Isolamento acustico nelle abitazioni: cosa dice la legge? Una recente sentenza della Cassazione chiarisce gli obblighi del costruttore.
Il rumore indesiderato può davvero compromettere la qualità della vita in una casa, specie se si hanno dei vicini maleducati. Ma, a volte, i vicini non c’entrano nulla con il quieto vivere: la colpa è dei muri troppo sottili. Ma come stabilire se la casa ha un difetto di isolamento acustico? Quali sono le responsabilità del costruttore e dei progettisti? E in quali situazioni è previsto l’obbligo di risarcimento del danno? Ecco tutto quello che devi sapere.
Cosa dice la norma sull’isolamento acustico nelle abitazioni?
Il DPCM 5/12/97 definisce le prestazioni che devono avere gli edifici in materia di isolamento dai rumori esterni, da calpestio, dagli impianti. La normativa fissa delle soglie che devono rispettare le costruzioni. Si tratta di questioni che richiedono una competenza tecnica, sicché la valutazione sul rispetto di tali soglie deve essere delegata a un esperto del settore edile.
La Cassazione, con la sentenza n. 20447 del 17 luglio 2023, ha stabilito che l’obbligo di garantire l’isolamento acustico si applica solamente alle pareti poste tra alloggi differenti. Questo significa che se due stanze sono all’interno dello stesso appartamento, non sussiste l’obbligo di isolare acusticamente tra loro. Di tanto parleremo meglio più avanti.
Che fare se la casa ha problemi di isolamento?
Supponiamo che una persona, dopo aver acquistato un appartamento, riscontri problemi di isolamento acustico. In un caso come questo, è possibile ricorrere in tribunale per determinare le responsabilità del costruttore e ottenere da questi un risarcimento. Bisognerà cioè citare in giudizio la ditta costruttrice.
A tal fine bisogna sapere che l’articolo 1669 del Codice Civile prevede un risarcimento in caso di gravi difetti in un’unità abitativa, come ad esempio un inadeguato isolamento acustico.
Attenzione però ai termini. Il costruttore deve fornire agli acquirenti una garanzia per i difetti di costruzione per 10 anni dall’ultimazione dell’edificio. Tuttavia, l’acquirente che si accorge di un difetto deve denunciare al costruttore detto vizio entro 1 anno da quando ne acquista consapevolezza (il che avviene con l’acquisizione di una perizia tecnica). Entro la fine dell’anno successivo a tale comunicazione, il proprietario deve avviare la causa contro il costruttore.
La scadenza dei termini comporta la perdita del diritto al risarcimento.
Come si stabilisce se c’è un problema di isolamento acustico?
Per accertare il rispetto dei requisiti minimi di isolamento acustico di una casa è necessaria una perizia acustica che valuti la sussistenza dei requisiti acustici passivi.
Nel caso in cui dovesse essere avviato un giudizio contro il costruttore, detta perizia potrà essere allegata al fascicolo di parte ed utilizzata come mezzo di prova. Il giudice nominerà comunque un CTU– un Consulente Tecnico d’Ufficio – che svolgerà una propria perizia che i consulenti di parte potranno visionare ed eventualmente contestare.
Come anticipato sopra, la Cassazione ritiene che le regole sull’insonorizzazione non si applicano alle pareti divisorie all’interno dello stesso appartamento ma solo a quelle che separano l’appartamento dall’ambiente esterno o dagli altri appartamenti.
Le leggi in materia sono finalizzate alla protezione dell’ambiente e della popolazione dall’inquinamento acustico. Di conseguenza, le pareti interne a un appartamento non necessitano di specifici standard di isolamento, poiché entrambi i lati della parete sono utilizzati dallo stesso nucleo familiare.
A cosa si ha diritto nel caso di mancato isolamento?
Se il CTU nominato dal giudice conferma il mancato rispetto della normativa anti-rumore, la parte acquirente ha diritto a un risarcimento del danno pari alla riduzione di valore dell’immobile o alle spese necessarie a un intervento volto all’insonorizzazione delle pareti laddove possibile.