Come posso ottenere un’eredità?
Metodi per entrare nella successione ereditaria e conseguire una parte del patrimonio del defunto o di alcuni suoi beni e somme di denaro.
Dì la verità: se hai un parente ricco, e magari anche anziano, ti sarai chiesto come posso ottenere un’eredità?
La risposta più naturale a questa domanda è: convinci l’interessato a fare testamento in tuo favore, lasciando proprio a te i suoi beni. Ma questo non è sempre necessario. In determinati casi puoi ottenere l’eredità – o almeno una quota di essa – anche senza testamento.
In questo articolo ti spiegheremo come funziona il meccanismo per diventare eredi legittimi di una persona deceduta. E infine ti diremo anche come puoi ottenere alcuni suoi beni, o somme di denaro, senza neppure essere erede. Sembra strano ma è vero: si tratta di strumenti perfettamente legali e non c’è alcuna violazione o scavalcamento delle norme sulle successioni.
Come faccio a sapere se sono diventato erede?
Molti si domandano se esiste un modo per sapere se si è diventati eredi di qualcuno. Potrebbe essere un parente più o meno prossimo, o anche un estraneo. Se il defunto aveva fatto testamento, possono verificarsi le seguenti situazioni:
- il testamento è custodito dal notaio, che dopo la morte dell’interessato lo pubblicherà, rendendo noti gli eredi nominati nel documento, secondo le ultime volontà del testatore. In questo modo gli eredi designati verranno resi edotti;
- il testamento è olografo (cioè scritto dal testatore) e non era stato affidato a un notaio. Chi lo scopre, ad esempio trovandolo tra le carte o negli oggetti personali del defunto, deve chiederne la pubblicazione (sopprimere un testamento è reato. Anche in questo modo gli eredi apprenderanno la notizia;
- il testamento non c’è, o non si trova. In questo caso puoi fare le verifiche presso notai, registri ed archivi (per gli step da seguire, leggi “Come sapere se una persona ha fatto testamento”). Se si scopre l’esistenza del testamento, avverrà la pubblicazione, e gli eredi saranno avvertiti.
Chi diventa erede anche senza testamento
Come ti abbiamo anticipato all’inizio, si può benissimo diventare eredi anche senza un testamento in proprio favore. Ciò avviene in virtù dello stretto rapporto di parentela con il defunto. Il coniuge superstite, i figli e, in loro mancanza, gli altri ascendenti o discendenti diretti (quindi genitori, nonni, nipoti e bisnipoti) sono eredi legittimari, cioè hanno diritto per legge a una determinata quota dell’eredità.
Il testatore può destinare i suoi beni solo per la parte residua, che prende il nome di quota disponibile. Le proporzioni variano in relazione alla composizione del nucleo familiare. Qui ti spieghiamo quali sono le quote degli eredi legittimari in tutte le situazioni concrete.
Come si accetta un’eredità
Al momento della morte della persona di ui si apre la successione, gli eredi – testamentari o legittimari – sono dei semplici chiamati all’eredità, cioè eredi potenziali, e diventano eredi veri e propri nel momento in cui accettano l’eredità stessa. C’è quindi un ulteriore passo da compiere per poter acquisire la qualità di eredi e dunque il diritto a ricevere la quota del patrimonio del defunto. Ciò può avvenire in tre modi:
- mediante l’accettazione espressa, che avviene con un atto pubblico o una scrittura privata in cui si dichiara la propria volontà di accettare quell’eredità;
- in maniera implicita, o tacita, da parte chi è già nel possesso dei beni ereditari e inizia a disporne come se fossero propri (ad esempio, chi abitava in una casa insieme al genitore defunto, o incassa i canoni di locazione degli appartamenti affittati, o vende la villa in campagna, o paga alcuni debiti lasciati dal defunto attingendo dal conto corrrente cointestato con lui, ecc.);
- accettazione con beneficio d’inventario: la redazione dell’inventario deve avvenire entro 3 mesi dall’apertura della successione o dalla notizia della devoluta eredità, e, da quando l’inventario è pronto e dunque si conoscono gli esiti, ci sono 40 giorni per decidere se accettare l’eredità o meno; questo a differenza delle precedenti forme di accettazione, per le quali ci sono 10 anni di tempo dal momento della morte del defunto.
Accettazione con beneficio d’inventario: cosa comporta
Va evidenziato che con l’accettazione dell’eredità in maniera pura e semplice (che, come abbiamo visto, può avvenire in forma espressa oppure implicita) si diventa eredi senza riserve, quindi il patrimonio del defunto si fonde con quello dei suoi successori ereditari, anche per quanto riguarda i debiti residui, mentre nell’accettazione con beneficio d’inventario i patrimoni rimangono separati, con l’importante conseguenza che l’erede non è tenuto a dover pagare di tasca propria gli eventuali debiti della persona deceduta: la sua responsabilità sarà contenuta entro i limiti di quanto effettivamente ricevuto con la successione. Per questo è indispensabile redigere l’inventario, cioè l’elenco completo dei beni e diritti ereditari, passività comprese.
L’accettazione con beneficio d’inventario è obbligatoria quando l’erede è un minore, un interdetto, un minore emancipato o un inabilitato. E in ogni caso per queste categorie di soggetti l’accettazione dell’eredità richiede un’apposita autorizzazione del Giudice tutelare.
Come reclamare un’eredità
Se gli altri eredi non lasciano la parte spettante ad un coerede che ne ha diritto, questi potrà esercitare le azioni previste dal Codice civile per reintegrare la propria quota, in base alle proporzioni stabilite in favore degli eredi legittimari o nel testamento.
Queste azioni sono diverse per tipologia e richiedono l’assistenza di un avvocato, possibilmente specializzato in questioni ereditarie. Il caso più frequente è quello in cui le proporzioni stabilite non vengono rispettate e un coerede si appropria di una quota maggiore dei beni rispetto agli altri. In tale situazione è possibile esercitare l’azione di riduzione dell’eredità.
Come ottenere i beni senza essere eredi
Infine, ti spieghiamo tre modi efficace per ottenere i beni ereditari senza essere eredi.
Il primo è quello di farsi nominare beneficiari di una polizza assicurativa sulla vita. La designazione dei beneficiari spetta al contraente ed è libera (tant’è che, durante il periodo di validità della polizza, si possono cambiare i beneficiari originariamente indicati). In caso di morte, la compagnia assicuratrice liquiderà al beneficiario designato la somma spettante (in unica soluzione o, se si preferisce, in forma di rendita vitalizia), in base ai premi versati. L’utilità pratica di questo strumento è così notevole che ti proponiamo due articoli di approfondimento: “Come si divide una polizza vita tra gli eredi” e “Polizze vita e successione: tutto ciò che devi sapere“.
Il secondo è quello di farsi fare donazioni mentre la persona è ancora in vita. Può trattarsi di beni immobili o di diritti reali sugli stessi (come l’usufrutto o l’abitazione) ed anche di elargizioni di somme di denaro. Se però queste donazioni intaccano le quote riservate agli eredi legittimari, essi potrebbero reagire contro il donatario, esercitando l’azione di riduzione. Infatti le donazioni vengono considerate (anche agli effetti fiscali) come un anticipo della successione. Per saperne di più, leggi “Donazioni di denaro tra familiari: come evitare problemi successori“.
Il terzo modo è quello di farsi nominare nel testamento come legatari, anziché come eredi. Il legatario si distingue dall’erede perché riceve uno o più beni determinati, non una quota del patrimonio. Ma in concreto può trattarsi di beni di grande valore economico: immobili di pregio, gioielli, lingotti d’oro, titoli azionari o partecipazioni sociali, collezioni, quadri, orologi e altri oggetti preziosi. Leggi come distinguere un erede da un legatario: la distinzione sembra sottile ma ha una grande importanza pratica, anche perché la responsabilità del legatario per i debiti del defunto non va oltre il valore di quanto ricevuto.
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