Come funzionano i nuovi incentivi per le assunzioni del 2024
Scopri i dettagli delle nuove misure di incentivo per le assunzioni che entreranno in vigore da gennaio 2024
Il 2024 segna l’avvio di importanti novità nel campo delle politiche di incentivazione al lavoro. Si tratta dell’alternativa studiata dal Governo in sostituzione del Reddito di cittadinanza. Queste misure, volte a stimolare l’impiego e a sostenere categorie specifiche di lavoratori, rappresentano un cambiamento significativo per datori di lavoro e lavoratori. Scopriamo insieme come funzioneranno i nuovi incentivi per le assunzioni 2024 e quali benefici porteranno nel mercato del lavoro italiano.
Cosa cambia nel 2024 per gli incentivi alle assunzioni?
A partire da gennaio, entreranno in vigore tre tipologie di incentivi per le assunzioni. Questi riguardano principalmente i percettori dei nuovi sostituti del Reddito di cittadinanza, ovvero il Supporto alla formazione e al lavoro (Sfl) e l’Assegno d’inclusione (Adi), assunzioni a tempo indeterminato e infine, soggetti nel Sud Italia. Queste misure sostituiranno gli attuali sgravi per l’assunzione di donne, giovani under 36 e Neet, che si concluderanno a dicembre.
Come funzionano gli incentivi per chi assume percettori di Adi e Sfl?
Per i datori di lavoro che assumono percettori di Adi e Sfl, è previsto un esonero dal pagamento dei contributi previdenziali pari al 100% per un massimo di 12 mesi, fino a un importo di 8mila euro, calcolato su base mensile.
Nel caso di contratti a tempo determinato, l’esonero si riduce al 50%, con un importo massimo di 4mila euro.
Come funziona la super deduzione?
Il meccanismo della super deduzione permette una maggiorazione del 20% applicabile nella dichiarazione Ires o Irpef al minore tra il costo sostenuto nell’anno 2024 per i neoassunti e l’incremento delle spese del personale intervenuto tra 2023 e 2024. È prevista una ulteriore maggiorazione, fino al 10%, che la legge prevede in caso di assunzione di soggetti appartenenti a categorie meritevoli di tutela, vale a dire lavoratori “molto svantaggiati” ai sensi della normativa europea; persone con disabilità; minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare; donne di qualsiasi età con almeno due figli minori; giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile; ex percettori del reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione.
Per accedere a questo incentivo, l’impresa deve essere in normale operatività, non in liquidazione e non deve aver fatto ricorso a procedure liquidatorie previste dal codice della crisi di impresa. È necessario anche che il numero dei dipendenti a tempo indeterminato alla fine del 2024 sia superiore alla media del 2023 e che, a fine 2024, il totale dei dipendenti (a tempo indeterminato e determinato) superi la media del 2023.
Cos’è la decontribuzione Sud e come funziona?
La decontribuzione Sud è un’iniziativa rafforzata fino al 2029 dalla manovra del 2021, ma che richiede l’approvazione della Commissione UE per essere applicata, in quanto considerata un aiuto di Stato. Il governo italiano sta lavorando per estendere questa misura almeno fino a giugno 2024. Essa prevede uno sgravio contributivo per le aziende situate nel Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) per quanto riguarda i rapporti di lavoro dipendente, sia già esistenti che nuovi.
Lo sgravio si applica in base a percentuali decrescenti nel corso degli anni: fino al 31 dicembre 2025, l’esonero è del 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro; per il 2026 e il 2027, scende al 20%; e per il 2028 e il 2029, si riduce al 10%. Questo incentivo non prevede un limite massimo per singolo lavoratore o lavoratrice. Tuttavia, per essere effettivo, necessita dell’autorizzazione preventiva dell’UE. Al momento, la misura è confermata fino a dicembre, con un costo annuale stimato tra i 4 e i 5 miliardi di euro. I dati del 2022 mostrano che la decontribuzione Sud ha riguardato 1.377.844 assunzioni e variazioni contrattuali, e nel primo semestre del 2023 sono stati coinvolti 777.615 rapporti.
Quali sono i dettagli dell’incentivo “under 30”?
A partire da gennaio, le aziende possono beneficiare anche dell’incentivo “under 30”, reso permanente dalla legge di Bilancio 2018 (legge 205/2017). Questo incentivo è destinato ai giovani che non sono mai stati assunti a tempo indeterminato prima dell’assunzione agevolata, sia che si tratti di un contratto a tempo indeterminato o di una conversione di un precedente contratto a tempo determinato. L’incentivo consiste in un esonero contributivo pari al 50% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, fino a un massimo di 3.000 euro, calcolato su base mensile.
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