinano il contenuto dei futuri contratti individuali di lavoro. Ad esempio, queste clausole possono riguardare la retribuzione minima, la durata del periodo di prova o il periodo di preavviso.

Che cosa regola la parte obbligatoria del contratto collettivo?

La parte obbligatoria del contratto disciplina l’attività di contrattazione tra sindacati e rappresentanze datoriali. Questa sezione del contratto contiene clausole che vincolano le parti collettive firmatarie del contratto ad aderire alle loro disposizioni.

Qual è l’ambito di applicazione del contratto collettivo?

Il contratto collettivo si applica a uno specifico rapporto di lavoro in base all’attività svolta dal datore di lavoro. Se l’imprenditore svolge più attività di natura diversa, dovrà rispettare le disposizioni dei diversi contratti collettivi in base all’attività svolta dal singolo lavoratore. Ad esempio, se un’azienda si occupa sia di produzione che di commercio, dovrà applicare i contratti collettivi specifici per entrambi i settori.

Quanto dura un contratto collettivo?

La durata è di tre anni sia per la parte normativa che la parte economica. Alla scadenza del termine il contratto cessa di produrre i suoi effetti e non è vincolante per le parti, dal momento che i contratti collettivi di diritto comune operano esclusivamente entro l’ambito temporale dalle stesse parti concordato. Anche le clausole a carattere retributivo non hanno efficacia diretta per il periodo successivo alla scadenza, sebbene sul piano del rapporto individuale operi la tutela costituzionale apprestata dall’art. 36 della Costituzione che, comunque, garantisce al prestatore una retribuzione sufficiente ad assicurargli un’esistenza libera e dignitosa.

Perché sono importanti i contratti collettivi?

I contratti collettivi sono fondamentali perché stabiliscono le condizioni minime di lavoro per un certo settore o un certo tipo di attività. In tal modo, garantiscono diritti e protezioni ai lavoratori, standardizzano le condizioni di lavoro e creano un equilibrio tra i lavoratori e i datori di lavoro. Inoltre, la negoziazione collettiva può contribuire a ridurre i conflitti tra le parti e promuovere un clima di cooperazione.

Per chi sono vincolanti i contratti collettivi?

Anche se i contratti collettivi vengono stipulati, per conto dei lavoratori, dai sindacati essi si applicano a tutti i lavoratori, anche a quelli non iscritti al sindacato.

Qual è un esempio di norma contenuta nel contratto collettivo?

Il contratto collettivo regola vari aspetti del lavoro come ad esempio:

  • il salario minimo;
  • i giorni di ferie;
  • i permessi;
  • la regolamentazione degli straordinari e del lavoro notturno;
  • le sanzioni da infliggere al dipendente individuando specifici comportamenti (ad esempio dopo quanti giorni di assenza ingiustificata potrebbe scattare il licenziamento).

Il contratto collettivo può derogare la legge ma prevedendo solo norme più favorevoli al dipendente e non un trattamento peggiore. 

In pratica, il contratto collettivo è subordinato gerarchicamente alla legge che predispone una garanzia minima per i lavoratori mediante norme unilateralmente inderogabili; esso pertanto può apportare solo deroghe migliorative per i lavoratori, mentre non può dettare disposizioni peggiorative che scendano sotto la tutela legale, a meno che tale facoltà non sia prevista proprio da una norma di legge.

Quali sono i vantaggi per i lavoratori?

I lavoratori beneficiano di vari vantaggi grazie ai contratti collettivi. Questi includono la certezza delle condizioni di lavoro, la protezione da condizioni di lavoro ingiuste o sfruttamento, e la possibilità di avere un voce nella definizione delle proprie condizioni di lavoro attraverso la rappresentanza sindacale.

Quali sono i vantaggi per i datori di lavoro?

Anche i datori di lavoro traggono vantaggi dai contratti collettivi. Essi offrono prevedibilità e uniformità nelle relazioni di lavoro, limitano il rischio di conflitti individuali e collettivi e promuovono stabilità e armonia sul luogo di lavoro.

Come è regolata la contrattazione collettiva in Italia?

In Italia, la contrattazione collettiva è regolata da una serie di leggi e regolamenti, tra cui la Costituzione, che garantisce il diritto alla contrattazione collettiva, e lo Statuto dei lavoratori. Inoltre, l’articolo 39 della Costituzione italiana garantisce il diritto dei lavoratori e dei datori di lavoro di associarsi liberamente per la contrattazione collettiva.

Rapporto tra contratto collettivo e contratto individuale di lavoro

Il contratto individuale di lavoro è quello che il datore firma con il singolo dipendente. Questo non può mai derogare in peggio al CCNL; potrebbe solo contenere trattamenti migliorativi. Eventuali condizioni peggiori sarebbero automaticamente sostituite dalle norme del CCNL.

Cosa sono i diritti quesiti?

I contratti collettivi successivi possono modificare in senso peggiorativo le norme contenute in quelli previgenti, ma trovano il limite invalicabile dei c.d. diritti quesiti, ovverosia di quei diritti che sono già entrati a far parte del patrimonio del lavoratore a fronte di una prestazione lavorativa già resa nei modi e nei termini specificamente necessari e sufficienti ai sensi del contratto collettivo in vigore. Tali diritti sono già stati acquisiti dal singolo lavoratore e, quindi, non sono disponibili per il sindacato, in difetto di specifico mandato o ratifica dell’interessato (Cass. 22 ottobre 2015, n. 22126).

 
Pubblicato : 2 Giugno 2023 17:00