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Come intestare il 50% della casa alla moglie?

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(@angelo-greco)
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Come donare una quota di proprietà della casa al coniuge: costi, tasse, documentazione ed effetti. 

Spesso chi compra casa è sposato in regime di separazione dei beni. L’effetto è dunque che l’immobile resta nella esclusiva proprietà di chi firma l’atto notarile, anche se l’acquisto avviene (in tutto o in parte) con soldi dell’altro coniuge. Questo potrebbe portare alla necessità di stipulare un secondo atto con cui si riconosce al marito o alla moglie la metà della proprietà. Una scelta quest’ultima che viene spesso effettuata per non lasciare il proprio coniuge privo di alcuna sicurezza patrimoniale.  

Una delle più frequenti domande che viene posta al consulente legale è come intestare il 50% della casa alla moglie (o, chiaramente, al marito). Il problema, come anticipato, si pone principalmente per le coppie in regime di separazione dei beni. Per quelle invece in regime di comunione legale, la questione può rilevare solo con riferimento agli immobili di cui si era proprietari già prima del matrimonio (per quelli comprati dopo infatti si realizza in automatico una comproprietà con quote paritarie).  

Ipotizziamo dunque che Mario sia proprietario di un appartamento e che, dopo un paio di anni, decida di sposarsi in comunione dei beni con Renata. L’uomo decide di riconoscere alla moglie la proprietà della metà della propria abitazione. Così decide di andare dal notaio e di fare una donazione pari al 50% del valore del bene. Come deve agire? 

Come si intesta una casa alla moglie: documentazione

Per intestare casa alla moglie è necessario fare una donazione. 

Pertanto, la prima cosa da fare è recarsi da un notaio muniti del cosiddetto atto di provenienza. L’atto di provenienza non è altro che l’atto pubblico grazie al quale il donante ha acquisito la proprietà del bene da donare. Può essere, ad esempio, un contratto di compravendita, un’altra donazione, l’atto notarile che apre una successione oppure una sentenza che, all’esito di una causa, riconosca la proprietà del bene. In pratica, l’atto di provenienza è il documento che attesta la titolarità del bene. 

Oltre a ciò, il donante deve munirsi dei documenti d’identità, necessari al notaio ad effettuare l’identificazione del soggetto che ha dinanzi a sé. Di solito, lo studio notarile richiede tale documentazione prima del rogito, dovendo preparare in anticipo l’atto di donazione che poi, nel giorno fissato per la stipula, verrà semplicemente letto e firmato (al netto di eventuali errori o refusi che vengano trovati prima della stipula).

Sono infine necessari due testimoni che dichiarino di aver partecipato all’atto. Di norma, i testimoni sono “offerti” dallo stesso studio notarile, presi tra i propri collaboratori o dipendenti. Se il notaio necessita dei testimoni dal proprio cliente glielo chiede in anticipo.

Come si intesta una casa alla moglie: quanto costa

Infine, si dovrà firmare l’atto pubblico e, in quella sede, corrispondere al notaio l’onorario per la propria parcella e le imposte che questi verserà allo Stato.

Se l’onorario grava su entrambe le parti (salvo diverso accordo), le imposte invece sono a carico del donatario ossia della moglie. 

Le imposte da corrispondere sono: a) l’imposta di registro; b) l’imposta ipotecaria; c) l’imposta catastale; d) l’imposta sulle donazioni.

L’imposta sulle donazioni non è dovuta se il valore dell’immobile è inferiore a 1 milione di euro. Se superiore, invece, l’imposta è pari al 4% che si applica però solo sul valore del bene che eccede 1 milione di euro (la cosiddetta “franchigia”).

Le altre imposte variano a seconda del fatto che l’immobile sia o meno “prima casa” per la moglie. Se si tratta di “prima casa”, infatti, l’imposta di registro è pari al 2% anziché al 9%. E le imposte ipotecarie e catastali, piuttosto che essere rispettivamente pari al 2% e all’1%, sono in misura fissa pari a 50 euro ciascuna.

Affinché si parli di “prima casa” è necessario che la moglie non abbia altre abitazioni – neanche per quote – nel Comune ove si trova la nuova casa, né ne abbia altre – ovunque situate – per le quali abbia usufruito del bonus prima casa. Deve infine spostare la propria residenza nello stesso Comune ove si trova l’immobile donato entro 18 mesi dal rogito. 

Quali sono gli effetti per chi intesta casa alla moglie?

Come anticipato, chi intesta casa alla moglie compie una donazione. La donazione è un atto irrevocabile. Per cui non c’è modo di “riprendersi” la metà donata, a meno che non sia il donatario a voler restituire la propria quota oppure quest’ultimo non compia un atto che comporti la revoca della donazione per ingratitudine. 

La moglie, divenendo proprietaria della metà della casa, ne acquista il diritto di uso e di amministrazione ordinaria anche disgiunta (quella straordinaria invece richiede il consenso di entrambi). 

Inoltre, alla morte del marito, la moglie resterà proprietaria del proprio 50% (che non dovrà dividere con nessuno), mentre cadrà in successione solo l’altra metà. La moglie avrà comunque, in automatico, il diritto di abitazione ossia il diritto di continuare a vivere nella casa in questione, fino all’ultimo dei propri giorni e senza dover pagare nulla ad eventuali ulteriori eredi.

La moglie sarà infine tenuta, in solido con il marito, a versare annualmente l’Imu e la Tari al Comune: tali imposte infatti sono collegate alla proprietà del bene. 

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Pubblicato : 14 Febbraio 2023 07:01