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Come funziona la rivalutazione del Tfr?

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(@paolo-remer)
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Si può togliere la quattordicesima?

Come si applica il coefficiente di rivalutazione alle somme accantonate ogni anno; quanto pesa l’inflazione misurata in base all’indice Istat; a quanto ammonta l’imposta sostitutiva.

In un periodo di elevata inflazione come quello che stiamo vivendo, diventa molto importante sapere come funziona la rivalutazione del Tfr. Il trattamento di fine rapporto è una retribuzione differita, che può essere erogata – salvi anticipi – solo alla cessazione del rapporto di lavoro, per qualsiasi motivo: dimissioni, licenziamento ed anche nell’ipotesi di decesso del lavoratore.

Quindi spesso il Tfr viene percepito a distanza di parecchio tempo dal periodo in cui le somme erano state di volta in volta accantonate, al termine di ogni anno lavorativo: per questo è previsto un apposito meccanismo di rivalutazione, basato su coefficienti stabiliti dalla legge. Un tempo il Tfr era chiamato “liquidazione” perché si calcolava in base a una semplice formula, che considerava l’ultima retribuzione percepita prima del congedo e moltiplicava il valore per il numero di anni di servizio svolti. Adesso le cose sono più complesse, quindi è bene sapere come si rivaluta il Tfr.

Rivalutazione del Tfr: cosa prevede la legge

L’articolo 2120 del Codice civile stabilisce che: «In ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto a un trattamento di fine rapporto. Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5. La quota è proporzionalmente ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni».

La norma prevede, inoltre, che:

  • salva diversa previsione dei contratti collettivi, la retribuzione annua da considerare ai fini del calcolo del Tfr «comprende tutte le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese»: è il principio di omnicomprensività della retribuzione;
  • se la prestazione di lavoro si sospende nel corso dell’anno, per infortunio, malattia, gravidanza o puerperio, ed anche nei casi in cui è prevista l’integrazione salariale, si considera nel computo «l’equivalente della retribuzione a cui il lavoratore avrebbe avuto diritto in caso di normale svolgimento del rapporto di lavoro»;
  • in caso di anticipazione del Tfr (che può essere ottenuta solo una volta nel corso del rapporto di lavoro, dopo almeno 8 anni di servizio, e fino al 70% dell’importo complessivo maturato), la relativa somma viene detratta dal Tfr finale.

Coefficiente di rivalutazione del Tfr

Il fondo Tfr accantonato al 31 dicembre di ogni anno (escluse le quote maturate nell’anno stesso) deve essere rivalutato sulla base di un apposito coefficiente. La rivalutazione si effettua alla fine di ciascuno anno, o comunque nel momento in cui avviene l’effettiva cessazione del rapporto di lavoro.

Ecco come opera il coefficiente di rivalutazione del Tfr: l’importo accantonato al 31 dicembre di ogni anno viene incrementato da un tasso fisso, pari all’1,50%, e da un tasso variabile, corrispondente al 75% dell’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo, per le famiglie di operai e impiegati; la variazione è calcolata ed applicata rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente. Nei casi di cessazione del rapporto di lavoro l’indice Istat è quello che risulta nel mese in cui è avvenuta l’interruzione. Le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni si computano come un mese intero.

Ad esempio, se l’inflazione annua misurata dall’Istat è stata pari all’8%, il Tfr verrà rivalutato del 6% (cioè i ¾ del tasso annuo) più l’1,5% fisso, quindi l’incremento finale sarà del 7,5%. Per avere un dato concreto, a dicembre 2022 la percentuale utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2021 è stata pari al 9,974576%.

Imposta sostitutiva sul Tfr rivalutato

Sulle rivalutazioni dei fondi accantonati dall’azienda per il Tfr, ed anche su quelli versati (in caso di aziende con più di 50 dipendenti) al Fondo di tesoreria gestito dall’Inps  è dovuta un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi del 17%. Il regime di tassazione separata non si applica per la parte di Tfr che eccede il milione di euro: tale eccedenza è sottoposta all’ordinaria tassazione Irpef.

L’imposta sostitutiva al 17% si applica alle rivalutazioni del Tfr decorrenti dal 1 gennaio 2015; in precedenza l’imposta era pari all’11%. Il versamento dell’imposta è a carico del datore di lavoro o ente pensionistico e deve essere effettuato, utilizzando il modello F24, in due rate: l’acconto entro il 16 dicembre e il saldo entro il 16 febbraio dell’anno successivo.

 
Pubblicato : 28 Agosto 2023 06:00