Come si calcola la durata di più contratti a termine?
Più contratti a termine spezzati: come si fa il calcolo del limite massimo?
Nel mondo del lavoro, la gestione dei contratti a termine segue regole precise. La legge vuole evitare che tale strumento venga utilizzato per eludere la normativa sui licenziamenti. Prevedere infatti un “termine” al contratto evita di dover dimostrare la giusta causa per la sua risoluzione. Proprio per questo sono stabiliti dei limiti temporali massimi al contratto a termine (o a tempo determinato) concluso da un’azienda con lo stesso soggetto.
Ma nel caso in cui un lavoratore abbia sottoscritto più contratti a termine tra loro “spezzati”, in periodi dell’anno diversi, come si deve procedere? In questo articolo vedremo come si calcola la durata di più contratti a termine.
Stabiliremo innanzitutto qual è la durata massima di un contratto di lavoro a tempo determinato; vedremo anche la differenza tra rinnovo e proroghe. Ma procediamo con ordine.
Qual è la durata massima di un contratto a termine?
La durata massima per i contratti a termine è generalmente fissata in 24 mesi, includendo eventuali proroghe e rinnovi (salvo un periodo superiore previsto dal contratto collettivo applicato in azienda). I24 mesi di durata massima di tutti i contratti a termine riguarda lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale.
Tuttavia, una volta superati i 12 mesi, il datore di lavoro che voglia proseguire lo stesso contratto a termine deve fornire delle apposite motivazioni (tecnicamente chiamate “causali”). Senza di esse il rinnovo è illegittimo e il contratto si converte automaticamente in uno a tempo indeterminato a partire dal giorno successivo al superamento del limite.
Quali sono le nuove causali dei contratti a termine?
Il D.L. n. 48/2023 ha previsto delle nuove causali che consentono di estendere la durata massima di un contratto a termine da 12 a 24 mesi. Ciò succede nelle seguenti ipotesi:
- casi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali, stipulati dai sindacati più rappresentativi sul piano nazionale, ovvero dai contratti collettivi aziendali stipulati dalle RSA/RSU;
- in assenza di disposizioni dei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 30 aprile 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti;
- esigenze di sostituzione di altri lavoratori.
Come vengono calcolati i periodi di lavoro non continuativi?
Per i contratti a termine non consecutivi (ossia “spezzati” tra loro), il Ministero del Lavoro, con circolare 2 maggio 2008, n. 13 (prot. n. 25/I/0005827) ha fornito chiarimenti in merito alle modalità di conteggio dei periodi di lavoro a tempo determinato non coincidenti con uno o più mesi: per tali periodi, può essere adottato il criterio secondo il quale, considerato che la durata media dei mesi durante l’anno è pari a 30 giorni, 30 giorni potranno considerarsi l’equivalente di 1 mese. Per esempio, nel caso di due contratti a termine di cui:
- il primo con durata dal 1° gennaio al 20 febbraio; e
- il secondo dal 1° maggio al 20 giugno
si avrà un totale di periodi lavorati pari a 3 mesi e 10 giorni. Tale risultato deriva dal seguente calcolo:
- tutto gennaio (30 giorni);
- tutto maggio (30 giorni);
- 40 giorni calcolati dal 1° febbraio al 20 febbraio e dal 1° giugno al 20 giugno giorni equivalenti a 1 mese), per un totale di un altro mese (30 giorni) + 10 giorni.
In pratica, il Ministero del Lavoro ha stabilito un metodo di calcolo che considera ogni mese come un periodo di 30 giorni.
Questo approccio semplifica la somma di periodi di lavoro frammentati, convertendo i giorni lavorati in mesi e giorni residui.
Cosa accade se un contratto a termine supera la durata di 12 mesi senza causale?
Stipulare un contratto a termine oltre i 12 mesi senza fornire una causale valida trasforma automaticamente il rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato, a partire dal giorno successivo al superamento del limite.
Come funzionano le proroghe nei contratti a termine?
Le proroghe permettono di estendere la durata di un contratto a termine già esistente fino a un massimo complessivo di 12 mesi. Superato questo limite, è necessario motivare ulteriormente le proroghe con specifiche causali.
Quante proroghe sono ammesse in 24 mesi?
In un periodo di 24 mesi, il numero massimo di proroghe ammesse per un contratto a termine è quattro. Oltrepassare questo numero senza adeguata giustificazione può portare alla trasformazione del contratto in tempo indeterminato.
Qual è la differenza tra proroga e rinnovo del contratto?
A differenza della proroga, che estende la durata di un contratto esistente, il rinnovo implica la stipula di un nuovo contratto con lo stesso datore di lavoro. Dal 5 maggio 2023, i rinnovi entro i 12 mesi sono diventati acausali, ma oltrepassare questo limite richiede nuovamente la specificazione di una causale.
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