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Come fare donazioni gratuite ai figli?

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(@paolo-remer)
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Tutti i modi validi per regalare denaro e beni mobili ai figli, e per intestare a loro le proprietà immobiliari; quando le operazioni sono esentasse. 

Può sembrare strano chiedersi come fare donazioni gratuite ai figli, ma, al di là della consueta “paghetta”, quando l’importo diventa consistente o si tratta di beni immobili potrebbero esserci tasse da pagare, o costi notarili, e allora è bene sapere come comportarsi. Ci sono, infatti, vari modi di compiere una donazione, e alcune operazioni sono completamente esentasse, mentre altre sono soggette ad imposizione fiscale e richiedono l’intervento del notaio.

Donazione dai genitori ai figli: quando e come

I motivi che possono determinare le donazioni di beni dai genitori ai figli sono moltissimi: ci sono esigenze economiche, come quella di fornire la provvista finanziaria necessaria per acquistare un bene costoso – una casa, un’autovettura, una moto, dei mobili, ma anche un pc, smartphone o tablet – che i giovani adulti non potrebbero permettersi, perché non sono economicamente indipendenti; c’è il desiderio di dare un sostegno tangibile anche ai ragazzi già “sistemati”, o la semplice generosità di volergli donare una determinata somma di denaro o intestare in loro favore la proprietà di beni immobili.

Ci sono, essenzialmente, cinque diversi modi per compiere una donazione nei confronti dei figli:

  • recarsi dal notaio per sottoscrivere, alla presenza di due testimoni, un atto pubblico: questa forma è indispensabile quando si tratta di beni immobili o anche di beni mobili che non sono di modico valore, altrimenti la donazione sarebbe nulla; nei beni immobili, uno schema molto utilizzato è quello di donare ai figli la nuda proprietà dell’immobile, riservandosi l’usufrutto, e dunque il diritto di abitarvi e disporre del bene, vita natural durante; alla morte del donante l’usufrutto stabilito in suo favore cesserà e così il figlio acquisterà automaticamente la piena proprietà del bene;
  • consegnare direttamente il bene mobile – compreso il denaro – al destinatario: la donazione si perfeziona validamente in questo modo, se è di modico valore, altrimenti occorre l’atto pubblico notarile. La legge non stabilisce un importo limite, ma sottolinea che la modicità va valutata con riferimento alle condizioni patrimoniali del donante: pertanto non è di modico valore quella che lo impoverisce eccessivamente; pertanto, la stessa somma – poniamo, di 10mila euro – potrebbe essere ingente se donata da un pensionato sociale che così facendo dà fondo a tutti i suoi risparmi, mentre sarebbe di modico valore con riferimento a una persona che ha un ricco patrimonio alle spalle;
  • fare un bonifico bancario, o un’altra forma di pagamento tracciabile, come l’assegno circolare o la ricarica sulla carta di credito utilizzata dal figlio; chi riceve l’accredito senza osservazioni accetta la donazione, che così si perfeziona; per evitare contestazioni del Fisco, è opportuno indicare nella causale dell’operazione che si tratta di donazione;
  • pagare direttamente il venditore di un bene costoso che sarà acquistato dal figlio a proprio nome: ad esempio, un padre fa un bonifico o un assegno al costruttore di un appartamento in vendita, con l’intesa che nell’atto notarile la proprietà sarà intestata direttamente al figlio; in questo modo si evita il doppio passaggio di proprietà. Questo schema prende il nome di donazione indiretta, perché apparentemente sembra rivolta al venditore estraneo, mentre in realtà il beneficiario è il figlio: perciò il notaio indicherà nel rogito di compravendita immobiliare che la somma utilizzata per pagare il venditore proviene da donazione fatta da un genitore dell’acquirente; lo stesso metodo è utilizzabile per pagare il concessionario o l’autosalone presso cui si acquista un’autovettura, e gli esercenti commerciali;
  • consegnare direttamente la somma di denaro in contanti al figlio; se la donazione è di modico valore si perfeziona, ma non bisogna superare i limiti previsti per il trasferimento dei contanti, che dal 2023 non possono oltrepassare i 4.999,99 euro, a pena di pesanti sanzioni; quindi per le donazioni da 5.000 euro in su bisogna utilizzare i canali tracciabili. Inoltre è sempre bene documentare l’operazione avvenuta, altrimenti l’Agenzia delle Entrate potrebbe insospettirsi e svolgere accertamenti nei confronti del donatario diventato improvvisamente “ricco” senza una plausibile spiegazione.

Donazione: come evitare le contestazioni dei figli

Un consiglio utile in tutti i casi è quello di rispettare sempre le proporzioni della ripartizione dei beni tra i figli, evitando di compiere grosse donazioni in favore di uno solo trascurando gli altri: ad esempio, un padre di tre figli dona due appartamenti ad un solo figlio, e rimane intestatario di un terzo immobile, che non basterà a soddisfare gli altri due; oppure trasferisce l’intestazione del proprio conto deposito titoli e fondi di investimento ad un unico figlio, anche in questo caso trascurando gli altri.

Infatti tutti i figli sono eredi legittimari e, dopo la morte del genitore donante, quelli lesi dalle ingenti donazioni compiute in favore dei fratelli e delle sorelle quando il genitore comune era in vita potrebbero agire in giudizio per reclamare la loro quota di eredità, esercitando contro i loro consanguinei l’azione di riduzione prevista dal Codice civile [1]. Infatti la donazione viene considerata come un’anticipo della quota di legittima, dunque rientra nel calcolo delle porzioni ereditarie spettanti a ciascun figlio dopo la morte del genitore.

Donazioni: quali tasse?

La donazione è uno strumento che spesso consente di anticipare gli effetti della successione ereditaria nei confronti dei familiari più prossimi, e in questa categoria i figli – insieme al coniuge – sono i destinatari preferiti.

Il ragionamento che molti fanno è: non ha senso aspettare il momento della mia morte per trasferire la proprietà dei miei beni ai miei figli: ho già deciso che andranno a loro, quindi tanto vale farlo subito. E infatti dal punto di vista fiscale l’imposta sulle donazioni è perfettamente equiparata a quella sulle successioni, con le medesime aliquote (percentuale di tasse da pagare) e franchigie (cioè soglie di esenzione) previste in favore dei parenti più stretti.

Le donazioni compiute in favore dei figli sono completamente esenti da imposizione fiscale fino al valore di un milione di euro; oltre tale soglia la tassazione avviene applicando l’aliquota del 4% solo sull’eccedenza. Il limite esentasse di un milione di euro vale nei confronti di ciascun figlio. Ad esempio, una donazione di beni mobili (compreso il denaro) o immobili per il valore 900mila euro non sarà soggetta ad imposta; una di 1.200.000 euro sarà tassata al 4% su 200.000 euro, quindi pagherà 8.000 euro. Se il figlio che riceve la donazione è disabile grave, la franchigia di esenzione sale ad 1.500.000 euro.

Infine, ti ricordiamo che la donazione di un immobile ad un figlio è soggetta, al pari degli altri atti di trasferimento delle proprietà, all’imposta di registro, di bollo, ipotecaria e catastale, ciascuna alle aliquote vigenti e commisurate al valore del bene; tutto ciò oltre all’onorario del notaio che ha redatto il rogito e ne ha curato l’iscrizione nei pubblici registri immobiliari. Rimangono sempre salve, anche in caso di donazione, le “agevolazioni prima casa“, se il figlio che riceve l’immobile lo adibisce a sua abitazione principale.

Approfondimenti

Leggi anche “Come si può fare una donazione senza notaio” e “Donazione: c’è registrazione?“.

 
Pubblicato : 13 Maggio 2023 07:00