Come si fa a sapere se una persona è in carcere?
Dove ha la residenza chi sta in prigione? Dove vanno notificati gli atti? Come si accede all’anagrafe detenuti?
Chi commette un reato rischia di dover scontare la condanna in prigione. La pena detentiva è infatti la tipica sanzione penale. In casi del genere, il detenuto viene automaticamente domiciliato presso il penitenziario ove è ristretto: dovrà essere in questo luogo, quindi, che andranno fatte le notifiche formali. A tal proposito, come si fa a sapere se una persona è in carcere?
Mettiamo il caso che il creditore debba notificare un decreto ingiuntivo ma all’indirizzo di residenza del debitore non risulta esserci nessuno. In un’ipotesi del genere, come verificare che il destinatario non si trovi in prigione? Approfondiamo l’argomento.
Quando una persona va in carcere?
La domanda può sembrare scontata, quasi superflua, ma in realtà non lo è. Grazie ai numerosi benefici che la legge concede (soprattutto agli incensurati che commettono reati di minore gravità), una persona generalmente va in carcere solamente se è condannata alla pena detentiva non inferiore ai 4 anni: è questo, infatti, il limite fissato dall’ordinamento giuridico per poter chiedere l’affidamento in prova, misura alternativa alla detenzione che consente al condannato di poter espiare la pena al di fuori del penitenziario, osservando un programma di reinserimento predisposto dai servizi sociali.
Dove ha la residenza chi sta in carcere?
Il detenuto, pur essendo ristretto in carcere, continua a mantenere la residenza presso la propria dimora. È suo diritto (ma non un obbligo) spostarla nel Comune ove sta scontando la pena.
Per ulteriori approfondimenti su questo specifico tema, si legga l’articolo dal titolo Dove ha la residenza il detenuto.
Per quanto riguarda le notifiche, la legge dice che le notificazioni al detenuto sono sempre eseguite nel luogo di detenzione mediante consegna di copia direttamente alla persona [1].
Alla luce di ciò, possiamo dire che l’imputato condannato per il reato che ha commesso conserva la residenza ma viene domiciliato presso l’istituto penitenziario presso cui sconta la pena.
Ecco perché è importante sapere se una persona è in carcere: da un controllo presso l’ufficio anagrafe, infatti, potrebbe risultare formalmente residente presso la sua dimora pur essendo, di fatto, altrove (cioè, in prigione).
Come sapere se una persona è in carcere?
Per sapere se una persona è in carcere occorre effettuare un controllo presso l’anagrafe detenuti, cioè il registro delle persone ristrette negli istituti penitenziari italiani, inviando una richiesta al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: ricercaristretti@giustiziacert.it.
Il problema, però, è che tale tipo di ricerca è consentita solamente ai seguenti soggetti:
- avvocati;
- autorità giudiziaria;
- forze dell’ordine;
- uffici giudiziari e penitenziari;
- Agenzia delle Entrate Riscossione;
- familiari.
Pertanto, se il creditore è alla ricerca del domicilio del debitore per notificargli un atto, non potrà rivolgersi direttamente all’anagrafe detenuti ma dovrà delegare il proprio difensore di fiducia il quale, in virtù del mandato conferito, potrà chiedere se il soggetto da rintracciare si trova effettivamente ristretto in prigione, documentando le ragioni della propria richiesta (ad esempio, allegando il provvedimento giudiziario o l’atto da notificare).
Si possono avere notizie penali su una persona?
Avere notizie penali su una persona è piuttosto difficile: per ovvi motivi di riservatezza solamente il diretto interessato, la pubblica amministrazione e l’autorità giudiziaria possono accedere alle informazioni che riguardano eventuali reati commessi.
È ciò che accade quando si vogliono vedere i precedenti penali di una persona oppure i procedimenti che sono ancora in corso: in casi del genere solamente i soggetti sopra menzionati (o loro delegati) potrebbero accedere al casellario giudiziale per ottenere il certificato penale oppure quello dei carichi pendenti.
Ecco perché, per sapere se una persona è in carcere, occorre avere un interesse qualificato, cioè una valida ragione giuridica che giustifichi la richiesta agli occhi dell’amministrazione penitenziaria.
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