Come fare una raccolta fondi
Come organizzare e lanciare una campagna di fundraising sul web per ricevere donazioni online: consigli e strategie per raggiungere l’obiettivo fissato.
Il web offre un’enorme opportunità di contatti sociali e di solidarietà. In passato chi aveva bisogno di denaro per fare beneficienza, per sostenere progetti o per aiutare qualcuno in difficoltà, compreso sé stesso, doveva andare porta a porta a fare la questua oppure appoggiarsi ad associazioni, enti e parrocchie. Se voleva “agire in grande” doveva predisporre un evento apposito, sobbarcandosi tutti gli oneri di gestione. Adesso invece è possibile promuovere e diffondere il proprio messaggio in pochi istanti e raggiungere una comunità estesa a tutto il mondo, se si vuole.
Vediamo come organizzare una raccolta fondi sfruttando le potenzialità della rete e senza neppure la necessità di investire un budget di partenza: non sono necessari capitali, a meno che non si voglia pagare per le sponsorizzazioni e per l’uso di canali sui media e sui social che consentono di raggiungere un’ampia platea di destinatari. Come vedremo, oggi esistono alcune piattaforme specializzate che si occupano anche di questi aspetti e forniscono tutto l’aiuto necessario a chi vuole fare una raccolta di fondi.
Raccolta fondi: il punto di partenza
Prima di partire con una raccolta fondi è fondamentale avere chiaro lo scopo: a chi e per cosa serviranno i soldi raccolti? Se non si è in grado di rispondere a queste domande è inutile iniziare. Ad esempio, non si può dire di voler fare una raccolta fondi “contro la fame nel mondo”, o “per la giustizia sociale”, o “per i diritti delle donne”: è necessario, invece, specificare l’esatto obiettivo.
Quindi, tornando ai nostri esempi, bisognerà dire che stiamo raccogliendo i fondi per aiutare gli sfrattati, i poveri, i senzatetto, i sovraindebitati, le donne anziane e sole, i bisognosi di assistenza alimentare e sanitaria di una determinata città o quartiere, evidenziando anche dove sono dislocate queste persone e chi attualmente si occupa di loro (un gruppo di volontari, un ente no-profit, i servizi del Comune, ecc.) e perché è necessario fornire un ulteriore sostegno.
I destinatari della raccolta – quindi coloro che sono chiamati a donare i loro fondi – devono conoscere questi aspetti per poter decidere consapevolmente chi aiutare. La solidarietà non viene fatta alla cieca o puntando esclusivamente sull’aspetto emotivo, ma deve servire a qualcosa di concreto.
Raccolta fondi: per quali scopi?
Sono moltissimi i motivi per i quali si può intraprendere una raccolta fondi. Ecco un elenco dei più comuni:
- assistenza sociale ed economica a varie categorie di persone povere e svantaggiate, per aiutarle a superare le difficoltà finanziarie ed umane, come abbiamo detto nel paragrafo precedente;
- aiuto per eventi di emergenza (terremoti, alluvioni e altre calamità naturali che colpiscono le popolazioni su una parte del territorio nazionale o nel mondo: gli esempi sono, purtroppo, infiniti);
- sostegno sanitario: le spese mediche per aiutare i malati di patologie gravi (come i tumori maligni e le leucemie), o molto rare (e quindi con cure costose e difficoltose), sono uno dei motivi più frequenti delle raccolte fondi, spesso destinate non solo all’acquisto di farmaci, ma anche alla ricerca scientifica nel settore;
- aiuto per iniziative da intraprendere e considerate di elevato valore morale e sociale: ad esempio, il finanziamento di un corso di laurea per studenti particolarmente meritevoli o per la realizzazione di un canile, di una colonia felina e di altre strutture destinate ad accogliere animali abbandonati.
Il crowfunding
Teniamo a parte dal nostro discorso il finanziamento di imprese con progetti validi e promettenti: è il crowfunding, un fenomeno che riguarda soprattutto le start-up (solitamente prive di capitali, almeno all’inizio), ma qui la solidarietà spesso non è gratuita e sconfina nell’investimento finanziario, se l’erogazione di fondi avviene in cambio di un corrispettivo economico (ad esempio, una quota di partecipazione nella società stessa).
Bisogna tenere ben distinto il fenomeno delle raccolte fondi di cui ci stiamo occupando, che sono caratterizzate da donazioni spontanee e gratuite, da quello basato su remunerazioni e ricompense che il promotore riconosce ai sottoscrittori (di solito commisurate all’ammontare dei fondi elargiti); fermo restando che anche nelle raccolte fondi che stiamo esaminando si possono dare, in cambio della donazione fatta, dei piccoli gadget senza nulla togliere alla gratuità dell’operazione.
Si può fare una raccolta fondi per sé stessi?
Va anche detto che nulla vieta di promuovere una campagna a favore di sé stessi: ci si può proporre per ricevere fondi allo scopo di ottenere il sostegno economico necessario per uscire da una situazione di disagio psicofisico, di disoccupazione, di grave malattia o di difficoltà finanziaria, ed anche per completare gli studi, sposarsi, fare un viaggio vacanza, comprare una casa più bella o anche un’autovettura di lusso. Puntando sulla simpatia non è escluso che qualcuno decida di finanziare l’acquisto di questi beni voluttuari, come talvolta è avvenuto.
Ma soprattutto la raccolta fondi può essere un modo utile, quando si è soli e senza aiuti di familiari, amici e reti di sostegno, per tradurre il proprio grido di aiuto in un’iniziativa concreta. Ci sono stati, ad esempio, dei casi di anziane vedove che hanno promosso raccolte di fondi per celebrare le esequie funebri dei loro mariti e dargli una degna sepoltura.
Gli step per organizzare e lanciare una raccolta fondi
Campagna fai da te o con piattaforma specializzata
Per organizzare e lanciare una raccolta di fondi efficace bisogna innanzitutto decidere come promuovere la campagna: si può fare direttamente, ad esempio con un sito Internet appositamente creato e con i post sui social (anche sfruttando una pagina dedicata ed eventualmente le bacheche degli amici per le condivisioni), oppure appoggiandosi ad una piattaforma specializzata, che offre il vantaggio della canalizzazione dei fondi raccolti: con pochi clic il donatore può accreditare i fondi al destinatario. I più famosi siti al mondo che si occupano di raccolte fondi sono GoFundMe e PayPal.
Descrizione della raccolta fondi
In entrambi i casi, il passaggio chiave per la buona riuscita della campagna consiste nella descrizione della raccolta fondi: bisogna concentrare in poche frasi lo scopo e l’obiettivo da raggiungere, in modo che i destinatari possano capire in pochi secondi perché gli viene chiesto di fare una donazione. Il messaggio deve essere convincente e persuasivo. Molti accompagnano la descrizione testuale con foto e brevi video, in modo da raccontare attraverso le immagini (far vedere un malato terminale riverso nel letto e che si contorce in preda alle sofferenze è molto più efficace che descrivere la situazione a parole; anche se qualcuno approfitta di questi stati pietosi e realizza filmati che sono stati definiti «pornografia» del dolore).
Come ottenere le donazioni?
È sempre bene raccontare la storia delle persone che si andranno ad aiutare, descrivendo la loro situazione di vita con tutte le loro attuali difficoltà, e indicando come le cose potranno cambiare in meglio se l’obiettivo della raccolta fondi sarà raggiunto. Ecco perché è necessario specificare quale sarà l’impiego concreto delle risorse raccolte. Ricorda che l’obiettivo deve essere realistico: meglio fissare un target piccolo e concretamente raggiungibile anziché una soglia enorme e irrealizzabile. Ed è anche bene lasciare le donazioni libere, anziché fissare un limite minimo che potrebbe essere ostativo per qualcuno che ha il desiderio di donare ma non può raggiungere la cifra stabilita.
Inoltre durante lo svolgimento della campagna occorre instaurare e mantenere un dialogo costante con il pubblico: perciò è opportuno rispondere sempre a tutti i dubbi e richieste di coloro che si accingono a donare e prima di farlo vogliono sapere qualcosa di più.
Diffusione della raccolta fondi: come fare
Infine bisogna diffondere il più possibile la sottoscrizione che si è deciso di lanciare. In questa delicata fase, da cui dipende la riuscita o meno dell’iniziativa, se non si vuole ricorrere al “fai da te”, con le condivisioni spicciole del post (che comunque sono necessarie e funzionano), è opportuno avere il sostegno degli enti ed associazioni che si occupano del settore oggetto della raccolta fondi promossa.
Gli esperti di comunicazione suggeriscono di usare molto i social network, come Facebook, Instagram e TikTok, per pubblicizzare la raccolta fondi, e di avere sempre una community di riferimento, cioè un insieme di persone che – anche se non direttamente conosciute, ma che comunque vengono coinvolte sul web – hanno gli stessi interessi di quello della raccolta fondi che si sta promuovendo (ad esempio, la carità verso i poveri, l’amore per gli animali, la lotta contro le malattie rare, ecc.): potranno amplificare e rilanciare su molteplici canali il messaggio.
Quando la raccolta fondi ha successo
Alcuni credono che quando l’iniziativa si conclude, al termine del periodo e/o al raggiungimento dell’obiettivo finanziario inizialmente prefissato, tutto finisce, ma in realtà non è così: proprio in quel momento comincia la delicata fase dell’impiego delle risorse finanziarie ottenute, che ovviamente devono essere utilizzate per i fini promessi e non per altri scopi, come talvolta purtroppo accade. Si tratterebbe di truffa in danno dei sottoscrittori, che potrebbero reagire con richieste di restituzione e denunce.
Tieni presente che la campagna di raccolta fondi potrebbe avere un successo inaspettato, quantomeno a livello di diffusione mediatica e talvolta anche di incassi, come è avvenuto in molti casi clamorosi che hanno commosso il web. E in tali casi il promotore deve saper fronteggiare la situazione anche a livello organizzativo, ed essere pronto a rispondere a tutte le domande dei sottoscrittori che gli chiedono conto della destinazione data ai fondi versati.
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