Come si calcolano le spese dell’acqua in condominio?
La divisione delle spese dell’acqua in condominio segue regole precise, basate sui consumi effettivi e i millesimi.
In un condominio, la gestione delle spese comuni, come quelle dell’acqua, può essere fonte di confusione e dispute. È importante quindi capire come queste spese debbano essere ripartite tra i condomini visto che non esiste una norma specifica che disciplini l’argomento.
La ripartizione delle spese della bolletta idrica relativa all’utenza intestata al condominio segue regole fissate dalla giurisprudenza della Cassazione (sent. n. 17557/2014). Ce ne occuperemo qui di seguito. Vedremo come si calcolano le spese dell’acqua in condominio, quali siano i criteri che deve seguire l’amministratore, se possa basarsi sul numero di teste che abitano dentro un appartamento, sulla dimensione dell’appartamento stesso oppure se debba attenersi unicamente al riparto secondo millesimi.
I contatori individuali per l’acqua sono obbligatori?
Sebbene non obbligatori per legge, come invece le valvole di contabilizzazione del calore relative ai riscaldamenti, l’utilizzo dei contatori individuali dell’acqua è stato più volte raccomandato dall’Unione Europea. L’UE ha rimarcato, in diverse occasioni, come solo l’uso di tali sistemi potrebbe portare a un risparmio idrico e a una più corretta ripartizione delle spese in ambito condominiale.
Ad oggi tuttavia l’utilizzo dei misuratori dei consumi dell’acqua all’interno dei condomini resta ancora su base volontaria. Chiaramente l’assemblea, a maggioranza dei presenti che rappresentino almeno la metà dei millesimi, potrebbe imporre l’installazione dei contatori individuali, così disponendo che la ripartizione della bolletta idrica avvenga in base ai consumi effettivi.
Perché i contatori individuali dell’acqua sono importanti?
L’installazione di contatori individuali nelle singole unità immobiliari è essenziale per una corretta e giusta ripartizione delle spese idriche. Grazie a questi dispositivi, è possibile misurare con precisione il consumo di acqua di ogni singolo appartamento. Questo non solo favorisce una ripartizione equa delle spese, ma promuove anche un consumo consapevole e responsabile dell’acqua, contribuendo alla tutela ambientale.
Come vanno ripartite le spese per l’acqua comune?
Per le spese relative all’acqua utilizzata nelle parti comuni del condominio, come l’annaffiamento delle aree verdi o il lavaggio delle scale, si ricorre ai millesimi di proprietà. Questo significa che ogni condomino contribuirà a queste spese in proporzione alla sua quota di proprietà all’interno del condominio, indipendentemente dal suo effettivo consumo di acqua.
Come vanno ripartite le spese per l’acqua nei vari appartamenti?
Se ogni appartamento è dotato di contatori individuali, l’amministratore deve ripartire la bolletta idrica che serve i vari appartamenti sulla base dei consumi da questi ultimi effettuati, per come indicato dai contatori medesimi.
In assenza di contatori, la divisione delle spese per l’acqua deve avvenire per millesimi. Non conta, a tal fine, che uno o pochi condomini dispongano dei contatori per sottrarsi a tale sistema di ripartizione: o tutti i condomini ne sono dotati (nel qual caso di procederà alla divisione secondo consumi) oppure, in caso contrario, bisogna procedere per millesimi.
È possibile utilizzare criteri di ripartizione alternativi?
Sebbene possano sembrare equi, criteri alternativi di ripartizione delle spese idriche basati ad esempio sul numero di abitanti o sull’occupazione degli appartamenti sono considerati illegittimi senza un accordo unanime tra tutti i condomini. Tali criteri potrebbero infatti portare a disuguaglianze e controversie, dato che non rispecchiano necessariamente l’effettivo uso o disponibilità del servizio idrico.
Quindi non può il condominio deliberare a semplice maggioranza di far pagare di meno che non vive nell’appartamento durante l’anno o chi è single anche se ha una casa grande. Una decisione del genere richiede un voto preso all’unanimità in assemblea o un contratto scritto e firmato da tutti i condomini.
Quali sono le conseguenze dell’adozione di criteri di ripartizione non corretti?
L’adozione di un sistema di ripartizione delle spese idriche che non rispetti i criteri stabiliti dal Codice Civile e dalla giurisprudenza determina la nullità della delibera che può essere impugnata in qualsiasi momento, non quindi necessariamente entro il termine ordinario di 30 giorni dalla sua adozione.
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