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Come si fa a capire se il figlio è manipolato dalla madre?

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(@angelo-greco)
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Madre manipolatrice: gli strumenti che ha il giudice per comprendere se le dichiarazioni del minorenne sono spontanee e prive di condizionamenti.

Spesso accade che le persone conviventi, specie nel caso dei bambini e dei loro genitori, tendano ad adottare modi di pensare simili. In particolare, dopo una separazione, è possibile che il genitore collocatario influenzi negativamente l’opinione del bambino sull’altro genitore parlandone male in sua presenza. Questa pratica può portare il bambino a sviluppare un atteggiamento alterato e forzato nei confronti dell’altro genitore, a volte ostile, non riflettendo quindi una reazione genuina e spontanea. In questi casi è normale chiedersi come si fa a capire se il figlio è manipolato dalla madre, ovviamente quando è quest’ultima ad ottenere la collocazione del minore.

La legge è molto laconica sul punto lasciando al giudice un ampio potere discrezionale, al fine di decidere ogni caso in base alle singole circostanze che possono presentare enormi differenze tra loro.

Con l’ordinanza n 3576/204, la Cassazione ha ricordato che, nell’ambito del giudizio con il quale si decide sull’affidamento e la collocazione del minore, il giudice deve sentire il bambino e interrogarlo in modo da individuare eventuali manipolazioni effettuate da uno dei due genitori.

La legge dice che il figlio con almeno 12 anni deve essere sempre sentitonell’ambito dei giudizi che lo riguardano; in caso contrario la sentenza può essere annullata. Tuttavia il giudice può anche disporre l’audizione del minore con meno di 12 anni se lo ritiene comunque capace di discernimento.

Non è tutto. Il più delle volte il giudice può disporre una relazione dei servizi socialiche osservino il comportamento del bambino al di fuori dell’udienza, nei momenti della sua quotidianità.

Non è tutto. Il giudice può anche nominare un consulente tecnico d’ufficio (il cosiddetto CTU) che esegua una perizia psicologica. Il CTU effettuerà incontri sia con i genitori che con il bambino.

L’approfondimento delle dinamiche endofamiliari permette di esplorare le relazioni interpersonali tra i membri di una famiglia, specialmente in contesti di disaccordo e forte tensione, nonché di affrontare le sfide legate alla responsabilità genitoriale. Questa conoscenza si rivela fondamentale anche nella gestione di varie questioni, come la decisione tra un affidamento condiviso o esclusivo, l’analisi delle cause per cui un figlio possa rifiutare di vedere il genitore non affidatario e, ove possibile, il tentativo di ricucire il legame tra loro, tra le altre situazioni.

Grazie a questi strumenti il giudice può verificare se sussistono situazioni critiche come quelle di una madre manipolatrice, in presenza delle quali disporre eventualmente:

  • la revoca del collocamento al genitore manipolatore: il figlio così andrà a stare dall’altro genitore;
  • nei casi più gravi, la revoca dell’affidamento condiviso in favore dell’affidamento esclusivo in favore dell’altro genitore.

La Cassazione ha però detto che tali scelte vanno prese tenendo sempre conto del maggior interesse del minore, il quale potrebbe aver maturato un forte e simbiotico legame con il genitore “colpevole”; sicché l’allontanamento da quest’ultimo potrebbe influire negativamente sulla psiche del bambino portandolo a rifiutare ulteriormente la figura paterna.

In questi casi bisogna intervenire con i servizi sociali per garantire un progressivo riavvicinamento del figlio alla figura dell’altro genitore, ammonendo la madre manipolatrice e rappresentando le conseguenze a cui questa potrebbe andare incontro nel caso in cui perseveri nel comportamento in questione.

 
Pubblicato : 9 Febbraio 2024 10:45