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Come funziona la separazione in tribunale

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(@angelo-greco)
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Separazione consensuale e giudiziale: la nuova procedura introdotta dalla riforma del processo. Il mantenimento e l’affidamento dei figli. 

La separazione è un evento doloroso e difficile che può colpire chiunque. Quando una coppia decide di separarsi, potrebbe essere utile chiedere il supporto di un mediatore familiare per esplorare eventuali soluzioni alternative. Ma se anche questo estremo tentativo di riconciliazione dovesse fallire, non resta che rivolgersi al tribunale per risolvere le questioni legali, come la divisione dei beni e l’affidamento dei figli. In questo articolo, esploreremo come funziona la separazione in tribunale e quali sono i passaggi da seguire per ottenere una separazione legale.

Innanzitutto, discuteremo la scelta di un avvocato specializzato in diritto di famiglia e come trovare quello giusto per le proprie esigenze. Successivamente, affronteremo la preparazione e la presentazione della domanda di separazione al giudice, spiegando quali informazioni includere e come presentarla in tribunale, qual è la nuova procedura di separazione, che è stata di recente modificata in modo sostanziale.

Inoltre, forniremo informazioni su cosa aspettarsi durante l’udienza di separazione e come affrontare il processo. Discuteremo anche la possibilità di una separazione consensuale, un’opzione sempre più popolare tra le coppie che cercano di evitare il processo in tribunale.

Infine, esploreremo le conseguenze della separazione e le varie questioni legali che dovranno essere risolte, come la divisione dei beni e la custodia dei figli. Leggi questo articolo per capire meglio come funziona la separazione in tribunale e come affrontare questo difficile periodo con la massima preparazione.

La scelta dell’avvocato specializzato in diritto di famiglia

Quando ci si trova ad affrontare una separazione, trovare il giusto avvocato può fare la differenza tra un processo fluido e una vera e propria catastrofe. Scegliere un avvocato specializzato in diritto di famiglia è opportuno per garantire una rappresentanza legale competente e affidabile durante la separazione. In generale, però, è bene sapere che non esiste un obbligo di affidarsi a una specifica categoria di avvocato. Difatti si potrebbe ben optare per un penalista anche se la separazione ha a che fare con il diritto civile. Possiamo quindi dire che le “specializzazioni” non sono vincolanti nella scelta del proprio difensore, ma di certo un professionista da sempre impegnato in un determinato settore offre maggiori garanzie di affidabilità.

Ecco alcuni suggerimenti su come scegliere un avvocato specializzato in diritto di famiglia per una separazione:

  • ricerca e valutazione: inizia la ricerca di un avvocato specializzato in diritto di famiglia esaminando le recensioni online e le raccomandazioni da parte di amici e parenti. Assicurati di leggere le recensioni attentamente e di prestare attenzione ai commenti riguardanti la competenza dell’avvocato e la sua esperienza nella gestione di casi di separazione;
  • esperienza: cerca un avvocato che abbia esperienza nella gestione di casi di separazione, in particolare nel tipo di separazione che stai affrontando. Se hai figli, ad esempio, potrebbe essere utile cercare un avvocato specializzato in questioni di affidamento;
  • comunicazione: assicurati che l’avvocato che scegli abbia una buona capacità di comunicazione e sia disposto ad ascoltare le tue preoccupazioni. Un buon avvocato dovrebbe spiegarti i tuoi diritti e le opzioni a disposizione, nonché informarti sui possibili rischi e benefici. Non solo: il bravo avvocato ti sa consigliare non necessariamente in merito allo “scontro frontale”; difatti, a volte, l’accordo è la strada migliore per raggiungere un risultato soddisfacente in tempi brevi e senza troppe lacerazioni tra le parti (specie quando ci sono figli). Non vedere un segno di arrendevolezza nel consiglio del tuo avvocato a raggiungere una conciliazione con il tuo ex;
  • prezzo: cerca un avvocato con una tariffa giusta e trasparente. Non scegliere un avvocato solo in base al prezzo più basso, poiché potrebbe non offrire la giusta qualità del servizio;
  • sintonia: infine, scegli un avvocato con cui ti senti a tuo agio e che ti ispira fiducia. La sintonia tra te e il tuo avvocato è fondamentale per garantire una buona relazione e per gestire efficacemente la separazione.

In sintesi, la scelta di un avvocato specializzato in diritto di famiglia per una separazione richiede una ricerca attenta, un’attenzione alla competenza e all’esperienza, alla comunicazione e alla relazione, e alla trasparenza dei prezzi. Con l’aiuto di un avvocato giusto, potrai affrontare la separazione con la massima preparazione e ottenere il miglior risultato possibile.

I primi passi

Una volta trovato un avvocato, dovrai consultarti con lui per comprendere quali sono i primi passaggi da seguire. Di solito, se la coppia non ha ancora parlato di separazione, l’avvocato invierà una lettera all’altro coniuge al fine di rappresentargli la tua volontà ed invitarlo a trovare una soluzione bonaria che eviti lo scontro in tribunale. Gli manifesterà quindi le tue condizioni in merito a tutti i punti del distacco e gli darà un termine per rispondere. Se entro questo termine, l’altro coniuge offre una risposta positiva e rivolta alla conciliazione si potrà intraprendere un percorso di separazione consensuale (di cui parleremo a breve); in assenza invece di tale volontà non resta che la separazione giudiziale. 

È anche possibile che entrambi i coniugi si rivolgano direttamente a un solo avvocato al fine di trovare il miglior assetto dei propri interessi, che difenda entrambi in una procedura di separazione consensuale (con conseguente risparmio dei costi). 

La parcella dell’avvocato grava su entrambe le parti salvo diverso accordo.

La separazione consensuale

Se tu e il tuo attuale coniuge (futuro “ex”) avete già trovato un accordo per la separazione e il successivo divorzio o lo avete trovato tramite la mediazione dei vostri avvocati, allora potete procedere con la separazione consensuale. 

Con la separazione consensuale le parti concordano:

  • l’eventuale corresponsione di un assegno di mantenimento al coniuge più povero; 
  • la previsione di un assegno di mantenimento in favore dei figli;
  • l’affidamento dei figli (che di norma è condiviso);
  • la collocazione dei figli presso uno dei genitori;
  • l’assegnazione della casa al genitore presso cui i figli vanno a vivere;
  • la divisione dei beni acquistati durante il matrimonio per le coppie in comunione;
  • l’eventuale trasferimento di immobili a uno dei due coniugi o ai figli.

L’accordo verrà depositato in tribunale dall’avvocato. Verrà fissata un’udienza dinanzi a un giudice che, tentata una conciliazione, convaliderà l’accordo e quindi dichiarerà la separazione.

La previsione di un assegno di mantenimento non è obbligatoria così come non è obbligatorio procedere al trasferimento di immobili se le parti non intendono farlo. 

È invece obbligatorio stabilire il mantenimento dei figli che dovranno essere supportati economicamente da entrambi i genitori – ciascuno in proporzione alle proprie capacità – fino a quando non diventeranno economicamente autosufficienti.

L’affidamento dei figli – ossia il potere di assumere le decisioni più importanti in merito alla loro crescita, educazione, istruzione e salute – spetta ad entrambi i genitori: per cui tali scelte, quando abbiano ad oggetto questioni di straordinaria amministrazione – dovranno essere sempre concordate (salvo siano essenziali e necessarie per i bisogni del figlio). Se le spese ordinarie rientrano nell’assegno di mantenimento mensile, le spese straordinarie invece devono essere rimborsate di volta in volta in misura percentuale (di solito al 50%).

La separazione giudiziale

Se i coniugi non trovano un accordo sulla separazione o se uno dei due non vuol concedere la separazione all’altro, non resta che affidarsi al giudice. 

Qui si inserisce una lunga procedura molto simile a una regolare causa civile. Vediamo come funziona. 

Il coniuge che intende chiedere la separazione si rivolge al proprio avvocato che deposita in tribunale un atto di ricorso. 

Un tempo, si effettuava una prima udienza dinanzi al Presidente del Tribunale che stabiliva i provvedimenti provvisori e urgenti a tutela del coniuge più debole e dei figli; successivamente, la causa proseguiva presso il giudice designato. 

Questo schema è stato sostituito con un giudizio che impone alla parte istante di indicare da subito i mezzi di prova dei quali intende valersi e i documenti che offre in comunicazione.

In caso di domande di assegno di mantenimento o in presenza di figli minori al ricorso occorre allegare le informazioni di carattere patrimoniale e reddituale ossia:

  • le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni;
  • la documentazione attestante la proprietà su beni immobili e mobili registrati (ad es. auto o moto), nonché di quote sociali (ma non di incarichi societari);
  • gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari degli ultimi tre anni.

Infine, se nel procedimento di separazione o divorzio sono coinvolti figli minori, al ricorso occorre allegare un «piano genitoriale», che deve contenere le regole per l’esercizio della bigenitorialità, indicando gli impegni scolastici ed extra scolastici dei figli e lo schema delle frequentazioni (per la settimana, i weekend e le vacanze) che si possono prevedere nel nuovo assetto separativo o divorzile. 

Dopo il deposito del ricorso il giudice emette il decreto di fissazione di udienza. Il ricorso viene notificato con l’ufficiale all’altro coniuge il quale deve costituirsi in giudizio.

Il primo provvedimento del giudice è preceduto da uno scambio di scritti difensivi, che ha l’effetto di dilatare i tempi per un provvedimento urgente a tutela delle parti deboli.

Per trattare le questioni più urgenti e delicate la riforma ha quindi previsto la possibilità per il giudice di emettere «provvedimenti indifferibili» quando il ricorrente evidenzia nel ricorso, o comunque emerge, un «pregiudizio imminente e irreparabile, o quando la convocazione delle parti potrebbe pregiudicare l’attuazione dei provvedimenti». 

Dopo aver rilevato la fondatezza dei rischi assumendo «ove occorre sommarie informazioni», il giudice «adotta con decreto provvisoriamente esecutivo i provvedimenti necessari nell’interesse dei figli». Con lo stesso decreto il giudice fissa entro i successivi 15 giorni l’udienza per la conferma, modifica o revoca del decreto, con un termine perentorio per la notifica alla parte, in danno della quale sono stati emessi (ed eseguiti) i provvedimenti indifferibili.

Arriviamo così alla prima udienza. Se non vengono chiesti i provvedimenti indifferibili, il primo intervento del giudice sarà rimandato all’udienza di prima comparizione delle parti, che deve tenersi entro 90 giorni dal deposito del ricorso. La prima udienza deve essere preceduta dalla costituzione del convenuto almeno 30 giorni prima. Le parti possono poi presentare «ulteriori difese» (entro termini fissati a pena di decadenza).

Alla prima udienza si devono presentare entrambi i coniugi per provare il tentativo di conciliazione davanti al giudice. 

Se la conciliazione non riesce, il giudice decide i «provvedimenti temporanei e urgenti» nell’interesse delle parti e dei figli. Con la stessa ordinanza, il giudice decide le prove da ammettere e dispone il rinvio dell’udienza per l’assunzione dei mezzi di prova nei successivi 90 giorni (se non occorre assumere prove, si passerà direttamente alla discussione orale e alla decisione della causa).

Una volta assunte le prove, il giudice fissa l’udienza di rimessione della causa in decisione, dando alle parti un termine di 60 giorni prima dell’udienza per la precisazione delle conclusioni con note scritte, di 30 giorni per il deposito delle comparse conclusionali e di 15 giorni per le memorie di replica. 

Dopo l’udienza, la sentenza che definisce il processo di separazione deve essere depositata entro 60 giorni.  

Le conseguenze della separazione

Con la stessa domanda di separazione si può anche chiedere il divorzio, che però sarà trattato successivamente. In caso di procedura consensuale, tra la separazione e il divorzio devono decorrere almeno 6 mesi. Invece in caso di separazione giudiziale, deve decorrere almeno 1 anno.

In caso di coppia in comunione dei beni, il giudice dispone anche la separazione dei beni acquistati durante il matrimonio.

Il giudice decide inoltre:

  • l’assegno di mantenimento in favore del coniuge con il reddito più basso ma solo a patto che questi, non per sua colpa, non sia in grado di mantenersi da solo tenuto conto dell’età, delle condizioni di salute, del raggiungimento di titoli e abilitazioni professionali. Il mantenimento deve garantire solo l’autosufficienza economica. Il mantenimento è sempre dovuto in favore del coniuge che ha sacrificato la propria carriera per badare alla casa e/o ai figli;
  • l’assegno di mantenimento per i figli minorenni, portatori di gravi handicap o maggiorenni se non capaci di mantenersi da soli;
  • l’affidamento dei figli, di regola congiunto;
  • la collocazione dei figli, ossia il luogo ove questi andranno a vivere insieme a uno dei due genitori;
  • l’assegnazione della casa: il diritto di abitazione spetta al coniuge con cui i figli vanno a vivere.

Il trasferimento dei beni

I coniugi possono anche decidere, nella separazione consensuale, di trasferire uno o più beni in capo all’ex o ai figli. Accordi di questo tipo, che possono anche essere presi in sostituzione dell’assegno di mantenimento, non sono soggetti ad alcuna imposizione fiscale e non necessitano del notaio, essendo sufficiente la sentenza del giudice. 

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Pubblicato : 20 Febbraio 2023 19:00