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Come posso proteggere mio figlio minorenne se rinuncio all’eredità?

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(@adele-margherita-falcetta)
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Guida alla rinuncia all’eredità quando si hanno figli minori: cosa prevede la legge per tutelarli e necessità dell’intervento del giudice.

Un lettore ha intenzione di rinunciare all’eredità della madre, ma nel contempo si preoccupa per suo figlio, ancora minore di età. La preoccupazione, evidentemente, deriva da una situazione debitoria della defunta. Ci chiede quindi: “Come posso proteggere mio figlio minorenne se rinuncio all’eredità?” La legge prevede degli strumenti finalizzati a proteggere sia la persona che non vuole accettare un’eredità, sia i suoi figli ancora minori di età. Eccoli spiegati in maniera semplice.

In cosa consiste l’istituto della rappresentazione?

Cominciamo col dire che la rappresentazione, prevista dall’art. 467 cod. civ., permette ai figli o agli altri discendenti di prendere il posto e il grado di un genitore o di un altro ascendente (ad esempio un nonno) in tutti i casi in cui quest’ultimo non possa o non voglia accettare l’eredità o il legato.

A tal proposito va precisato che:

  • l’eredità comporta il subentro dell’erede nel patrimonio del defunto  (detto de cuius), che comprende beni e diritti, ma anche eventuali debiti;
  • il legato, che può essere contenuto in un testamento, riguarda invece soltanto uno specifico bene del defunto.

Nella successione testamentaria, la rappresentazione avviene quando il testatore non ha previsto cosa fare nel caso in cui la persona da lui designata rifiuti l’eredità o il legato o non sia nelle condizioni di accettare.

A parte le situazioni di impossibilità (ad esempio morte o assenza della persona destinataria dell’eredità o del legato), di solito la rinuncia è motivata da ragioni economiche. Infatti:

  • nel caso dell’eredità, l’erede è chiamato a rispondere dei debiti del de cuius con il suo patrimonio personale, per cui, se questi sono consistenti e superano l’attivo ereditario, accettare non conviene;
  • nel caso del legato, il bene che si dovrebbe ricevere potrebbe comportare la necessità di sostenere forti spese, sproporzionate rispetto al suo valore di mercato.

La rinuncia può essere motivata anche da ragioni di carattere personale o morale.

Chi subentra a un genitore per rappresentazione può rinunciare all’eredità?

Se un genitore rinuncia all’eredità o al legato, come abbiamo visto gli subentrano i figli. Come tutelarli da eventuali debiti del de cuius, se sono stati questi la ragione della rinuncia?

La buona notizia è che anche coloro che subentrano per rappresentazione possono rinunciare. Se essi sono minorenni, la rinuncia deve essere fatta dai genitori (o dall’eventuale tutore) in nome e per conto loro.

Ad ulteriore tutela, l’art. 320, terzo comma, cod. civ. stabilisce che i genitori non possono accettare o rinunciare ad eredità o legati senza la necessaria autorizzazione del giudice tutelare. Questo articolo, quindi, limita la capacità dei genitori di agire autonomamente in relazione ai beni del figlio. Si tratta di una disposizione che mira a proteggere gli interessi patrimoniali del minore, evitando che decisioni significative siano prese senza un adeguato controllo giudiziario.

Un’altra norma rilevante in questo contesto è l’art. 471 cod. civ., che disciplina l’eredità devoluta a minori o interdetti. Questo articolo stabilisce che in questo caso l’eredità può essere accettata soltanto col beneficio d’inventario. Si tratta di una misura, prevista dall’art. 484 cod. civ., volta a proteggere i minori e gli interdetti dai debiti eventualmente lasciati dal defunto, consentendo loro di accettare l’eredità senza dover rispondere con il proprio patrimonio per i debiti ereditari che eccedono il valore dei beni ereditati.

Queste norme riflettono la volontà del legislatore di tutelare soggetti giuridicamente più vulnerabili, come i minori. Si intende così evitare che questi soggetti si trovino a dover far fronte a debiti o obblighi finanziari derivanti dall’eredità che potrebbero compromettere la loro situazione economica e personale.

Rinuncia all’eredità per conto dei figli minori: come ottenere l’autorizzazione?

In definitiva, i genitori non hanno la libertà di accettare o rinunciare all’eredità per conto dei figli minori senza ottenere preventivamente l’autorizzazione del giudice tutelare competente. Quest’ultimo è il giudice del luogo in cui i minori hanno la principale sede dei propri interessi. Se i genitori compiono atti senza la necessaria autorizzazione, tali atti sono suscettibili di annullamento.

Per ottenere l’autorizzazione alla rinuncia all’eredità del minore, i genitori devono presentare al giudice motivazioni valide che dimostrino come l’accettazione  possa essere pregiudizievole per lui. Ad esempio, un’eredità potrebbe essere gravata da numerosi debiti o non contenere beni immobili di valore. In tali circostanze, l’accettazione  potrebbe risultare economicamente svantaggiosa o dannosa per il minore.

Inoltre, se i genitori intendono fare rinunciare il figlio all’eredità per ragioni di carattere morale, tali motivazioni devono essere supportate da condizioni oggettive che giustificano il rifiuto. Il giudice  deve valutare se tali ragioni siano sufficientemente solide da giustificare la rinuncia.

Nel caso in cui il giudice  ritenga che i genitori stiano privilegiando interessi morali, che per loro natura sono mutevoli, a scapito di quelli patrimoniali, può decidere di nominare un curatore speciale per il minore, che lo rappresenti nell’accettazione con beneficio d’inventario.

 
Pubblicato : 6 Luglio 2024 07:30