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Contabilità inattendibile: cosa succede?

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(@paolo-remer)
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C’è il rischio di subire un accertamento induttivo extracontabile: il contribuente può ancora difendersi, ma è messo alle strette.

Il linguaggio dice molto sulla mentalità di un popolo. In italiano per dire che qualcosa è stato fatto in maniera approssimativa, senza la dovuta cura e attenzione, abbiamo decine di espressioni popolari: alla carlona, raffazzonato, “come viene viene”. Anche i dialetti descrivono bene questa situazione del fare le cose senza ordine e criterio (un esempio per tutti: “a muzzo come i cavoli a mazzo”). Questo significa che conosciamo bene il fenomeno in tutte le sue sfumature, proprio come i popoli artici definiscono la neve in moltissimi modi, a seconda del tipo, anziché con un’unica parola.

Ma con le cifre non si dovrebbe scherzare: la contabilità è una cosa seria. Serve per elaborare i bilanci, per capire quanto si guadagna e dunque anche per pagare le tasse. Non può essere inaffidabile e inutilizzabile, neanche quando, apparentemente, conviene saltare qualche voce o abbassare qualche cifra. Cosa succede quando una contabilità è inattendibile? Quali sono le conseguenze e i rischi per l’imprenditore, professionista o commerciante? E, prima ancora di questo, quando la contabilità può definirsi inattendibile?

Contabilità inattendibile: quando?

La prima cosa che i militari della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate fanno, quando intraprendono un’ispezione o una verifica, è quella di controllare la presenza, la regolarità e l’attendibilità o meno delle scritture contabili. Ad esempio, se i registri ci sono, e le annotazioni sono aggiornate, ma la cassa risulta in negativo nei movimenti progressivi, c’è qualcosa che non va, anche se il saldo di fine giornata è regolare. Allo stesso modo, se le rimanenze di merci in magazzino o dei prodotti in negozio non corrispondono alle risultanze contabili, ciò è indicativo di una sottofatturazione o mancata registrazione degli arrivi e delle vendite.

Contabilità inattendibile: quali conseguenze?

A questo punto il Fisco reagisce in un modo molto semplice e con grande facilità: visto che quella contabilità inattendibile non serve allo scopo ed anzi è fuorviante, non solo applica le inevitabili (e modeste) sanzioni formali per l’irregolare tenuta delle scritture contabili, ma può intraprendere un accertamento induttivo extracontabile, che gli lascia ampia libertà nella ricostruzione di redditi e ricavi e dunque nello stabilire la base imponibile e le conseguenti imposte da pagare, più le sanzioni dovute. Fra poco ti spiegheremo come funziona questo meccanismo.

Contabilità inattendibile: perché è pericolosa?

La situazione di contabilità inattendibile (anche se apparentemente regolare) è così frequente che sia la Guardia di Finanza sia l’Agenzia delle Entrate hanno elaborato delle specifiche metodologie di controllo da utilizzare in questi casi. La cosa importante è che questi sistemi sono in gran parte informatizzati: non richiedono l’intervento umano sul posto, e perciò partono molto prima che la pattuglia si rechi presso l’esercizio commerciale o lo studio professionale, o che l’Agenzia inviti il contribuente a fornire chiarimenti e spiegazioni sull’accaduto.

Contabilità inattendibile: come emerge?

In particolare, l’irregolarità della tenuta delle scritture contabili può essere facilmente constatata grazie alle fatture elettroniche – che appena inserite arrivano in tempo reale allo Sdi, il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate –  e al controllo automatizzato sulle dichiarazioni dei redditi o Iva periodicamente presentate. Tutti gli elementi di incongruità che emergono sono considerati sintomatici di evasione fiscale e fanno scattare un alert, un campanello d’allarme per i funzionari e gli ispettori.

Contabilità inattendibile: da dove risulta?

L’indicazione di dati infedeli e irregolari può risultare con facilità, oltre che dai controlli automatizzati su fatture e dichiarazioni, anche dagli scostamenti dei valori esposti dal contribuente rispetto agli Isa, gli indici sintetici di affidabilità fiscale che hanno sostituito i vecchi studi di settore. Allora si approfondisce, e se la contabilità non è in ordine sono guai, perché il Fisco ha le mani libere per scovare la situazione reale, prescindendo totalmente da quanto il contribuente aveva dichiarato ed esposto in quella contabilità, che la legge considera inaffidabile. Lo strumento operativo a disposizione dell’Agenza delle Entrate in queste situazioni è l’accertamento induttivo extracontabile.

Accertamento induttivo extracontabile: come funziona?

L’accertamento induttivo è una metodologia di controllo che si differenzia dall’accertamento analitico: in quest’ultimo i redditi e i ricavi vengono determinati proprio a partire dalla contabilità, operando le correzioni e rettifiche del caso (ad esempio, una fattura registrata fuori periodo, o un costo indeducibile), mentre l’accertamento induttivo extracontabile esclude totalmente di considerare quanto è riportato nei registri tenuti dal contribuente quando risultano mancanti, incompleti o inattendibili.

In questi casi, l’Agenzia delle Entrate determina il reddito del contribuente sulla base di presunzioni (o prove indirette): sono gli elementi deduttivi che consentono di risalire da un fatto noto (ad esempio, la presenza di un negozio in una zona ad alta densità commerciale, con ampia metratura e diversi dipendenti addetti) ad uno non conosciuto: la ricostruzione del reale volume d’affari e, dunque, degli utili ritratti da quell’attività. Perciò, la dimostrazione del fatto da provare – cioè il maggior reddito accertato – viene raggiunta attraverso un procedimento che raccoglie e considera elementi presuntivi di varia natura, purché siano – come dispone la legge – «gravi, precisi e concordanti» [2], ossia di significato univoco.

Contabilità inattendibile: come difendersi?

Le presunzioni di cui abbiamo parlato ammettono sempre la prova contraria, che deve fornire il contribuente la cui contabilità è inattendibile. La difesa non potrà basarsi su quella contabilità “bocciata” in quanto inidonea a ricostruire le movimentazioni compiute, bensì dovrà smontare con altri elementi il ragionamento presuntivo svolto dall’Agenzia delle Entrate (che deve essere compiutamente esposto nell’avviso di accertamento: c’è un preciso obbligo di motivazione al riguardo, a pena di illegittimità).

Bisogna, quindi, fornire una valida spiegazione alternativa degli elementi presuntivi evidenziati dall’Agenzia, per dimostrare che essi non hanno il significato attribuito dai funzionari e c’è una motivazione diversa, oppure altri fatti importanti che non erano stati considerati dai funzionari accertatori. Nell’esempio fatto prima, del negozio ubicato in un centro cittadino, si potrebbe rappresentare che la via è stata chiusa al traffico per diversi mesi, o che c’è stato uno sviamento di clientela verso altri esercizi, e perciò il reale giro d’affari è stato notevolmente inferiore rispetto a quello presunto e preso a base per l’accertamento dei maggiori redditi.

Approfondimenti

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Pubblicato : 19 Luglio 2023 14:15