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Congedo parentale per figli: cos’è e come funziona?

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(@mariano-acquaviva)
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In cosa consiste il periodo di astensione facoltativo dal lavoro che la legge concede ai dipendenti che sono genitori di figli fino a dodici anni d’età?

La legge consente ai dipendenti, sia pubblici che privati, di astenersi dal lavoro per un certo periodo di tempo, senza perdere il posto né la retribuzione. Ciò avviene non solo in occasione delle ferie ma anche, ad esempio, nelle ipotesi di permessi retribuiti 104 o di congedo per nozze. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: cos’è e come funziona il congedo parentale per i figli?

Come vedremo, si tratta di un particolare permesso che consente a tutti i dipendenti che abbiano figli fino a dodici anni d’età di potersi assentare dal lavoro conservando parte della retribuzione. Ma procediamo con ordine.

Cos’è il congedo parentale per figli?

Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro che la legge concede a tutti i dipendenti, del settore pubblico e privato, entro il 12° anno di vita del figlio (o dall’ingresso in famiglia/Italia del minore, in caso di adozione o affidamento preadottivo) [1].

Durante tale periodo di assenza dal lavoro, i dipendenti percepiscono un’indennità economica sostitutiva del reddito, pari a una certa percentuale del normale stipendio, come meglio diremo più avanti.

A chi spetta il congedo parentale?

Del congedo parentale possono beneficiare tanto il padre quanto la madre.

Per essere più precisi, il padre acquisisce un diritto autonomo al congedo parentale, anche nel caso in cui la madre sia casalinga oppure lavoratrice a domicilio o colf/badante (non titolari del diritto).

Si badi: i genitori possono chiedere il congedo parentale per ogni figlio. In buona sostanza, spetta un congedo a figlio.

Come funziona il congedo parentale?

I genitori possono godere del congedo parentale entro i seguenti limiti:

  • la madre può usufruire fino ad un massimo di 6 mesi di congedo parentale per ogni figlio entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia nei casi di adozione o affidamento);
  • il padre, ugualmente, può beneficiare del congedo fino a un massimo di 6 mesi (elevabili a 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a tre mesi) per ogni figlio entro i primi 12 anni di vita (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento);
  • entrambi i genitori possono fruire complessivamente di un massimo di 10 mesi di congedo parentale (elevabili a 11 nel caso in cui il padre si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a tre mesi) per ogni figlio entro i primi dodici anni di vita (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento).

Periodi di congedo: come sono indennizzati?

Come ricordato, il genitore che fruisce del congedo parentale può assentarsi dal lavoro percependo un’indennità sostitutiva dell’ordinario stipendio.

I periodi di congedo parentale indennizzabili sono i seguenti:

  • alla madre, fino al 12° anno di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) spetta un periodo indennizzabile di 3 mesi, non trasferibili all’altro genitore;
  • al padre, fino al 12° anno (e non più fino al 6° anno, come previsto in precedenza) di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) spetta un periodo indennizzabile di 3 mesi, non trasferibili all’altro genitore.

La legge [2] ha quindi aumentato il limite massimo dei periodi di congedo parentale indennizzabili da 6 a 9 mesi, di cui possono fruire i genitori, precisando che ad ogni genitore spettano 3 mesi di congedo indennizzato non trasferibile all’altro genitore; a questo periodo si aggiungono altri 3 mesi che invece possono utilizzati in maniera ripartita da entrambi i genitori.

La legge [3] ha inoltre migliorato la percentuale di copertura dell’indennizzo per un solo mese di fruizione fino al 6° anno di vita del bambino, passandolo dal 30% all’80% della retribuzione, ma solo a condizione che i genitori abbiano terminato il periodo di congedo dopo il 31 dicembre 2022.

Negli altri casi, l’indennizzo è calcolato al 30% della retribuzione fino a 9 mesi di congedo, mentre per i periodi restanti l’indennizzo al 30% è riconosciuto se il reddito individuale del richiedente è inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione.

I periodi di congedo parentale, anche quelli non indennizzati, sono coperti da contribuzione figurativa.

Come funziona il congedo per il genitore single?

Al genitore single sono riconosciuti 11 mesi continuativi (o frazionati) di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6 mesi) indennizzabili al 30% della retribuzione.

 
Pubblicato : 23 Febbraio 2024 16:30