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Come si calcola il mantenimento nelle unioni civili dopo la convivenza?

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(@redazione)
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Una recente sentenza della Cassazione modifica il calcolo dell’assegno per le unioni civili, considerando la convivenza pregressa.

Equiparazione totale tra le coppie sposate e quelle dello stesso sesso: la quantificazione dell’assegno di mantenimento nelle unioni civili deve tenere conto della durata della pregressa convivenza ove uno dei due partner abbia sacrificato le proprie aspirazioni di carriera per badare alla famiglia. A dirlo sono le Sezioni Unite della Cassazione (sent. n. 3596/2023), a pochi giorni dall’importante pronuncia che, per la prima volta, ha applicato tale regola alle coppie unite in matrimonio (sent. n. 35385/2023). Leggi sul punto Mantenimento: quanto conta la convivenza?

In buona sostanza secondo la Corte non si può fare a meno di tenere in considerazione tutto il periodo pregresso all’unione ai fini del calcolo dell’assegno per il partner economicamente più debole. Questa interpretazione rappresenta un passo significativo verso l’equiparazione dei diritti tra coppie eterosessuali e omosessuali e merita un’analisi approfondita.

Qual è la novità introdotta dalla sentenza?

La sentenza delle Sezioni Unite ha ribadito l’importanza di considerare il periodo di convivenza more uxorio anche per le coppie dello stesso sesso, che precede la formalizzazione dell’unione civile, nell’ambito del riconoscimento di un assegno compensativo perequativo. Questo significa che le circostanze vissute dalla coppia durante il periodo di convivenza, come il sacrificio di opportunità lavorative o il cambiamento di città, dovranno essere valutate nel determinare l’ammontare dell’assegno.

Come viene considerata la convivenza pregressa?

Secondo la Cassazione, la durata del rapporto, che include sia il periodo di convivenza stabile sia quello dell’unione civile, deve influire sulla quantificazione dell’assegno. Questo approccio si allinea a quanto già affermato per le coppie sposate, estendendo i principi della legge sul divorzio del 1970 alle unioni civili, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei partner.

Perché è importante questa decisione?

La sentenza assume rilevanza non solo nel contesto legale italiano ma anche in quello europeo. Infatti, la Corte europea dei diritti dell’Uomo aveva precedentemente condannato l’Italia per la mancata tutela delle coppie omosessuali, e questa decisione rappresenta un ulteriore passo verso il rispetto della vita familiare come delineato nell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. Negare alle coppie unite civilmente la stessa tutela riservata alle coppie sposate configurerebbe una discriminazione ingiustificata, ora mitigata dall’interpretazione della Cassazione.

Qual è l’impatto della sentenza?

L’interpretazione offerta dalla Cassazione apre a una visione più inclusiva e attenta alle dinamiche familiari contemporanee, riconoscendo la legittimità e il valore della convivenza pre-unione civile. Ciò contribuisce a ridurre le disparità di trattamento tra coppie eterosessuali e omosessuali, assicurando una maggiore equità nel riconoscimento dei diritti e delle responsabilità condivise.

In conclusione, la recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione rappresenta un importante orientamento nella tutela dei diritti delle coppie omosessuali, riconoscendo il valore della convivenza pregressa nell’assegnazione degli assegni di mantenimento. Questa decisione non solo rispecchia l’evoluzione della società ma rafforza anche il principio di non discriminazione, garantendo un trattamento più equo e giusto a tutte le coppie, indipendentemente dalla loro composizione.

 
Pubblicato : 28 Dicembre 2023 07:35