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Come non essere rilevati da autovelox e tutor

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(@paolo-remer)
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Come individuare in anticipo gli apparecchi di rilevamento della velocità su strade e autostrade: quali sono le migliori app e utility che avvisano della loro presenza.

C’è chi crede che basti procedere in diagonale, a zig zag o a cavallo tra due corsie per non essere rilevati da autovelox e tutor. Falso: le telecamere attuali sono ad ampio spettro, senza contare il fatto che cambiare direzione senza necessità costituisce una violazione del Codice della strada.

Esistono, invece, altri sistemi utili, più tecnologici, che aiutano gli automobilisti a non essere rilevati da autovelox o tutor e così ad evitare multe e decurtazione di punti dalla patente. Gli smanettoni sempre aggiornati l’hanno già denominata “opzione salvamulte”: non si tratta di uno schermo spaziale che rende l’auto invisibile, ma della semplice consultazione di una mappa virtuale disponibile su Internet e aggiornata in maniera dinamica durante il percorso, grazie alla geolocalizzazione del conducente o di un passeggero a bordo del veicolo e dotato di smartphone.

Nell’applicazione Maps di Google c’è una utility che segnala le posizioni degli apparecchi di controllo della velocità presenti lungo il tratto di strada impostato: ad esempio, da Roma a Milano indicherà gli autovelox e i tutor posizionati lungo l’Autostrada A1. Il sistema – che è del tutto gratuito – parte in automatico e non c’è bisogno di alcuna configurazione (a parte l’installazione iniziale dell’applicazione sul dispositivo, smartphone o tablet): le indicazioni compaiono automaticamente non appena si è selezionata la modalità navigazione tra il punto di partenza ed il punto di destinazione che abbiamo selezionato per il nostro percorso.

Si tratta di una funzione che arricchisce le mappe dinamiche di Google, analogamente a quanto avviene per le informazioni sul traffico (code, rallentamenti, incidenti) e per quelle sulle stazioni di rifornimento, estese alle stazioni di ricarica per le auto elettriche. A questo punto, la domanda sorge spontanea: è davvero possibile utilizzare al meglio questo servizio di Google, e quelli disponibili sulle numerose app simili, per prevenire le multe per gli eccessi di velocità rilevati da autovelox e tutor? Ci dobbiamo anche chiedere un’altra cosa essenziale: questo sistema ed il suo utilizzo da parte dell’automobilista sono legali?

Autovelox e tutor: come evitare le multe

Il tutor è uno strumento che misura la velocità media in un determinato tratto e non è facile eluderlo con una semplice frenata all’ultimo momento, come invece è possibile per gli autovelox, che rilevano la velocità istantanea del veicolo.

Però ci sono alcuni accorgimenti che tornano utili a condizione di saperli prima del “momento del bisogno”, quando ormai è troppo tardi. Innanzitutto per gli autovelox ed i tutor c’è sempre la tolleranza del 5% e con un minimo di 5 chilometri orari: è prevista dalla legge per coprire preventivamente gli eventuali errori di misurazione degli apparecchi e comporta, ad esempio, che in autostrada il limite reale da non superare non è quello di 130 imposto, ma quello di 137 km/h (così come sulle strade extraurbane principali, dove vige il limite a 110, non si dovranno superare i 116 km/h). Questo margine di tolleranza offre una possibilità in più per evitare le multe per superamento dei limiti di velocità.

Tieni presente che, a differenza dell’autovelox per evitare il tutor bisogna sapere qual è la nostra velocità media di percorrenza nel tratto interessato, e, prima ancora di questo, sapere dove i tutor sono posizionati. Per questo, non basta il solo contachilometri di bordo, ma servono strumenti di rilevazione accessibili a tutti coloro che posseggono uno smartphone, come Google Maps.

Come scoprire autovelox e tutor con Google Maps

La prima cosa da sapere è che Google Maps non segnala tutte le postazioni di controllo della velocità presenti su strade e autostrade, ma soltanto quelle fisse. Quindi, su Google non compaiono, ad esempio, gli autovelox mobili posizionati dalle pattuglie della Polizia stradale o locale e neppure gli apparecchi “Scout speed” montati su autovetture in movimento. Però, già il fatto di sapere in anticipo la presenza dei tutor può aiutare a controllare la velocità nei tratti interessati ed a prevenire le multe.

La seconda cosa importante è che affidarsi a Google durante il viaggio per conoscere in anticipo la presenza dei tutor non è sicuro al 100%: non c’è infatti nessuna “garanzia di completezza” delle informazioni fornite, quindi alcune posizioni potrebbero mancare perché, ad esempio, sono di nuova installazione e l’applicazione non le ha ancora rilevate ed inserite nelle mappe; così come, al contrario, Google potrebbe indicare la presenza di alcuni apparecchi che, nel frattempo, sono stati rimossi.

Quindi, se ti affidi a Google devi sapere in anticipo che gli indicatori ti potrebbero fornire dei “falsi positivi” così come dei “falsi negativi”: ci potrebbero essere nel tragitto alcuni tutor che la mappa non rileva ed altri che la mappa indica ma che non ci sono più. Senza contare poi il fatto che anche per quelli riportati come presenti non si può sapere in anticipo se siano effettivamente funzionanti oppure no nel momento in cui stiamo attraversando quel tratto di strada; sono frequenti infatti i casi di disattivazione degli apparati in alcuni tratti.

Autovelox e tutor: l’elenco ufficiale

L’elenco ufficiale degli autovelox e dei tutor posizionati sulle strade ed autostrade italiane è disponibile online sul sito della Polizia di Stato e viene aggiornato settimanalmente. Le liste riguardano le sole postazioni fisse ed attive, non quelle mobili, ed è possibile ottenere mappe ed elenchi per ciascuna strada o autostrada o su base regionale.

Per ogni apparecchio autovelox viene indicato il punto di collocazione (ad esempio: autostrada A11 Firenze – Pisa Nord km 35,500) e per il tutor il tratto controllato (ad esempio: autostrada A4 dal casello di Bergamo a quello di Seriate). I tutor vengono indicati con la sigla SicVe (Sistema controllo velocità).

App per individuare autovelox e tutor

Torniamo a Google Maps e più in generale a tutte le app per individuare autovelox e tutor: sono legali? Il Codice della strada vieta [1] l’uso di «dispositivi che segnalino e localizzino i rilevatori di velocità». Chi li produce, li vende o semplicemente li utilizza – quindi anche il normale automobilista – è soggetto ad una sanzione amministrativa [2] del pagamento di una somma da euro 802 a euro 3.212, ed alla confisca del dispositivo illecito.

Ma i tutor, così come gli autovelox,non possono essere “segreti”; al contrario è la stessa legge ad imporre che la loro presenza debba essere presegnalata con gli appositi cartelli indicatori, e che i dispositivi stessi siano ben visibili nel punto dove sono posizionati.

Per la giurisprudenza e le circolari ministeriali sono considerati illegittimi i dispositivi elettronici che, intercettando le onde radio o i raggi di frequenza emessi dagli apparecchi, segnalano a chi si sta avvicinando con la propria autovettura la presenza di un autovelox o di un tutor in quel momento in funzione; ma non sono affatto illegali gli elenchi e le mappe disponibili sulle varie App (alcune gratuite, altre a pagamento) che indicano la presenza delle postazioni di rilevamento della velocità così consentendo al conducente di individuare autovelox e tutor in anticipo.

Dunque, il loro utilizzo è perfettamente lecito ed è anche utile ai fini della sicurezza stradale conoscere in anticipo che in un determinato punto del tratto percorso c’è una postazione che rileva la velocità (o istantanea, come l’autovelox, o media in un tratto, come il tutor). Rimane il fatto che l’automobilista non sa se in quel momento il controllo in quel tratto sia effettivamente attivo oppure no; ma la funzionalità può aiutare parecchio a non premere il pedale dell’acceleratore e ad evitare qualche eccesso di velocità nei tratti presegnalati.

Come evitare autovelox e tutor con le app

Le app più evolute offrono dei tools di ausilio alla navigazione su strada e aiutano a moderare la velocità: ad esempio su Google Maps compare anche un tachimetro con i limiti massimi da rispettare nel tratto percorso. Altre app comparano questi limiti vigenti con la velocità concreta del veicolo, misurata dalla geolocalizzazione satellitare dinamica, e se rilevano il superamento inviano all’utente avviso istantaneo, luminoso o acustico.

Il sistema di misurazione satellitare è molto più preciso del contachilometri dell’auto e del nostro “occhio”, dunque può essere un valido aiuto per evitare di correre troppo, tenendo presente che il tutor misura la velocità media in un determinato tratto ed è molto più difficile “barare” rispetto ad un normale autovelox che misura solo la velocità istantanea in un punto. Quindi le indicazioni che arrivano sul display ci consentono di capire facilmente se stiamo correndo troppo e rischiamo di incorrere in una multa per eccesso di velocità.

Nel prossimo futuro queste tecnologie saranno potenziate: sui nuovi veicoli dovranno essere installati i sistemi Isa per la gestione automatica della velocità ed entro il 2025 le auto dovranno interagire con i sistemi di rilevazione in modo da gestire la velocità tenendola entro i limiti imposti per il tratto in cui ci si trova, che saranno dedotti dalla mappa del navigatore. A quel punto, probabilmente, non sarà più necessario per il guidatore sapere dove si trovano gli autovelox e i tutor: e un domani con la guida autonoma degli autoveicoli tutto sarà preimpostato e automatizzato.

Intanto, facendo i conti con la situazione presente, se vuoi conoscere tutti i modi possibili per evitare il tutor, leggi anche questi due articoli: tutor come fregarlo e le trappole del tutor. Se, invece, ti fosse già arrivata una multa per eccesso di velocità, puoi leggere qui come fare ricorso.

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Pubblicato : 31 Gennaio 2023 14:15