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Come si fa a fare una donazione in denaro?

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(@paolo-remer)
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Come regalare soldi tra parenti o altri privati; quando serve il notaio e quando basta il bonifico o la consegna dei contanti; quali accorgimenti utilizzare.

Tra le tante trappole burocratiche e legali, è difficile districarsi tra gli adempimenti più semplici e naturali, come quello di regalare denaro a un parente stretto o ad un’altra persona alla quale siamo affezionati. Come si fa a fare una donazione in denaro?

Dal punto di vista materiale non è difficile: basterebbe consegnare la somma a mano, oppure accreditarla con un bonifico bancario, un vaglia postale o una ricarica, ed anche consegnando al beneficiario un assegno per la cifra corrispondente, in modo che sia lui a incassarlo o a versarlo sul suo conto.

Ma a livello legale le cose si complicano: in alcuni casi è richiesto l’intervento del notaio, altrimenti la donazione compiuta è nulla, e dunque potrebbe essere impugnata con grosse possibilità di vittoria da chi ha titolo per farlo, come gli eredi legittimari, che ritengono esclusi dalla loro quota di eredità, o i creditori del donante, se si vedono frodati e ritengono che quella liberalità abbia depauperato il patrimonio del donante.

Anche il Fisco potrebbe insospettirsi, e chiedersi come mai chi ha ricevuto quella somma di denaro si è improvvisamente arricchito, e avviare un accertamento fiscale presumendo che si tratti di redditi non dichiarati e sfuggiti all’imposizione tributaria. Vediamo, quindi, come si fa una donazione di denaro in maniera valida e mettendosi al riparo da ogni possibile contestazione.

Donazione in denaro: in che forma va fatta?

La donazione è un contratto previsto dal Codice civile, con cui una parte – detta donante – arricchisce l’altra, per puro «spirito di liberalità», e dunque con l’intenzione di fare un regalo a titolo gratuito, senza corrispettivo.

La donazione può avere ad oggetto beni, mobili o immobili, o diritti su di essi: quindi può riguardare anche somme di denaro, di qualsiasi entità. Tuttavia, esistono dei limiti: se la donazione non è di «modico valore», deve essere compiuta con un atto pubblico, redatto dal notaio, alla presenza di due testimoni.

Altrimenti, la donazione si perfeziona con la semplice consegna della cosa, che può avvenire non solo in contanti, ma anche con il trasferimento della somma attraverso i consueti canali bancari, come il bonifico o l’assegno. Se il beneficiario riceve l’importo senza osservazioni, si desume implicitamente che abbia voluto accettare l’elargizione così compiuta in suo favore.

Ci sono limiti alla somma di denaro che si può donare?

La legge non fissa esattamente un limite di importo alla somma che si può donare con un unico atto di liberalità, ma precisa che la «modicità» – ossia il requisito che, come abbiamo appena visto, consente di fare a meno dell’intervento del notaio –  va valutata con riferimento alle condizioni patrimoniali del donante, che non deve impoverirsi eccessivamente: così la stessa cifra potrebbe essere modica per una persona facoltosa, ed, invece, estremamente impegnativa per un soggetto che donandola azzera il suo conto in banca o intacca in modo notevole i propri esigui risparmi.

Del resto, l’intervento del notaio nella stipula della donazione in forma di atto pubblico è richiesto proprio per far riflettere il donante sulle serie conseguenze del suo impegno. Infatti, una volta compiuta, non può più essere revocata dal donante se non per specifiche ragioni, come l’ingratitudine del donatario, o la sopravvenienza di figli di cui non si era a conoscenza.

Donazione in denaro: come eseguirla?

Ti ricordiamo che le donazioni fatte in contanti non devono superare il limite di 4.999,99 euro, quindi per gli importi da 5.000 euro in su è necessario utilizzare i canali tracciabili. C’è un ulteriore vantaggio nel ricorrere a questa forma: la dazione della somma risulterà registrata negli archivi informatici della banca o dell’intermediario finanziario, e quindi sarà certa sia nell’importo sia nella data.

Meglio ancora se nella causale dell’operazione il donante indica espressamente che si tratta di una donazione: è sempre opportuno precisarlo esplicitamente, per evitare che, in futuro, possano sorgere contestazioni fiscali sulla provenienza della somma o sul titolo di attribuzione al beneficiario. La donazione, infatti, non costituisce reddito imponibile Irpef, ma se non c’è l’atto notarile, o se la causale del bonifico manca, l’Agenzia delle Entrate potrebbe presumere che si tratta di redditi sottratti a tassazione, e a quel punto bisognerà giustificarsi e dimostrare che non è così; ma la prova, in assenza di documenti scritti ed aventi data certa, non è facile da fornire.

Un’altra valida forma di elargizione di denaro è la donazione indiretta, che consiste nel versamento della somma non direttamente al beneficiario, ma al venditore di un bene che egli vorrebbe acquistare ma non ha i soldi per farlo. Questa forma è comunemente utilizzata tra genitori e figli, o tra nonni e nipoti, per fornire i ragazzi della provvista finanziaria necessaria per comprare beni particolarmente costosi, come una casa o un’autovettura.

Donazione in denaro: quale tassazione?

Le donazioni di denaro sono soggette all’imposta sulle donazioni, al pari di quelle che riguardano altri beni mobili ed immobili, ma è prevista un’elevata franchigia – cioè una soglia di esenzione – quando avviene tra parenti stretti. Precisamente, la donazione tra coniugi, genitori e figli, nonni e nipoti o altri ascendenti e discendenti diretti (ad esempio, tra bisnonni e bisnipoti) è esentasse fino ad un milione di euro, e oltre questa cifra viene tassata al 4% limitatamente all’eccedenza. Se la donazione è tra fratelli e sorelle, la franchigia scende a 100.000 euro, e l’aliquota sale al 6%.

Le donazioni a parenti meno stretti, fino al 4° grado compreso, o ad affini e collaterali entro il 3° grado, sono soggette all’imposta sulle donazioni con aliquota del 6% sull’intero importo, e quelle a parenti più lontani, o ad estranei, pagano l’8%. In tutti i casi, a prescindere dal rapporto di parentela, se il beneficiario della donazione è una persona gravemente disabile, c’è una franchigia di esenzione dalla tassazione fino ad 1,5 milioni di euro.

Donazione in denaro: è contestabile?

Anche la donazione in denaro, così come quella che riguarda altre tipologie di beni, a partire dagli immobili, potrebbe essere contestata dagli eredi legittimari (coniuge, figli e genitori) se ha intaccato la quota dei beni loro spettante: in tal caso, se il donante, compiendola, ha leso le proporzioni stabilite dalla legge (ad esempio, donando tutti i suoi averi ad un solo figlio, e trascurando gli altri due) gli eredi legittimari pretermessi possono impugnare l’atto di liberalità compiuto, con un’azione giudiziaria civile da instaurare entro 10 anni a partire dalla data della morte del donante.

Se vuoi prevenire questi problemi, ed evitare altre eventualità pericolose, come le contestazioni dei creditori del donante, leggi questi articoli:

 
Pubblicato : 22 Maggio 2023 06:45