Il rapporto di lavoro in una cooperativa può terminare per recesso o esclusione del socio, con specifiche procedure legali.

Il rapporto di lavoro all’interno delle cooperative segue regole particolari che, in parte, richiamano le regole dei lavoratori dipendenti.

In questa breve guida vedremo come si estingue il rapporto di lavoro di un socio di una cooperativa. Vedremo quando può essere la cooperativa a “licenziare” il socio e quando questo invece può recedere unilateralmente. Ma procediamo con ordine.

Come si estingue il rapporto di lavoro in una cooperativa?

Il rapporto di lavoro in una cooperativa si estingue con il recesso da parte del socio o con l’esclusione da parte della cooperativa.

Tali decisioni devono essere prese nel rispetto delle previsioni statutarie e conformemente al codice civile. Poiché i rapporti associativo e di lavoro sono inscindibili, la risoluzione dell’uno porta spesso alla cessazione dell’altro.

Quali sono le condizioni per il recesso di un socio?

Il recesso di un socio è ammesso in due ipotesi:

• nei casi previsti dall’atto costitutivo;
• quando l’atto costitutivo vieta la cessione delle quote e delle azioni;
• nel caso di deliberazioni assunte dalla maggioranza, riguardanti il cambiamento dell’oggetto, del tipo della società o il trasferimento della sede sociale all’estero.

Per esercitare il recesso, il socio deve comunicare un formale atto di recesso. Non si procede quindi con le semplici dimissioni. Vanno comunque rispettati eventuali limiti e condizioni imposte dal regolamento interno.

Come avviene l’esclusione di un socio da una cooperativa?

L’esclusione di un socio da parte della cooperativa può avvenire per gravi inadempimenti agli obblighi sociali. In particolare ciò può avvenire in caso di:

• grave inadempimento agli obblighi sociali o al regolamento, compresi i motivi che, secondo le regole generali del rapporto di lavoro dipendente, possono configurare una giusta causa o un giustificato motivo soggettivo di licenziamento;
• motivi previsti dallo statuto (ad esempio: mancata partecipazione ad un certo numero di assemblee; mancato versamento delle quote associative entro i termini);
• motivazioni tecniche e organizzative (ad esempio: perdita di un appalto di servizi; chiusura definitiva di un cantiere; soppressione dall’organigramma aziendale della posizione lavorativa). Si tratta di quei motivi che, nell’ambito del rapporto di lavoro dipendente, consentono al datore di lavoro di procedere al licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Esclusione per previsione nello statuto

La cooperativa può inserire nello statuto delle specifiche e ulteriori clausole di risoluzione del rapporto di lavoro oppure prevedere che lo scioglimento del rapporto sociale non determini effetti su quello lavorativo e viceversa.

Quali sono gli effetti dell’esclusione di un socio?

L’esclusione comporta la risoluzione sia del rapporto associativo sia di quello di lavoro. Il socio escluso può impugnare la delibera di esclusione in giudizio. Se ottiene l’annullamento, viene ripristinata la situazione precedente all’estromissione, ma non si applica la disciplina della reintegrazione tipica del rapporto di lavoro.

Cosa succede se il socio non impugna la delibera di esclusione?

Se il socio non impugna la delibera di esclusione, il rapporto di lavoro non può essere ricostituito. Tuttavia, il socio lavoratore ha comunque il diritto di chiedere un risarcimento per licenziamento illegittimo.

Come deve essere comunicata la delibera di esclusione?

La comunicazione della delibera di esclusione non richiede formalità specifiche o mezzi di trasmissione particolari. È sufficiente qualsiasi atto idoneo a informare il socio delle ragioni e del contenuto del provvedimento, così da permettergli di articolare la propria difesa.