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Come evitare debiti eccessivi: consigli legali

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(@paolo-remer)
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A cosa fare attenzione quando si chiede un mutuo, finanziamento o prestito; cosa controllare prima di firmare il contratto; come trattare con i creditori; cosa fare se si è già sovraindebitati.

L’indebitamento è una trappola perversa: di solito ci si accorge di esserci caduti quando ormai è troppo tardi per uscirne indenni. Siccome prevenire è meglio che curare, in questo articolo ti spiegheremo come evitare debiti eccessivi, fornendoti alcuni consigli legali per fronteggiare i creditori, prima che si presentino ufficialmente per riscuotere il dovuto con pignoramenti e vendite all’asta dei beni.

Indebitarsi è lecito?

È bene chiarire subito che i debiti costituiscono una situazione fisiologica, non patologica: lo sanno bene gli imprenditori, i commercianti ed anche i professionisti o lavoratori autonomi che compiono notevoli spese per acquistare i beni strumentali necessari alla propria attività utilizzando mutui, leasing, finanziamenti e prestiti.

Ma anche i privati non imprenditori possono indebitarsi per acquistare la propria abitazione principale o altri immobili, per acquistare autoveicoli e per comprare oggetti costosi, come pc e smartphone di ultima generazione o viaggi vacanze.

Solo chi contrae un’obbligazione con il preciso proposito di non adempierla – e dunque non paga il suo debito – commette un illecito, e precisamente il reato di insolvenza fraudolenta.

Responsabilità del debitore: come funziona

Tuttavia la legge [1] pone un importante principio di responsabilità patrimoniale del debitore, che «risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i sui beni presenti e futuri», dunque non solo di quelli attuali ma anche di quelli che un domani potrebbero entrare nella sua disponibilità (ad esempio, il Tfr maturato al momento di cessazione del lavoro).

Le limitazioni di responsabilità del debitore sono ammesse solo nei casi stabiliti dalla legge (ad esempio, sanzioni e multe non si trasmettono agli eredi del debitore defunto).

Debiti scaduti: cosa comportano?

Bisogna evitare, nei limiti del possibile, i debiti scaduti, perché comportano un notevole aggravio in termini di interessi di mora e spese di recupero legale e giudiziario (che il creditore anticipa, ma poi addossa al debitore).

Inoltre, i debiti non saldati entro la scadenza espongono il debitore inadempiente all’esecuzione forzata, con il pignoramento dei suoi beni mobili (compreso il denaro depositato sui conti correnti ed i crediti derivanti da stipendi e pensioni) e degli immobili, se la somma dovuta è consistente e il creditore è munito di garanzia (come l’ipoteca che viene apposta sull’immobile acquistato con un mutuo).

Quanto ci si può indebitare?

L’importante, per evitare debiti eccessivi, è non fare il passo più lungo della gamba, cioè non superare una determinata soglia di rapporto tra i debiti ed i redditi: una semplice regola finanziaria – che tutte le banche e finanziarie tengono presente prima di concedere il credito – dice che la rata di rimborso di mutui, finanziamenti e prestiti non dovrebbe mai superare un terzo dei redditi medi mensili, a meno che non si abbiano disponibilità patrimoniali ulteriori da dare in garanzia.

Questo vale anche per chi percepisce redditi fissi, come quelli da stipendio o da pensione, e non soltanto per chi fa affidamento su fonti meno prevedibili, come i redditi di lavoro autonomo, di capitale o d’impresa. Ad esempio, se il tuo stipendio è di 1.500 euro mensili, evita di stipulare mutui o altri tipi di finanziamento che comportino una rata mensile superiore a 500 euro. E se hai una partita Iva stai ancora più attento, e considera, prima di indebitarti, quali sono stati i tuoi ricavi medi nell’ultimo triennio e quali sono le ragionevoli prospettive per il futuro.

Tassi di interesse: perché sono importanti

Prima di contrarre un mutuo, finanziamento o prestito di qualsiasi genere bisogna controllare a quanto ammonta il TAEG (tasso annuo effettivo globale) e non solo il TAN (tasso annuo nominale), che è quello su cui le banche fanno leva per invogliare i clienti: il primo è solitamente molto più alto del secondo, perché comprende tutte le spese accessorie (istruttoria, atto notarile, assicurazione, perizia, commissioni di incasso rata, ecc.), e dunque calcola il costo vero e totale del finanziamento.

Le banche e società finanziarie sono obbligate a comunicare al cliente l’ammontare del TAEG prima di concludere l’operazione con la sottoscrizione del contratto, in modo che il debitore possa fare bene e in anticipo i suoi conti sul costo totale del finanziamento scelto.

Mutui e prestiti a tasso variabile: qual è il pericolo

Può capitare, specialmente se si è contratto un mutuo o un finanziamento a tasso variabile anziché fisso, che la rata cresca nel corso del tempo, e questo potrebbe costituire un grosso problema per la restituzione tempestiva delle somme prese in prestito. Ad esempio, con l’aumento dei tassi di interesse intervenuto tra il 2022 e il 2023 (manovra compiuta dalla BCE per cercare di frenare l’inflazione), i nuovi mutui sono diventati più cari del 4 o del 5% rispetto agli anni precedenti.

Questo significa che le famiglie italiane stanno pagando molto di più per interessi rispetto a prima. L’Unione Nazionale Consumatori, a settembre 2023, ha calcolato che la rata dei mutui a tasso variabile è aumentata di 166 euro al mese rispetto a un anno fa: quasi duemila euro in più all’anno.

In altre parole: chi sottoscrive un mutuo a tasso variabile si espone a un grosso rischio di aumento della rata, che non è compensato dal fatto di pagare, inizialmente, una rata mediamente più bassa di quella prevista per i mutui di pari durata ed importo stipulati a tasso fisso.

Cosa fare se la rata è troppo alta?

Se la rata di restituzione periodica del mutuo o del prestito è diventata troppo alta, si può cercare di rinegoziare le condizioni di finanziamento con il proprio istituto di credito, per ottenere un allungamento della durata del prestito e un abbassamento dell’importo periodico (mensile, trimestrale o semestrale) da restituire. Molte banche e finanziarie sono disposte a concedere questa possibilità per non perdere i clienti ed anche perché, come abbiamo detto, la situazione di difficoltà economica è attualmente generalizzata e dunque ben nota agli operatori del settore.

In alternativa, si può ricorrere alla cosiddetta portabilità del mutuo, compiendo la surroga presso un’altra banca o società finanziaria, in modo da ottenere condizioni migliori. Per questa operazione non sono dovute spese, commissioni e penali.

Come proteggersi da eventi imprevisti

Chi è in grave difficoltà economica perché ha perduto il lavoro ed è rimasto disoccupato può sospendere il mutuo per un periodo massimo di 18 mesi, accendendo al fondo di solidarietà previsto dalla legge Gasparrini, se il finanziamento riguarda l’acquisto della prima casa e non supera i 250mila euro.

Al momento della stipula di qualsiasi contratto di mutuo o di finanziamento ci si può comunque proteggere da eventi infausti (morte, invalidità permanente, malattia grave, infortunio), che impedirebbero il regolare rimborso delle rate, con un’apposita polizza assicurativa.

Come evitare un mutuo troppo oneroso

Da quanto abbiamo detto, avrai capito che per evitare di indebitarsi la soluzione migliore, nell’epoca attuale di costante rialzo dei tassi di interesse (e di difficoltà occupazionali per molti italiani), è quella di evitare i mutui, finanziamenti e prestiti a tasso variabile e scegliere quelli a tasso fisso, che offrono una rata predeterminata e costante nel tempo, in modo da evitare le spiacevoli sorprese che abbiamo esaminato.

Per i finanziamenti a medio termine ed i prestiti al consumo, tieni presente che esiste in molti casi la possibilità, contrattualmente prevista, di saltare qualche rata (ad esempio, una all’anno) in modo da posticipare il pagamento. Altri contratti consentono sin dall’inizio condizioni “flessibili” di restituzione, con possibilità di ridurre l’importo mensile e di allungare la scadenza inizialmente programmata.

Se i tuoi redditi non sono stabili e la tua situazione finanziaria è precaria faresti bene a ricorrere a soluzioni di questo tipo, offerte da molte banche e società finanziarie a fronte di un costo contenuto.

Carte di credito: a cosa fare attenzione

Con la carta di credito collegata al conto corrente si spende facilmente, soprattutto se la banca ha fornito un plafond di utilizzo che eccede i limiti di disponibilità mensile. In sostanza, mentre con la carta di debito – come il bancomat – la somma spendibile deve già essere presente sul conto, con le carte di credito la banca concede un fido, un’anticipazione dell’importo: posso spendere 1.000 euro oggi, giorno 15 del mese, per acquistare lo smartphone e la cifra mi sarà addebitata il giorno 10 del mese successivo.

Ma in tal caso gli interessi da pagare diventano molto elevati. Soprattutto con le cosiddette “carte revolving“, la banca concede un credito rotativo a caro prezzo: così il rimborso degli interessi può diventare davvero oneroso.

Quindi, se non ne hai assolutamente bisogno, evita le carte di questo tipo, e in ogni caso ricorda che il tasso del finanziamento concesso tramite carta di credito è molto più elevato di quello dei comuni prestiti: le tabelle trimestrali dei cosiddetti “tassi soglia” valevoli per l’usura dimostrano che il credito revolving è il più caro di tutti, ed è molto più costoso di quello dei mutui ipotecari o dei finanziamenti a medio termine.

Perché evitare gli assegni postdatati

Nell’attuale epoca di pagamenti elettronici e digitali, gli assegni stanno diventando uno strumento desueto, ma qualcuno ancora li utilizza – del tutto impropriamente – come fonte di finanziamento, rilasciando assegni postdatati o privi di data, a garanzia del creditore per l’importo del debito.

Tuttavia, l’assegno postdatato può essere presentato all’incasso in qualsiasi momento, quindi anche prima della scadenza convenuta tra il creditore e il debitore, che ha soltanto un valore interno tra le parti e non vincola la banca. Perciò ci si può trovare nei guai se in quel momento non c’è provvista sufficiente sul conto per pagare il titolo, e scatterà il protesto con le conseguenti sanzioni.

Quindi se hai bisogno di un finanziamento a restituzione programmata e non vuoi chiederlo alla banca, puoi ricorrere – con moderazione – alle cambiali, ma evita di utilizzare a tal fine gli assegni.

Inoltre, devi sapere chi denuncia falsamente lo smarrimento, o il furto, di un assegno che invece era stato regolarmente rilasciato ad altri risponde del reato di calunnia indiretta nei confronti del prenditore del titolo, e rischia una condanna penale da due a sei anni di reclusione, più il risarcimento dei danni causati dal suo comportamento. Per approfondire, leggi quali sono i rischi legali della falsa denuncia di smarrimento di un assegno.

Sovraindebitamento: che fare?

Se sei già indebitato gravemente e fino al collo, e non riesci più a rimborsare i tuoi debiti accumulati nel corso del tempo, i consigli che ti abbiamo fornito sopra non ti servono più, e devi cercare altre strade per ottenere l’esdebitazione, totale o parziale.

Se hai un unico creditore, puoi tentare – meglio se con l’aiuto di un avvocato o un altro esperto – la strada della transazione e del saldo e stralcio, per abbattere, almeno in parte, l’importo da restituire o ottenere scadenze dilazionate di pagamento. Questo sistema funziona soprattutto con i debiti più antichi e ormai “incrostati”, o con quelli contestati dal debitore, che potrebbe ricorrere in tribunale per ottenerne l’annullamento, totale o parziale: spesso conviene a entrambe le parti raggiungere un accordo ragionevole, in modo da ridurre la pretesa iniziale del creditore ed evitare una lunga e incerta causa giudiziaria.

Oltre a ciò, esistono diverse vie d’uscita offerte dalla legge sul sovraindebitamento (detta anche “salvasuicidi), che sono utili soprattutto quando i debiti sono ingenti e i creditori (pubblici e privati, come banche, fornitori, Agenzia Entrate Riscossione) sono numerosi e agguerriti al punto di instaurare l’esecuzione forzata sui beni mobili e immobili del debitore per recuperare il dovuto con pignoramenti e vendite all’asta giudiziaria.

Per conoscere questi strumenti e rimedi in dettaglio, leggi la nostra guida “Sovraindebitamento: come uscire dalla crisi“. Potresti riuscire, nei casi migliori, ad abbattere quasi interamente i tuoi debiti, o comunque ad ottenere una consistente riduzione dell’importo complessivo, con un ragionevole piano di rientro elaborato in relazione alle tue concrete possibilità economiche, che saranno accertate dal giudice, coadiuvato da un apposito organismo di composizione della crisi. Per altre informazioni, leggi anche “Come evitare un’azione legale per debiti: strategie e consigli pratici“.

 
Pubblicato : 20 Settembre 2023 06:45