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Come leggere un bilancio aziendale

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(@paolo-remer)
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Come analizzare e interpretare le voci che compongono il conto economico e lo stato patrimoniale, per ricavarne informazioni utili sullo stato di salute dell’impresa.

Ci sono documenti, come lo stato patrimoniale ed il conto economico, che dicono molto sullo stato di salute, o di crisi, di un’impresa. Gli addetti ai lavori, come gli analisti finanziari ed i funzionari bancari o dell’Agenzia delle Entrate, sanno ben interpretare tutti i segnali nascosti dietro alle cifre esposte, ma i meno esperti potrebbero incontrare grosse difficoltà.

Eppure è importante per tutti sapere come leggere un bilancio aziendale: hanno interesse a farlo, ad esempio, i soci non amministratori dell’azienda, per verificare la qualità della gestione, ma anche i dipendenti ed i fornitori, per capire se saranno pagati puntualmente o se invece ci sono rischi di ritardo causati dai grossi debiti, i clienti che acquistano prodotti o servizi, per sapere se l’impresa è a rischio fallimento e nel prossimo futuro non farà più riparazioni, sostituzioni e garanzie, ed anche il pubblico indistinto dei consumatori e dei risparmiatori, se si tratta di una società quotata in Borsa, per decidere se comprare o meno le sue azioni o obbligazioni.

Quindi in questa guida fruibile da tutti ti spieghiamo in parole semplici come leggere un bilancio aziendale. Partiamo dalle voci che lo compongono, quindi dalla struttura, che ci servirà come mappa di orientamento.

Com’è fatto un bilancio aziendale

L’articolo 2423 del Codice civile stabilisce che il bilancio aziendale – detto, più propriamente, bilancio d’esercizio – viene redatto dagli amministratori della società e si compone di tre parti fondamentali:

  • lo stato patrimoniale;
  • il conto economico;
  • la nota integrativa.

Come deve essere redatto il bilancio aziendale?

La norma sottolinea che il bilancio «deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio». Ogni bilancio, infatti, parte dalle rilevazioni contabili, che devono essere complete, esatte e fedeli.

Lo stato patrimoniale

Lo stato patrimoniale esprime la consistenza della società al termine dell’esercizio, ed è come una “fotografia” degli elementi attivi e passivi registrati alla fine dell’anno considerato. Le voci che compongono l’attivo finanziario comprendono tutti i beni posseduti (macchinari, impianti, attrezzature, immobili, veicoli, ecc.), il denaro in cassa o depositato ed i crediti da riscuotere, e devono essere elencate e descritte in maniera distinta e contrapposta rispetto alle passività (tra le quali rientrano, oltre ai debiti accumulati nel periodo, anche il capitale sociale, incrementato degli utili conseguiti e delle riserve, nonché, i fondi accantonati per rischi ed oneri e per il Tfr dei dipendenti). La differenza tra l’attivo ed il passivo esprime il valore del patrimonio netto dell’azienda.

Il conto economico

Il conto economico, invece, è la rappresentazione dinamica dei movimenti avvenuti durante l’esercizio: potremmo, quindi, paragonarlo ad un “filmato” di quanto accaduto nel periodo. Qui compaiono i costi sostenuti (acquisti di materie prime, spese per salari e stipendi, interessi passivi, canoni di affitto, ecc.) ed i risultati conseguiti, cioè da un lato figurano tutte le spese effettuate e dall’altro lato tutti i ricavi e proventi realizzati dalla vendita dei prodotti e servizi commercializzati dall’impresa.

L’esposizione avviene in forma scalare, per evidenziare anche i risultati intermedi, ed è articolata in diverse sezioni (valore della produzione, costi della produzione, proventi ed oneri finanziari, rettifiche di valore di attività finanziarie, in modo da evidenziare quanto i risultati siano dovuti alla normale attività oppure dipendano da operazioni straordinarie, di natura finanziaria). Dalla differenza tra i ricavi ed i costi emerge l’utile, o la perdita, conseguita nell’esercizio considerato. Se l’utile non viene distribuito ai soci, a partire dall’esercizio seguente confluirà nel capitale netto.

La nota integrativa

La nota integrativa è un documento che costituisce parte integrante del bilancio d’esercizio, e contiene una serie di informazioni necessarie ad illustrare e spiegare la situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, sempre in base ai criteri di chiarezza, completezza e veridicità. A differenza dello stato patrimoniale e del conto economico, che hanno un’esposizione essenzialmente numerica, con una breve descrittiva testuale, la nota integrativa viene redatta in modo discorsivo.

L’articolo 2427 del Codice civile definisce il contenuto della nota integrativa, specificando che essa deve indicare i criteri contabili adottati, spiegare le motivazioni dell’iscrizione nello stato patrimoniale o nel conto economico di determinate voci, esporre il numero dei dipendenti, l’ammontare dei compensi degli amministratori e dei sindaci, e riportare gli eventuali titoli emessi dalla società.

Il rendiconto finanziario

Alle tre fondamentali componenti del bilancio d’esercizio che abbiamo esaminato – stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa – si è aggiunto, a partire dal 2015, il rendiconto finanziario: è un documento obbligatorio per le grandi imprese, quelle di maggiori dimensioni, che per 2 annualità consecutive superano i 50 dipendenti e hanno ricavi totali di almeno 8.800.000 euro.

Il contenuto del rendiconto finanziario è disciplinato dall’articolo 2425 ter del Codice civile, in base al quale devono risultare, per l’esercizio in chiusura e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide all’inizio ed alla fine dell’esercizio, nonché i flussi finanziari manifestatisi durante l’esercizio, specificando se derivano dall’attività operativa dell’impresa, oppure da investimenti o finanziamenti.

Quali sono gli indicatori di bilancio?

Gli indicatori di bilancio sono dei valori desunti dagli elementi contenuti nello stato patrimoniale e nel conto economico, e si ottengono rapportando ed intrecciando alcune voci contabilizzate: infatti i numeri in sé, considerati in modo isolato ed assoluto, dicono troppo poco. Per questo si è sviluppata una sofisticata analisi per indici, utile per capire davvero il contenuto, e le implicazioni, del bilancio, che viene riclassificato per fornire alcune informazioni essenziali.

I principali indicatori di bilancio, necessari per capire lo stato di salute di un’impresa, e dunque la sua solidità finanziaria, la sua affidabilità creditizia e la sua capacità di far fronte alle obbligazioni assunte – ad esempio, pagare regolarmente i dipendenti ed i fornitori, o rimborsare gli obbligazionisti – sono:

  • il margine operativo lordo (Mol, in inglese Ebitda): esprime l’utile aziendale prima di applicare interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti; è il valore che esprime la vera redditività dell’azienda, al lordo delle componenti “spurie”, e fa comprendere la sua capacità di produrre guadagni;
  • il margine operativo netto (Ebit): è il margine operativo lordo meno i cosiddetti costi non monetari, cioè gli ammortamenti e le svalutazioni dei beni dell’impresa. Rappresenta l’utile prima di interessi e tasse, quindi il margine di guadagno dell’azienda prima che le banche, o le società finanziarie, ed il Fisco prelevino la loro parte;
  • il Roe (Return on equity), cioè la redditività del capitale netto: si ottiene rapportando, con una divisione matematica, il risultato netto d’esercizio, risultante dal conto economico, al patrimonio netto, riportato nello stato patrimoniale, e ci dice quanto rende il capitale investito nell’azienda (in caso di perdita, il Roe è negativo);
  • il Roi (Return on investment): è la redditività del capitale misurata in percentuale, cioè per ogni euro. Si ottiene rapportando il reddito operativo al capitale netto investito: ad esempio, se la società ha investito nella produzione 10mila euro in un anno, ed ha ottenuto 15mila euro di utili dalle vendite, avrà un Roi del 15%. Questo dato esprime la performance realizzata dall’impresa: quanto più alto è il valore del Roi, tanto più la gestione aziendale è efficiente, perché è capace di generare profitti dagli investimenti.
 
Pubblicato : 21 Maggio 2023 09:00