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Come si stabilisce l’importo dell’assegno divorzile?

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(@raffaella-mari)
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Approfondimento sui criteri per la determinazione dell’assegno divorzile e il ruolo della carriera professionale.

La determinazione dell’assegno divorzile è un processo complesso che richiede un’attenta valutazione delle condizioni economiche di entrambi gli ex coniugi. Questo articolo analizza una recente sentenza della Cassazione (n. 32610 del 23 novembre 2023) che chiarisce i criteri adottati dalla Corte per stabilire l’importo dell’assegno di mantenimento, in particolare quando uno dei coniugi è disoccupato e l’altro ha una carriera in crescita.

Quali sono i criteri per la determinazione dell’assegno divorzile?

La Cassazione sottolinea che la definizione dell’assegno divorzile richiede un confronto delle condizioni economiche e patrimoniali di entrambi gli ex coniugi, considerando il contributo di ciascuno alla vita familiare e alla formazione del patrimonio comune, oltre che le condizioni personali relative alla durata del matrimonio e all’età di chi richiede l’assegno.

Quindi la prima cosa che il giudice fa è verificare se c’è una differenza di reddito tra i due soggetti. A tal fine dovrà accertare l’esistenza e l’entità dello squilibrio economico determinato dal divorzio, mediante l’esame delle dichiarazioni dei redditi prodotte dalle parti.

Dopodiché il giudice accerta se il coniuge richiedente è incapace di mantenersi da solo. Se invece è autosufficiente non accoglie la sua richiesta di mantenimento.

La terza verifica riguarda le cause di tale incapacità: queste non devono dipendere da un suo atteggiamento colpevole e inerte nella ricerca di un lavoro. Anche laddove il coniuge richiedente si sia occupato della famiglia, tale scelta deve essere stata concordata con l’ex coniuge.

In ultimo il giudice accerta se il coniuge richiedente ha contribuito, con il sacrificio alla propria carriera, all’incremento della ricchezza dell’altro coniuge. E solo in tal caso gli riconosce un assegno proporzionato al reddito di quest’ultimo.

Negli altri casi infatti l’importo dell’assegno è destinato solo a garantire l’autonomia economica del richiedente, in relazione all’ambiente in cui vive e a prescindere dalla ricchezza dell’ex. E in tal caso contano la durata del matrimonio e la disponibilità di ricchezze mobiliari e/o immobiliari. La donna che abbia una ricevuto l’assegnazione della casa riceverà un contributo inferiore.

Cosa si intende per funzione assistenziale, compensativa e perequativa dell’assegno?

La legge n. 898 del 1970 stabilisce che l’assegno divorzile deve avere una funzione assistenziale, compensativa e perequativa.

Questo significa che deve tenere conto non solo delle necessità economiche immediate dell’ex coniuge (funzione assistenziale), ma anche del contributo fornito alla famiglia e del sacrificio personale per la cura dei figli o della casa (funzione compensativa e perequativa): deve cioè renderlo partecipe dell’incremento di ricchezza che il patrimonio familiare ha subito grazie al fatto che questi si è dedicato al ménage domestico consentendo all’ex di occuparsi unicamente del lavoro e di fare così carriera.

In che modo la carriera professionale influisce sull’assegno divorzile?

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la carriera in ascesa di un coniuge giustificasse l’aumento dell’assegno divorzile a favore dell’ex coniuge disoccupato. La Corte ha evidenziato che, nonostante la disoccupazione e l’invalidità parziale della donna, il suo contributo alla vita familiare e alla cura del figlio doveva essere adeguatamente compensato.

La Cassazione ha criticato la Corte di merito per non aver fornito una descrizione dettagliata della situazione economica del marito e per non aver chiarito la metodologia usata per quantificare l’assegno, tenendo conto delle varie componenti (assistenziale, compensativa, perequativa).

I giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso, affermando che la Corte di appello non aveva applicato correttamente i criteri per la liquidazione dell’assegno divorzile. Hanno ribadito l’importanza di una valutazione equilibrata delle condizioni economiche di entrambi i coniugi e del contributo fornito durante il matrimonio. Di conseguenza, hanno cassato la sentenza impugnata e rimandato la decisione per una nuova valutazione.

 
Pubblicato : 5 Dicembre 2023 19:00