forum

Come evitare il lic...
 
Notifiche
Cancella tutti

Come evitare il licenziamento per superamento del comporto

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
71 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Ferie negate e licenziamento per superamento del comporto: che dice la legge? Per la Cassazione è illegittimo licenziare un dipendente assente per malattia se l’azienda gli ha negato le ferie e concesso solo l’aspettativa non retribuita.

Il licenziamento di un dipendente può derivare da molteplici ragioni. Una di queste è la scadenza del periodo di comporto ossia l’eccessivo numero di assenze per malattia. In tali casi basta sforare il limite di giorni previsto dal contratto collettivo nazionale per perdere il posto. Ma c’è un caso in cui ciò non può avvenire o quantomeno in cui il lavoratore può allontanare tale infausta conseguenza. Ne parleremo qui di seguito alla luce delle istruzioni fornite dalla Cassazione. Vedremo cioè come evitare il licenziamento per superamento del comporto. Ma procediamo con ordine.

Che cos’è il periodo di comporto?

Il periodo di comporto è quel lasso di tempo entro cui un dipendente assente per malattia conserva il posto e durante il quale quindi non può essere licenziato nonostante non vada a lavorare.

Il licenziamento è comunque possibile per cause diverse dall’assenteismo per malattia, come nel caso in cui intervenga una ristrutturazione aziendale, una grave crisi, la cessazione dell’attività o della specifica mansione. Ma potrebbe anche dipendere da un comportamento del lavoratore talmente grave da interrompere il rapporto di fiducia col datore (si pensi a colui che, nonostante la malattia, non si faccia trovare alle visite fiscali o fornisca un falso certificato medico).

Come avviene il licenziamento per superamento del comporto?

Solo una volta “esaurito” il periodo di comporto, il datore può intimare il licenziamento del lavoratore malato, senza dover fornire ulteriori motivazioni oltre appunto all’assenza.

Il licenziamento intimato prima della scadenza del comporto è sempre illegittimo, anche se l’assenza si protrae oltre i limiti fissati dal CCNL.

Il datore può anche accettare il rientro del dipendente sul posto, nonostante la scadenza del comporto, per verificarne l’attitudine a svolgere le pregresse mansioni. Se tale “prova” non dovesse sortire effetti positivi, sarà possibile procedere tempestivamente al licenziamento.

In tal caso è necessario inviare la lettera di licenziamento con il dovuto periodo di preavviso.

Come impedire il licenziamento in caso di malattia lunga

Prima della scadenza del periodo di comporto, il lavoratore può chiedere di usufruire delle sue ferie arretrate e non godute. Difatti il dipendente ha il diritto mutare il titolo dell’assenza da “malattia” a “ferie” impedendo così la consumazione del comporto. Naturalmente le ferie devono essere concesse prima che scada il comporto.

Ma l’azienda può negare tale richiesta? Secondo la Cassazione non può farlo (sent. n. 19062/2020) a meno che ricorrano gravi ragioni organizzative di natura ostativa. Difatti, in un’ottica di bilanciamento degli interessi contrapposti, nonché in ossequio alle clausole generali di correttezza e buona fede, è necessario infatti che le dedotte ragioni del datore di lavoro siano concrete ed effettive.

La Corte ha ribadito un principio già stabilito in precedenza: un lavoratore assente per malattia ha il diritto di chiedere di utilizzare le ferie maturate per sospendere il decorso del comporto. Salvo casi eccezionali, l’azienda deve accettare tale richiesta. Il rifiuto dell’azienda nel caso specifico è stato ritenuto “immotivato”.

Da un lato, il lavoratore assente per malattia non ha incondizionata facoltà di sostituire alla malattia la fruizione delle ferie maturate e non godute onde interrompere il decorso del periodo di comporto. Dall’altro lato, il datore di lavoro, di fronte ad una simile richiesta del lavoratore – nell’esercitare il potere, conferitogli dall’art. 2109, comma 2, codice civile di stabilire la collocazione temporale delle ferie nell’ambito dell’anno – è tenuto ad una valutazione adeguata degli interessi del lavoratore in quanto esposto, appunto, alla perdita del posto con la scadenza del comporto.

E se il contratto collettivo prevede l’aspettativa non retribuita?

Il datore di lavoro ha l’obbligo di accettare le ferie del dipendente se questi ha la possibilità di fruire e beneficiare di permessi che gli consentano di evitare la risoluzione del rapporto per superamento del periodo di comporto ed in particolare quando le parti sociali abbiano convenuto e previsto, a tal fine, il collocamento in aspettativa, pur non retribuita (così Cass. 7566/2020).

Approfondimenti

Leggi anche Ferie e lavoratore in malattia: cosa dice la legge.

 
Pubblicato : 3 Ottobre 2023 06:00