Come funziona il trust per la successione familiare?
Il trust aiuta a gestire il passaggio dei beni tra generazioni, proteggendo il valore e garantendo equità tra eredi.
Si sente spesso parlare del trust come un’ottima soluzione per gestire il passaggio generazionale del proprio patrimonio. Ma non tutti sanno come funziona il trust per la successione familiare. Bisogna a riguardo fare alcune importanti premesse.
Negli ultimi tempi, prepararsi per il momento in cui bisogna lasciare i propri beni agli eredi è diventato sempre più importante. Questo passaggio, se non organizzato bene, può creare problemi seri, rovinando ciò che è stato costruito in una vita o persino in più generazioni. E questo vale per tutti, non solo per chi ha grandi ricchezze. Spesso, però, non si dà abbastanza peso a questa fase della vita. Molti pensano che queste preoccupazioni siano solo per chi ha molti beni e pochissimi arrivano a scrivere un testamento.
Pianificare in anticipo come lasciare i propri beni, che si tratti di una piccola somma o di un’azienda, è cruciale per preservarne il valore e sfruttare al meglio le possibilità che la legge offre, anche per risparmiare sulle tasse. Ci sono molte questioni da considerare e altrettanti strumenti legali da poter usare.
Problemi e soluzioni nella successione
Uno dei problemi principali è il frazionamento dei beni che avviene di generazione in generazione. La legge garantisce che gli eredi ricevano una parte equa, ma questo può portare a dividere troppo i beni, rendendoli difficili da gestire.
Trovare un modo per mantenere i beni uniti, garantendo comunque agli eredi ciò che spetta loro, aiuta a conservare il patrimonio della famiglia nel tempo e a mantenere buoni rapporti tra gli eredi.
È anche importante prepararsi per situazioni impreviste, come la scomparsa improvvisa del capofamiglia. Questo può creare problemi a chi potrebbe non essere pronto a gestire un patrimonio, come i figli troppo giovani o con particolari necessità.
Per proteggere queste persone, si possono adottare misure specifiche, pensate per il loro bene e per aiutarli nel tempo necessario.
Infine, è possibile approfittare delle leggi che favoriscono il passaggio di aziende e partecipazioni tra generazioni, per assicurare la continuità delle imprese e una divisione equa dei beni tra gli eredi, considerando le diverse tipologie di beni.
Gli strumenti per il trasferimento del patrimonio agli eredi
Con riferimento agli strumenti giuridici che possono essere utilizzati per pianificare nel miglior modo possibile il passaggio generazionale, essi sono molteplici. Da quelli del diritto societario ai trust, dai patti di famiglia alle polizze vita, dal testamento alle holding ai contratti fiduciari. E così via.
Il trust, in particolare, sta incontrando un crescente successo in Italia e si sta imponendo come il più duttile ed efficace strumento per la pianificazione patrimoniale e il passaggio generazionale.
Come funziona il trust per la gestione del patrimonio familiare
Il trust è uno strumento sempre più usato per gestire il passaggio dei beni tra generazioni. Anche se nasce nei paesi di common law, oggi fa parte anche del nostro sistema legale, come confermato dalla Cassazione. Vediamo meglio come funziona il trust.
Nel trust, chi gestisce i beni (il trustee) e chi ne gode (i beneficiari) sono figure separate. Questo permette di mantenere unito il patrimonio senza penalizzare nessuno degli eredi, che sono spesso anche beneficiari. Il trust può essere usato per proteggere chi, per età o altre ragioni, non potrebbe gestire i beni da solo.
È la persona che crea il trust (il disponente) a decidere lo scopo e a dare istruzioni al trustee su come gestire i beni. Il trustee deve seguire queste indicazioni, altrimenti è responsabile personalmente.
Se il trust è ben organizzato, include delle figure (come il guardiano o un comitato di guardiani) che possono correggere eventuali errori del trustee. Questo è particolarmente utile se il trustee non agisce come dovrebbe, situazione rara quando si tratta di professionisti.
Come si usa il patrimonio nel trust
Il trustee può usare i beni del trust per il bene dei beneficiari, seguendo le volontà del disponente. Questo è utile quando è meglio che i beni non passino direttamente ai beneficiari, come nel caso di figli giovani o persone che potrebbero non gestire bene il patrimonio. Il trust può anche proteggere il disponente stesso, se diventa incapace di gestire i suoi affari.
Trust e benefici fiscali
Il trust non solo aiuta a gestire il patrimonio familiare ma è anche conveniente dal punto di vista fiscale. Vediamo come.
Quando si trasferiscono i beni al trustee (chi gestisce il trust), dal punto di vista delle tasse sui redditi non ci sono cambiamenti. Anche le imposte legate ai registri e quelle catastali si pagano in modo fisso, quindi senza sorprese.
I soldi che il trust guadagna sono soggetti a una tassa fissa del 24% (Ires). Questa tassa è l’unica che si paga, e i beneficiari (coloro che alla fine riceveranno i beni o i soldi dal trust) non devono pagare altre tasse su questi guadagni. In pratica, il trust funziona come una “scatola” che tiene dentro i redditi e le tasse su di essi, senza coinvolgere direttamente i beneficiari.
Finché i beni rimangono dentro al trust, non si deve pagare l’imposta sulle successioni. Se il trust è pensato per durare più generazioni, significa che si possono evitare le tasse di successione per un lungo periodo, a volte anche per più generazioni.
Quando arriva il momento di passare i beni dal trust ai beneficiari, questa operazione viene tassata come se fosse una donazione. Le regole, le aliquote e le esenzioni sono le stesse che si applicherebbero se i beni venissero dati direttamente dai genitori o dai nonni ai figli o nipoti.
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