Contanti: segnalato chi preleva 10mila euro in un mese
La autorità di vigilanza accendono un faro su chi movimenta somme in contanti: chi supera il tetto stabilito potrà essere controllato.
Il limite all’utilizzo dei contanti per i pagamenti – che dal 1° gennaio 2023 è di 5.000 euro – non vale per le operazioni compiute sul proprio conto corrente, perché non c’è un trasferimento di denaro ad altri soggetti. Quindi chiunque è libero di versare, o di prelevare, le somme che vuole. Ma chi preleva somme pari o superiori a 10mila euro nell’arco di un mese viene segnalato ad un apposito ufficio, chiamato Uif: è l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, che vigila su queste operazioni potenzialmente sospette.
Vediamo come funziona questa segnalazione e chi deve avere paura, specialmente se cerca di aggirarla con vari escamotage e trucchi che in realtà non funzionano.
Quando scatta la segnalazione all’Uif?
Dal 2019 è in vigore la segnalazione all’Uif: le banche, gli uffici postali e gli altri istituti di pagamento devono comunicare per legge [1] i prelievi e le altre operazioni in denaro contante di importo pari o superiore a 10.000 euro eseguite nel corso di un mese solare. La comunicazione all’Uif avviene con cadenza mensile con un flusso automatizzato di dati: il file inviato include le date delle operazioni, gli importi, le causali, le filiali bancarie e i dati identificativi dei clienti.
La segnalazione riguarda tutti i rapporti finanziari intrattenuti dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore (le operazioni effettuate da quest’ultimo sono imputate alla persona in nome e per conto della quale ha operato: si pensi all’amministratore di una società) ed anche le movimentazioni compiute in maniera occasionale, se singolarmente pari o superiori a 1.000 euro.
Non si tratta di una vera e propria segnalazione, ma di una comunicazione obbligatoria che consente alle autorità di vigilanza di individuare fenomeni di riciclaggio, di finanziamento del terrorismo o di evasione.
Cosa comporta la segnalazione all’Uif?
L’Uif non è un poliziotto, un giudice e nemmeno un organo inquirente, ma svolge «l’analisi finanziaria sulle segnalazioni ricevute» [2]: se emergono sospetti o anomalie, le trasmette alle Autorità competenti (tra cui il ministero dell’Economia e Finanze, la Direzione Investigativa Antimafia, il Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza e l’Agenzia Dogane e Monopoli) per attivarli.
Perciò l’Uif fa da collettore con gli organi investigativi, di polizia giudiziaria e tributaria, che esaminano le informazioni raccolte sulle operazioni in contanti superiori a 10mila euro al mese e approfondiscono la vicenda: se dalle indagini svolte (ad esempio, dai nuclei specializzati della Guardia di Finanza) dovessero emergere ipotesi di reato, si aprirà un fascicolo presso la competente Procura della Repubblica e il titolare del conto verrà formalmente indagato, eventualmente in concorso con gli altri soggetti che gli hanno fornito la provvista finanziaria o ai quali egli ha riversato il denaro. Altrimenti non ci sarà nessuna conseguenza.
Come si calcola la soglia dei 10mila euro?
La soglia dei 10mila euro riguarda le operazioni che superano complessivamente questo limite nel mese solare anche se frazionate in importi inferiori (ad esempio 5 prelievi da duemila euro l’uno), purché superino i mille euro ciascuna nella parte in contanti. Quindi, se la sommatoria di prelievi e dei versamenti effettuati ogni mese sul conto supererà questo importo partirà la segnalazione.
Un correntista preleva dal conto corrente 1.500 euro totali e, contestualmente, ne versa 1.000 su un libretto di deposito a risparmio; il “contante reale” prelevato è solo di 500 euro e questa somma non deve essere considerata ai fini del calcolo del superamento del limite di 10mila euro nel mese, perché non eccede la soglia minima di 1.000 euro.
Che succede se un soggetto ha più conti correnti?
Il tetto oltre il quale scatta la comunicazione è per ogni nominativo e non per ogni conto: questo significa che se un soggetto ha due conti distinti e ha effettuato nello stesso mese operazioni che complessivamente superano la soglia dei 10mila euro (ad esempio, 6.000 euro su un conto e 4.500 su un altro) sarà inserito. Non vale, quindi, a evitare la segnalazione operare su più conti diversi perché il limite complessivo non potrà essere eluso.
Un cliente è intestatario di due rapporti: conto A e conto B. Il 15 gennaio 2023 effettua, un prelevamento di contanti di 6.000 Euro dal conto A e lo stesso giorno fa un versamento di contanti di 6.000 euro sul conto B. Queste operazioni verranno segnalate, perché l’importo complessivo delle movimentazioni compiute in contanti supera la soglia di 10.000 euro.
La Banca d’Italia ha stabilito nelle proprie istruzioni che le operazioni dovranno essere individuate considerando «tutte le movimentazioni di denaro effettuate dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore; le operazioni effettuate dall’esecutore sono imputate anche al cliente in nome e per conto del quale ha operato».
Limite 10mila euro: vale anche per le aziende?
Non si scappa nemmeno per le aziende: l’Uif ha chiarito che il riferimento per controllare il superamento della soglia è la persona fisica, sia se agisce in proprio sia se opera come legale rappresentante della società per conto della quale egli esegue materialmente l’operazione. In tali casi infatti l’esecutore del movimento bancario equivale al soggetto a cui l’operazione è riferita.
Un soggetto effettua queste due operazioni allo sportello nello stesso mese: preleva in contanti 7.000 euro come cliente dal suo conto corrente ed altri 4.000 per conto della società Alfa di cui è legale rappresentante. Entrambe le operazioni dovranno essere comunicate, in quanto la somma complessiva per lo stesso soggetto persona fisica che le ha effettuate supera la soglia di 10.000 Euro.
Approfondimenti
Per ulteriori informazioni leggi anche “Quando scattano i controlli sui prelievi?” e “Qual è il limite di prelievo contanti?“.
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