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Come revocare mantenimento figli?

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(@paolo-remer)
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Qual è la corretta procedura per tagliare l’assegno quando i ragazzi diventano grandi e autonomi o quando cambia la situazione economica del genitore tenuto al versamento.

Uno degli errori più comuni che molti genitori separati o divorziati fanno è quello di “autoridurre” o addirittura eliminare, in maniera unilaterale, il contributo economico mensile versato all’ex coniuge per il mantenimento dei figli nati durante il matrimonio. Questo non si può fare e costituisce un illecito: c’è sempre bisogno dell’accordo delle parti o di un provvedimento del giudice.

E allora come revocare il mantenimento dei figli? Lo si può fare in due principali situazioni: quando i ragazzi sono diventati maggiorenni ed economicamente indipendenti, o comunque sono nelle condizioni di mantenersi da soli, e in questi casi l’assegno cessa definitivamente; oppure quando cambiano le rispettive situazioni economiche delle parti: in concreto, quella del genitore obbligato al mantenimento potrebbe peggiorare per vari fattori, come una malattia, un infortunio con invalidità che compromette la capacità lavorativa, la perdita del lavoro. E allora si può rivedere al ribasso la misura dell’assegno mensile, ma non tagliarlo del tutto, se i figli sono ancora minorenni.

La procedura per ottenere la revoca del mantenimento

In entrambi i casi – e se non c’è l’accordo con l’altro genitore, o con i figli stessi, se sono già maggiorenni: l’intesa è sempre la strada preferibile – bisogna seguire una particolare procedura giudiziaria, e motivare la richiesta di revoca dell’assegno di mantenimento.

Questa procedura è di tipo contenzioso e si svolge in tribunale (lo stesso organo davanti al quale si è decisa la separazione o il divorzio). Bisogna, quindi, farsi seguire da un avvocato: potrà essere lo stesso che aveva curato la pratica di separazione e divorzio, oppure un altro legale, a propria scelta.

Nel contraddittorio processuale, le controparti potranno presentare le loro osservazioni e deduzioni: vale a dire che potranno esporre le ragioni in base alle quali ritengono di avere ancora diritto alla percezione dell’assegno intero.

In questo iter possono occorrere parecchi mesi prima di arrivare alla decisione del giudice, e nel frattempo bisogna continuare a versare l’assegno nella misura originariamente stabilita.

Revoca mantenimento figlio maggiorenne

Per riuscire a far revocare l’assegno di mantenimento versato per un figlio già maggiorenne, il genitore interessato deve provare che il figlio ha raggiunto l’indipendenza economica, e quindi percepisce un reddito stabile e adeguato.

In alternativa, il genitore può dimostrare che il figlio non è riuscito a trovare lavoro non per difficoltà oggettive, bensì per la sua «colpevole inerzia», ossia per disinteresse e rifiuto ingiustificato di cercarlo. Questo vale anche se il ragazzo o la ragazza non si è premurato di dotarsi di una formazione scolastica o professionale adeguata: ad esempio, perché ha interrotto gli studi universitari o comunque non li ha completati.

La giurisprudenza ritiene che oltre i 30 anni di età, questa prova si ribalta, vale a dire che deve essere il percettore del mantenimento a dimostrare perché non è riuscito a raggiungere l’indipendenza economica.

Ti ricordiamo che anche in questi casi di figli divenuti giovani adulti – qualcuno li chiama “bamboccioni” – la revoca dell’assegno di mantenimento deve essere sempre decisa dal giudice, e perciò la corresponsione non può essere interrotta dal genitore di propria iniziativa, neppure quando il figlio ha superato i suddetti limiti di età.

L’obbligo di versare l’assegno, invece, permane senza limiti di età in favore dei figli gravemente disabili.

Revoca mantenimento per motivi economici

Come abbiamo anticipato all’inizio, anche il peggioramento della situazione economica del genitore obbligato può determinare la riduzione del mantenimento periodico ai figli, ma permane sempre l’obbligo di contribuire con le proprie sostanze, per quanto possibile. E in nessun caso al figlio minore possono essere fatti mancare i mezzi di sussistenza.

Infatti il genitore non può mettere a repentaglio il benessere del figlio in tutte le sue componenti (affetto, assistenza nella crescita, educazione, istruzione, ecc.) per il solo fatto che ha avuto una contrazione di redditi rispetto a prima: gli obblighi genitoriali permangono intatti a prescindere dai mutamenti reddituali e patrimoniali.

Pertanto, per ottenere almeno la riduzione del mantenimento, servono sempre dei «giustificati motivi» tali da consentire la modifica di quanto precedentemente stabilito. In particolare, le variazioni negative del reddito e del patrimonio del genitore obbligato devono essere puntualmente documentate nel ricorso al tribunale, per chiarire come la somma di denaro precedentemente stabilita non risulta più congrua e deve essere diminuita (ma non azzerata). Sarà poi il giudice a stabilire la nuova cifra.

Revoca o riduzione mantenimento figli: approfondimenti

Per ulteriori informazioni di approfondimento sull’argomento, consulta questi articoli:

 
Pubblicato : 5 Ottobre 2023 09:00