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Come si detrae la retta della casa di riposo

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(@paolo-remer)
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Come scaricare dalle tasse il costo di cliniche per lungodegenza, case di cura e di riposo e Rsa in cui sono ricoverati i propri familiari.

Molti italiani hanno i propri genitori o nonni, o altri familiari non autosufficienti, ricoverati in cliniche e case di cura o di riposo per lungodegenza, come le Rsa, residenze socio-assistenziali. In questi casi il costo può essere oneroso, ed è bene sapere come si detrae la retta della casa di riposo: già, perché è prevista una detrazione Irpef pari al 19% della spesa sostenuta.

Ma, come ti spiegheremo fra poco, il rimborso non spetta a tutti e neppure per l’intero importo pagato, perché c’è un limite di massimo di spesa annuale detraibile ed anche un limite di reddito complessivo per beneficiare di questa agevolazione fiscale. Inoltre solo una parte della retta della casa di riposo o Rsa è detraibile. Invece ci sono possibilità maggiori per i disabili gravi, con handicap riconosciuto ai sensi della legge 104, che possono dedurre interamente dai redditi – anziché detrarre parzialmente dall’imposta – i costi sostenuti per la loro assistenza presso le strutture.

Retta casa di riposo: quali spese sono detraibili

La non autosufficienza è l’impossibilità di compiere in modo autonomo gli atti elementari della vita quotidiana (come mangiare, camminare, vestirsi e lavarsi) o la necessità di ricevere, per motivi di salute o di un handicap grave, sorveglianza ed assistenza sanitaria continuativa da personale specializzato. Ed è proprio questo il motivo che impone il ricovero delle persone in tali condizioni (munite dell’apposita certificazione medica che le attesta) nelle apposite strutture, pubbliche o private.

Purtroppo per le persone non autosufficienti ricoverate in case di riposo, Rsa, cliniche di lungodegenza e strutture simili è possibile scaricare dalle tasse solo la quota relativa alle spese sanitarie e relative all’assistenza: restano fuori le spese per il vitto e l’alloggio della persona ricoverata (la cosiddetta «quota alberghiera»).

Per le persone disabili è riconosciuta non la detrazione, bensì la deduzione dall’Irpef dei costi sostenuti per il ricovero e l’assistenza: deve trattarsi di un handicap grave, riconosciuto come tale con verbale della Commissione medica ai sensi della legge 104 del 1992. La deduzione è più “forte” della detrazione perché opera in diminuzione del reddito complessivo imponibile, e non come abbattimento percentuale dell’imposta determinata in base all’ammontare dei redditi. In pratica, consente di recuperare l’intero costo pagato.

Detrazione retta casa di riposo per familiari a carico

Per poter beneficiare dell’agevolazione fiscale è necessario che l’ospite della casa di riposo sia un familiare fiscalmente a carico del contribuente che presenta la dichiarazione dei redditi in cui viene esposta la detrazione; salvo, ovviamente, il caso il cui a presentare il modello 730, o il modello Redditi, sia la stessa persona ricoverata nella struttura, che ha pagato per sé la propria retta.

Per i disabili gravi è prevista un’eccezione: le spese possono essere dedotte dal reddito imponibile Irpef anche se sono state pagate da chi non ha il ricoverato a proprio carico.

Fattura casa di riposo: elementi necessari per la detrazione

In base a quanto abbiamo detto, pertanto, è indispensabile che la fattura emessa dalla casa di riposo o dalla Rsa specifichi la quota parte del pagamento riferita alle spese sanitarie, tenendola distinta dalle altre voci che non sono detraibili [1].

Per le strutture pubbliche, e per quelle private accreditate, la percentuale di spese sanitarie rispetto al totale può anche essere indicata forfettariamente, se corrisponde a quella deliberata dalla Regione di riferimento. Molte Regioni, infatti, determinano le spese mediche applicando alle rette di ricovero una percentuale forfettaria, stabilita nelle proprie delibere.

Detrazione retta casa di riposo: limiti di spesa e di reddito

La detrazione dall’Irpef per le spese sanitarie relative alle persone non autosufficienti ricoverate in case di riposo, Rsa e strutture simili è del 19% dei pagamenti effettuati nell’anno, ma con un importo massimo di 2.100 euro. Inoltre l’agevolazione viene riconosciuta solo ai contribuenti che hanno un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro annui.

Ti riportiamo il testo della norma [2]: sono detraibili al 19% «le spese, per un importo non superiore a 2.100 euro, sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, se il reddito complessivo non supera 40.000 euro». Ciò significa che l’importo massimo di detrazione fruibile è di 399 euro per ogni anno d’imposta.

Alcune Regioni italiane, però, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, riconoscono la possibilità di ottenere ulteriori rimborsi o sconti delle rette di ricovero per anziani, altre persone non autosufficienti e disabili: la formula è quella della compartecipazione pubblica all’assistenza socio-sanitaria, quando si tratta di strutture accreditate presso la Regione stessa.

Pagamento retta casa di riposo: sistemi ammessi

Per poter usufruire della detrazione della retta della casa di riposo, il pagamento deve essere effettuato con bonifico bancario, versamento postale o altri sistemi di pagamento “tracciabili”, come le carte di credito o di debito, a meno che non si tratti di prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio Sanitario Nazionale: in tali casi è ammesso il pagamento in contanti.

Come indicare la retta della casa di riposo nel 730

L’importo detraibile dall’Irpef della retta della casa di riposo deve essere indicato nel modello 730 nei righi da E8 a E10 (intitolati “Altre spese”), con il codice 15 – Spese per addetti all’assistenza personale.

I disabili gravi per fruire della deduzione Irpef devono indicare l’importo delle spese sostenute nel rigo E25, intitolato “Spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità”.

 
Pubblicato : 18 Aprile 2023 07:30