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Come fare in caso di caduta senza testimoni?

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(@angelo-greco)
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Onere della prova: com’è possibile ottenere un risarcimento per una caduta in condominio, anche senza la testimonianza diretta di un evento?

Potrebbe succedere di cadere e farsi male a causa di un pavimento condominiale scivoloso o di una buca non segnalata sul marciapiede. In questi casi, se si è soli, come si fa a ottenere il risarcimento? Se non c’è un testimone oculare a confermare il fatto, la causa e le modalità con cui l’evento si è determinato come riuscire a dimostrare i propri diritti. La giurisprudenza più recente ha trovato una soluzione. Vediamo allora come fare in caso di caduta senza testimoni. Lo faremo riferendoci a una recente sentenza del tribunale di Milano (la sentenza n. 3309 pubblica il 24 aprile 2023), ma l’orientamento è stato sposato anche dalla Cassazione (sent. n. 9140/2013), sicché si può dire che oggi rivesta una certa autorevolezza.

Il caso deciso dal tribunale meneghino riguarda una caduta accidentale in condominio ed è a questa che ci riferiremo nel corso del seguente articolo. Tuttavia il discorso può essere ampliato a qualsiasi altro luogo come, ad esempio, una strada o un marciapiede pubblico. Ma procediamo con ordine.

Quale legge consente di ottenere il risarcimento in caso di caduta?

Secondo l’articolo 2051 del Codice Civile, chiunque causa un danno a terzi a causa di una cosa che ha in custodia è obbligato a risarcire tale danno. Così, ad esempio, il Comune risponde delle cadute sulle proprie strade, il condominio delle cadute sulle scale o sui pianerottoli e così via. 

Quali prove fornire per ottenere il risarcimento in caso di caduta?

Per ottenere il risarcimento, è bene che il danneggiato fornisca le seguenti prove:

  • la prova del fatto, ossia la caduta;
  • la prova del pericolo, ossia la buca, il terreno scivoloso, la scala rotta, ecc.;
  • la prova dei danni fisici riportati;
  • la prova che tali danni fisici sono dipesi dalla specifica situazione di pericolo dedotta.

L’ultimo punto appena riferito va sotto il nome di “rapporto di causalità”. Il danneggiato deve cioè dimostrare che le lesioni riportate sono dipese dalla caduta accidentale e non da altri fattori (eventualmente pregressi). Il che richiede, il più delle volte, che qualcuno abbia visto il soggetto cadere e farsi male e possa riferirlo davanti al giudice. Solo infatti un testimone oculare potrebbe, ad esempio, affermare che la slogatura alla caviglia è stata determinata da una caduta sulle scale. Come vedremo, però, questo principio è stato di recente scalfito dalla giurisprudenza.

Dal canto suo il titolare dell’area può esonerarsi dalla responsabilità dimostrando che il danno è stato causato dal cosiddetto caso fortuito, un evento cioè imprevedibile e inevitabile. Tipica ipotesi di “caso fortuito” è il comportamento imprudente o negligente del danneggiato. Si pensi, ad esempio, a una persona cammina in modo distratto, con gli occhi puntati sul display dello smartphone (senza quindi accorgersi di eventuali pericoli) oppure che corre per la fretta.

La richiesta di risarcimento

Per ottenere il risarcimento, il danneggiato dovrà innanzitutto diffidare il titolare dell’area su cui è avvenuto l’incidente con una lettera formale in cui descrive l’accaduto, allega le fotografie del luogo incriminato (da cui si evinca la situazione di pericolo) e tutti i certificati medici che dimostrano la natura e l’entità delle lesioni.

Poi sorge il problema, come anticipato, di dimostrare il “rapporto di causalità” ossia che quelle ferite sono state causate dalla situazione di pericolo e che quindi, ad esempio, si è caduti sulle scale condominiali e non, invece, in casa propria a causa dell’angolo di un tappeto mal riposto. Ecco perché la testimonianza è fondamentale per fornire a un eventuale giudice la prova delle modalità di svolgimento dell’evento.

Ma questo potrebbe pregiudicare chi si trovi a cadere da solo, senza cioè testimoni. Come fare? 

È possibile ottenere un risarcimento senza testimoni oculari?

Prendiamo l’esempio di una signora che ha subito una grave caduta nel cortile del suo condominio, causata da una resina cementizia resa scivolosa dall’umidità autunnale. Nonostante non ci fossero testimoni oculari dell’incidente, il Tribunale ha stabilito che il nesso causale tra la caduta e lo stato dei luoghi poteva essere desunto in maniera presuntiva dal contesto nel quale l’incidente è avvenuto.

Diversi elementi hanno contribuito a consolidare la tesi della signora. Prima di tutto, la resina cementizia che ha causato la caduta è stata rimossa poco dopo l’incidente, dimostrando che era una potenziale minaccia per la sicurezza. Inoltre, la testimonianza di alcune vicine di casa, che hanno soccorso la signora poco dopo la caduta, ha confermato che la descrizione dell’incidente non era stata preordinata al fine di ottenere un risarcimento.

La consulenza d’ufficio ha stabilito che le lesioni subite dalla signora erano compatibili con una caduta causata dallo scivolamento su un tratto in pendenza. Questo ha ulteriormente rafforzato l’ipotesi della responsabilità del condominio per l’incidente.

Come ottenere il risarcimento senza testimoni 

Da quanto appena detto si evince che è ben possibile ottenere un risarcimento senza testimoni che abbiano assistito alla caduta purché tutte le circostanze facciano presumere che la lesione sia riconducibile a quella caduta. Vi devono essere cioè indizi gravi, precisi e concordanti (le cosiddette “presunzioni”).

Anche in mancanza di testimoni in grado di descrivere le modalità dinamiche della caduta, la Cassazione ha dato rilevanza al nesso causale fra la caduta e i gradini imbrattati di detriti. Pertanto, anche se non vi erano testimoni che potessero provare il nesso di causalità fra la caduta della donna e il danno subìto, la scivolata ha consentito di poter desumere il fatto in maniera presuntiva tenuto conto del contesto entro il quale si è verificato.

 
Pubblicato : 30 Maggio 2023 07:30