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Come vendere oggetti all’asta

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(@paolo-remer)
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Metodi e strategie per ottenere una valutazione corretta e un ricavato soddisfacente dalla vendita dei propri beni di valore, evitando tutti i problemi.

Probabilmente hai in casa diversi oggetti antichi, o di antiquariato e di modernariato: mobili, soprammobili, suppellettili, libri, quadri, gioielli, collezioni di monete, francobolli o fumetti. Hai accumulato questi beni di famiglia nel corso del tempo, anche ricevendoli in eredità dai tuoi antenati. Non sono, quindi, cianfrusaglie inutili: oltre al valore affettivo hanno un certo valore economico, anche se non sei in grado di quantificarlo con precisione. Adesso per varie ragioni hai intenzione di liberarti di queste cose, ma senza svenderle o regalarle: vorresti guadagnare un buon prezzo di realizzo. Ti serve, quindi, sapere come vendere oggetti all’asta.

Perché vendere oggetti all’asta?

Affidarsi a un rigattiere o a uno “svuotacase” per vendere i propri oggetti tutti insieme e soltanto nel momento in cui si desidera disfarsene in blocco non è quasi mai una buona idea, perché, salvo rari casi, si riesce a spuntare un prezzo molto basso, parecchio inferiore al reale valore di mercato dei beni. Molti aspettano l’ultimo istante utile per liberare appartamenti o magazzini e sono di fatto costretti ad accettare le pessime condizioni proposte dall’acquirente, non sapendo dove piazzare o collocare altrimenti le proprie cose. La stima è sommaria e il più delle volte risulta conveniente solo per chi compra; così ci rimette il venditore, che, preso dalla fretta, deve prendere o lasciare l’offerta proposta.

D’altronde cercare di vendere privatamente oggetti di qualsiasi tipo può costare un notevole dispendio di tempo e di energie, per le trattative da intavolare con gli interessati all’acquisto e i parecchi perditempo con idee confuse. Inoltre bisogna considerare la disponibilità a fornire notizie sui propri beni e a ricevere in casa visite di estranei per fargli visionare gli oggetti. Quando poi la vendita si conclude, sorgono poi tutti i problemi tipici delle spedizioni, con gli articoli da imballare e consegnare, spedendoli per posta o affidandoli a un corriere. Non vanno sottovalutati i rischi connessi all’incasso del corrispettivo (con bonifici, assegni, accrediti su carte prepagate o addirittura spedizioni in contrassegno, cioè pagate soltanto quando l’acquirente ha ricevuto la merce): truffe e insolvenze sono sempre dietro l’angolo.

Per evitare tutti questi fastidi e inconvenienti, la cosa migliore da fare per vendere i propri oggetti, specialmente quando hanno un certo valore economico, è rivolgersi a una casa di aste, scegliendola tra quelle più affidabili serie e rinomate: ce ne sono molte presenti sul mercato nazionale e internazionale e alcune sono specializzate anche per tipologia di articoli: ad esempio, collezioni di monete, opere d’arte, abbigliamento d’epoca, gioielli e preziosi, arredamento antico.

Vendita oggetti all’asta: come funziona

La casa d’aste opera come intermediario tra il proprietario venditore e la platea dei possibili acquirenti. Costoro visionano gli oggetti sul catalogo consultabile online (o fisicamente, in caso di asta che rende disponibili i beni per l’esame diretto) e, se sono intenzionati a comprare, formulano le loro rispettive offerte. Solitamente viene stabilito un prezzo minimo a base d’asta e sono possibili i rilanci in aumento. Il pezzo viene aggiudicato al miglior offerente.

Sul ricavato, che viene versato al venditore, la casa d’aste trattiene una commissione, che può essere fissa oppure determinata in misura percentuale sul valore (ed è proprio questa la formula più diffusa). Questo ammontare viene prestabilito in partenza, al momento del conferimento dell’incarico.

In questo modo il venditore non conosce subito quale sarà il prezzo di aggiudicazione, ma ha notevoli vantaggi, perché:

  • può stabilire un limite di prezzo minimo, al di sotto del quale non è disposto a vendere: se le offerte mancano, o quelle che ci sono non raggiungono tale soglia, l’oggetto sarà ritirato dall’asta, e dunque non verrà venduto a un prezzo irrisorio;
  • concludendo il contratto con le migliori case d’aste, che stimano il valore degli oggetti (anche sottoponendoli ad una perizia preliminare, svolta dai suoi esperti), può stabilire un intervallo di prezzo, entro il quale, in base anche alle condizioni di mercato, potrà concludersi la compravendita a condizioni convenienti e soddisfacenti, senza sottostime o inutili prezzi gonfiati in partenza, che scoraggerebbero gli acquirenti;
  • è in grado di calcolare subito quale sarà l’incidenza delle commissioni, perché esse vengono concordate al momento del conferimento dell’incarico: ad esempio, un compenso fisso di 1.000 euro, o il 20% sul prezzo ricavato dall’aggiudicazione;
  • volendo, può concordare con la casa d’aste il costo dei servizi aggiuntivi, come il ritiro a domicilio degli oggetti voluminosi o preziosi, il loro imballaggio e deposito nei magazzini della casa per tutta la durata del mandato, la spedizione finale all’acquirente aggiudicatario dell’asta;
  • il venditore può anche prestabilire, con la casa d’aste, le eventuali spese di marketing necessarie per promuovere e pubblicizzare adeguatamente determinati oggetti rari e di grande valore storico o artistico, in modo da massimizzare i possibili guadagni ritraibili dalla vendita.

Vendita oggetti all’asta: come avviene

Le aste, in base a un apposito calendario predisposto dalla casa incaricata, possono svolgersi in modalità tradizionale, cioè con la presenza fisica degli offerenti, moderati dal banditore (come avviene ancora nelle grandi città o in occasione di determinati eventi), o, più spesso, in modalità virtuale, con la partecipazione online degli acquirenti, che devono essersi preventivamente registrati presso il sito della piattaforma dedicata, e da quel momento possono collegarsi da remoto a tutte le aste indette da quella determinata casa.

Ultimamente si sono diffuse anche le aste ibride, che si svolgono in modalità streaming, con una live dell’evento, alla quale gli acquirenti collegati a distanza e dotati di una semplice connessione ad Internet possono partecipare assieme agli acquirenti presenti fisicamente nella sala. In questo modo il pubblico è potenzialmente molto vasto, perché chi non può presenziare sul posto può comunque collegarsi e fare le sue offerte in tempo reale sugli articoli proposti durante lo svolgimento dell’asta.

Siccome il meccanismo delle aste è al rialzo sul prezzo base stabilito all’inizio, l’ultima offerta valida presentata entro il tempo stabilito consente l’aggiudicazione dell’oggetto; la casa d’aste provvederà a ricevere il pagamento del dovuto dall’acquirente, tratterrà le commissioni e le eventuali ulteriori spese già concordate nel contratto, e verserà il saldo al mandante. Se invece l’oggetto non viene aggiudicato, esso sarà restituito al proprietario al termine dell’asta o della serie di aste concordate per i tentativi di vendita (ad esempio, si stabilisce di provare tre aste successive in mesi diversi, per aumentare le possibilità).

Quando lo stock di oggetti ed opere è molto vasto, solitamente la casa d’aste lo suddivide in diversi lotti di vendita, quindi l’asta complessiva dei beni appartenenti a un determinato venditore si svolge in più edizioni distinte (e in ognuna delle quali possono essere inseriti anche beni similari di altri venditori: ad esempio, una giornata dedicata alla vendita di comò e camere da letto, una alla vendita di lampadari, una alla vendita di quadri antichi, una alle collezioni di monete, una agli orologi ed ai gioielli, e così via).

Vendita oggetti all’asta: aspetti legali

Lo strumento giuridico con cui si realizza la vendita di oggetti all’asta è un contratto di mandato a vendere, che viene stipulato tra due soggetti: il venditore e la casa d’aste da egli scelta. Con questo contratto il proprietario dei beni affida alla casa d’aste l’incarico di vendere, per suo conto, determinati oggetti, dei quali deve garantire la proprietà e il legittimo possesso (se occorre, esibendo i documenti necessari e richiesti dalla casa d’aste stessa: ciò avviene specialmente quando si tratta di beni di valore).

Lo schema legale è quello del contratto di mandato senza rappresentanza, regolamentato dagli articoli 1703 e seguenti del Codice civile. Nello specifico, si applicano le disposizioni relative al contratto di commissione di vendita, ai sensi dell’articolo 1731 del Codice civile. In questo schema il mandante (o committente) è il venditore proprietario dei beni, mentre il mandatario (o commissionario) – cioè colui che riceve l’incarico – è la casa d’aste, che agisce in proprio nome, ma per conto del venditore, acquistando i diritti e assumendo gli obblighi derivanti dai contratti conclusi con i terzi acquirenti: normalmente, il nome del venditore non è noto a questi ultimi sino all’avvenuta aggiudicazione dei beni, quindi gli offerenti non hanno alcun rapporto diretto con il venditore dei beni messi all’asta. E pure l’acquirente aggiudicatario è totalmente estraneo al contratto inizialmente stipulato tra il venditore e la casa d’asta incaricata, anche perché in tale momento egli è ancora ignoto.

Inoltre, in virtù del mandato conferito il venditore si obbliga a rendere disponibili gli oggetti, anche consegnandoli fisicamente alla casa d’aste (che verrà a prelevarli, ove occorra li farà stimare, e in ogni caso li custodirà in deposito per tutta la durata dell’incarico), e si impegna a non cederli autonomamente ad altri – cioè a venderli privatamente, regalarli o disfarsene – per tutta la durata del mandato conferito: essi devono rimanere disponibili alla casa d’aste incaricata sino al termine del periodo concordato.

Al momento di svolgimento dell’asta, la proposta di vendita formulata alla platea dei partecipanti costituisce un’offerta al pubblico, perché contiene tutti gli elementi essenziali del contratto di compravendita, tranne il prezzo che, come abbiamo visto, è dinamico e viene formato al momento, in base all’andamento delle offerte.

Aste online: particolarità

Le aste svolte esclusivamente in modalità online, e dunque in assenza del banditore incaricato di moderare le offerte (il suo ruolo viene svolto automaticamente dal sistema informatico, che scarta automaticamente le offerte invalide e inserisce in lista quelle validamente presentate in base al maggiore o minor prezzo, stabilendo una graduatoria anche temporale) vengono ricondotte allo schema della mediazione: anche qui il contratto tra il proprietario venditore degli oggetti e l’acquirente aggiudicatario viene svolto grazie all’indispensabile intervento della casa d’aste che ha messo in relazione questi due soggetti, e alla quale, in ragione dell’incarico svolto, spetta una provvigione predeterminata con le medesime modalità che abbiamo esaminato, dunque quasi sempre a percentuale sul prezzo di aggiudicazione.

 
Pubblicato : 4 Febbraio 2024 15:45